Tentativo al Pizzo Cavagnöö (2837 m) – Skitour
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Dopo aver raggiunto il Pizzo Cavagnöö in estate (30.08.2009) oggi desidero conquistarlo per la prima volta anche con gli sci.
Inizio dell’escursione: ore 7.30
Fine dell’escursione: ore 12.30
Pressione atmosferica, ore 9.00: 1018 hPa
Temperatura alla partenza: -0,5°C
Isoterma di 0°C, ore 9.00: 2200 m
Temperatura al rientro: 11°C
Velocità media del vento: 5 km/h
Sorgere del sole: 6.34
Tramonto del sole: 20.17
Sveglia alle 4:35, partenza da casa alle 5:45, arrivo ad All’Acqua alle 7.09 dopo 115,1 km d’auto.
Malgrado la generale carenza di neve sulla catena alpina, in Val Bedretto, a partire da All’Acqua, la copertura nevosa permette ancora di effettuare delle belle escursioni con gli sci.
In effetti, a partire dal ponticello sul Ticino (1615 m) posso calzare gli sci. Svolto immediatamente a destra, sul noto percorso che sale verso l’Alpe Val d’Olgia.
È un martedì lavorativo, per cui lungo tutto il tragitto non incontrerò che sette sciatori, nessun ticinese oltre al sottoscritto.
Le condizioni meteo sono favorevoli, in particolare perché non spira vento e la visibilità è buona. Prima di affrontare il ripido versante che precede l’Alpe Val d’Olgia decido di applicare i rampanti. Arrivo alla stalla in un’ora e venti minuti, esattamente come due settimane fa. Durante la sosta scambio qualche chiacchiera con due lucernesi diretti all’Helgenhorn. Arrivano altri scialpinisti che desiderano raggiungere la mia stessa meta. Sorge il sole: il paesaggio diventa incantevole.
Alle nove riprendo il cammino seguendo la traccia per il Passo San Giacomo fino alla quota di 2130 m, quindi supero l’avvallamento del Riale di Val d’Olgia e continuo in direzione sud-est in una zona ondulata. La neve è sempre più bella e la pendenza finora è contenuta. Non conoscendo il percorso, ci ritroviamo inaspettatamente in quattro sulla traccia che sale verso il Pizzo Grandinagia. Per rimediare siamo costretti a perdere trenta metri di quota nel profondo avvallamento, prolungando di 150 m il percorso. Mi avvicino pian pianino alla testata della valle; la pendenza aumenta sempre di più. Applico di nuovo i rampanti.
Poco oltre incrocio una coppia di sciatori che ha rinunciato alla ripida salita verso la Bocchetta di Formazzora. Chiedo informazioni sulle condizioni dell’erta finale. Scuotono la testa e affermano che sia anche un po’ pericolosa, in quanto la neve è dura.

Quest’incontro costituisce un forte disincentivo a proseguire. Nel frattempo ricevo gli incoraggiamenti di gonzo, un fedele follower su WhatsApp. Raggiunto un terrazzino a quota 2536 m desisto anch’io. Peccato perché mancano solo 150 m di dislivello dalla bocchetta e le condizioni valanghive sono favorevoli: il pericolo è 2=. I tre sciatori che mi precedono salgono con una fatica immane. Per farla breve spello e mi preparo per la discesa cercando di rimuovere il rimpianto.
La discesa in zona Ganone è stupenda. Fino all’Alpe Val d’Olgia posso sciare su un’ampissima distesa; è come se fosse una pista vastissima con neve portante di buona qualità.
Come d’abitudine, al di sotto dell’alpeggio bisogna lottare per schivare cespugli e piante e per imboccare alcuni passaggi angusti. Tuttavia, attualmente non ci sono rocce e sassi emergenti dalla neve.
Alle 12:30 arrivo al parcheggio Cacciatori di All’Acqua, cinque ore dopo la partenza.
Questa volta la rinuncia non mi ha creato un particolare disagio. Rimane sì un certo rammarico, tuttavia la bellezza della sciata sia in salita sia in discesa, nell’ennesima escursione in Val Bedretto, mi ha pienamente soddisfatto.
Tempo totale: 5 h
Salita: 3 h 20 min
Dislivello in salita: 1020 m
Sviluppo complessivo: 11,25 km
Quota massima: 2536 m
Difficoltà: AD+
SLF: 2= (moderato)
Copertura della rete cellulare: Swisscom buona.
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