Valgerola: da Nasoncio all'Alpe Bomino Soliva


Publiziert von cai56 , 26. Februar 2023 um 15:00. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:19 Februar 2023
Wandern Schwierigkeit: T3 - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 5:45
Aufstieg: 1264 m
Abstieg: 1264 m
Strecke:Parzialmente circolare 15,52 km
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Da Milano a Morbegno lungo le statali 36 e 38; alla rotonda all'ingresso della città svoltare a destra e risalire la Valgerola fin dopo il nuovo ponte sulla Val di Pai dove si trova a sinistra la deviazione per Nasoncio. Un parcheggio alla prima contrada della frazione, altri più avanti.

La Val Bomino non è l'area più escursionisticamente frequentata della Valgerola, e forse non a torto: le vette sono secondarie (https://www.hikr.org/tour/post110482.html   -   https://www.inalto.org/it/relazioni/escursionismo/cresta_della_motta) ed il Passo Verrobbio che la chiude verso sud è più facilmente raggiungibile per altre più comode ed interessanti vie; e anche dal punto di vista scialpinistico, pur praticabile, non presenta itinerari di particolare richiamo, anche perchè si richiedono condizioni di neve ormai insolite o eccezionalmente ben assestate (e, almeno in un caso, un ritorno lungo e monotono su pista forestale). Noi questa volta ci siamo tornati per indagare sulla presenza e sulle condizioni di un sentiero che, non riportato sulle carte e mai citato in alcuna relazione, mi era stato nominato molti anni fa da un pastore alla ricerca di una capra perduta. Il sentiero esiste, risulta anche abbastanza frequentato localmente e non ha nulla da invidiare ai proverbiali percorsi dei "melat" in Val di Mello: comunque poi si decida di continuare l'escursione (verso Bema, verso la Val Bomino oppure addirittura con una traversata verso Albaredo) vale la pena di venirci.


Entrando fra le prime abitazioni, si incontra subito la chiesa di Santa Margherita e, senza indicazioni, si volge a sinistra entrando fra baite e ripidi prati: qui - piccola freccia - si evita la traccia più marcata che scende a sinistra per proseguire rasente un muro di recinzione mantenendosi in piano; superate le ultime case, il sentiero, molto stretto, tende a risalire un poco entrando nel bosco: poche decine di metri ed inizia la discesa che porta fino al livello del torrente qui ancora invisibile. La traccia, assai ripida e serpeggiante, si dipana attraverso una costolatura rocciosa sfruttandone cenge ed anfratti, spesso sostenuta da muri a secco e dalle voluminose radici dei faggi, anch'essi contorti per resistere alla pendenza; ai lati del percorso si sprofondano due valloni occupati da cascate di ghiaccio che, con queste temperature primaverili, si staccano frequentemente in blocchi zuppi d'acqua. L'alveo del torrente, occupato da massi e tronchi strappati dalle piene, si supera su di un ponte a passerella metallica: la riva opposta si introduce con la risalita di un canale di frana, per poi proseguire molto meno esposta della prima. Il versante, un poco meno ripido dopo un iniziale piano inclinato rettilineo, presenta una serie di traversi e tornanti prevalentemente appoggiati su muri a secco, per poi concludersi pianeggiante alle baite di Taida, poste a margine di ripidi prati percorsi da una condotta idroelettrica (le acque provengono dalla centrale di Gerola Alta e da due prese del Bitto di Albaredo per finire nella centrale di Panigai sul Bitto di Gerola, sotto Pedesina). Poco a nord delle baite si trova un ponte a scavalco della tubazione, ma per trovare il sentiero di prosecuzione, occorre salire all'analogo soprastante dove transita la mulattiera proveniente da Bema e diretta al Dosso Cavallo o in Val Bomino; proseguiamo dunque verso destra seguendo qualche sporadico bollo bianco/rosso. Oltrepassato con alcune curve un tratto di faggeta, si raggiungono i pascoli abbandonati della Brüsada con i suoi ruderi sparsi attraverso il pendio, poi si torna fra gli alberi lungamente - nuova salita - per arrivare alla parte bassa di Valbürga. Il sentiero principale scompare nell'erba e le tracce di animali si moltiplicano nelle peste delle capre al pascolo: per ritrovarlo si sale liberamente fino alle baite più alte, quelle affiancate sulla destra da un filare di faggi. La via si addentra ora definitivamente nelle fitte foreste della Valle Valbürga, solcata da numerosi impervi e franosi valloni secondari: all'uscita dal principale, un tabellone annuncia l'attraversamento della Foresta Regionale della Valgerola; la vegetazione cambia da tutto faggio a tutto abete bianco, in una netta divisione fra esposizione sud ed esposizione nord. Ora il sentiero, ai limiti del confine col Parco delle Orobie Valtellinesi, prosegue in saliscendi per varcare l'impervio sperone che scende dall'Alpe Doss Caval, fino a spianarsi nei resti di una pista forestale aperta dall'ERSAF ai tempi dei lavori di manutenzione della foresta e delle alpi circostanti. Seguendo il tratturo si raggiunge un ponte carrabile sul torrente Bomino che porta sulla pista principale proveniente da Nasoncio: ci troviamo in uno dei punti più freddi della vallata (per molti mesi non viene raggiunto dal sole) ed il ghiaccio ricopre tutta la strada per lunghi tratti. Senza ramponi, in almeno due punti, non si passa. Per il resto, giusto per darci una meta, proseguiamo nella neve lungo la pista fino a raggiungere di nuovo la luce presso l'Alpe Bomino Soliva.
Si torna all'auto seguendo l'interminabile strada forestale della Val Bomino fino alla contrada alta di Nasoncio, dove si ritrova l'asfalto: solo al penultimo tornante è possibile usufruire di una scorciatoia che termina non lontano dalla chiesa.

Tourengänger: cai56, chiaraa
Communities: Hikr in italiano


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Kommentare (2)


Kommentar hinzufügen

sciurapina hat gesagt:
Gesendet am 4. März 2023 um 06:58
Un bel scendi sali scendi :-)

cai56 hat gesagt: RE:
Gesendet am 4. März 2023 um 08:04
... e bisogna fare attenzione, soprattutto nel scendi!


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