Pianun - Valle della Duggia
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Il vallone del Rio di Vazzosa, tributario di sinistra del Torrente Duggia, è mal rappresentato sulla prima IGM (Scopa 1:25000, 1884) e, di conseguenza, sulla Carta Svizzera (Orta 1:50000, 1961): l'andamento delle dorsali non rispecchia quello reale e la collocazione degli alpeggi è errata. La nuova IGM metterà a posto le cose ma la mappa catastale resta il riferimento più valido per l'idrografia e la toponomastica.
Per quanto mi riguarda, sono proprio queste imprecisioni e queste differenze a costituire un ottimo motivo per andare a vedere di persona.
In questo giro raggiungeremo prima l'Alpe Vazzosa (circa una quindicina di ruderi, divisi in tre distinti nuclei, separati da due canali), quindi l'Eur dal Bo seguendo l'ottima relazione del sito di Itineralp (clic).
Apro una parentesi sul toponimo Vazzosa. La mappa catastale riporta Vezzosa, con la e. Personalmente credo che la versione corretta sia quella con la a perché è quella utilizzata da Giovanni Rossi, nell'infanzia partecipe delle ultime stagioni di carico dell'Alpe Pianone, nella versione dialettale "la Vassosa", che trova corrispondenza nella carta mineraria del '700 a cura di Ignazio Bourgiotti, dove leggiamo "la Varsosa" (qui). A parte la diversa resa dell'inconsueta coppia di consonanti "rs", la parola suona sostanzialmente allo stesso modo.
Anche il Ravelli, per lungo periodo parroco della vicina Foresto, nella sua storica guida del 1924 attesta il toponimo "Vazzosa".
Dall'Eur dal Bo, anziché risalire la dorsale seguendo la relazione di Itineralp, attraverseremo il Rio di Vazzosa, in modo da visitare anche l'alpe Pianone di Sotto, prima di raggiungere Pianone di Sopra, il Pianun, inalpato da Morca fino ai tempi della seconda guerra mondiale, come si può leggere nel prezioso libro "Vita e storie di un paese di montagna" di Giovanni Rossi, di cui riporto alcuni stralci.
"L'alpe del Pianun si trova [...] nel versante di Locarno, dove il nonno aveva comprato grandi distese di miaj, prati a produzione di fieno magro, cioè non concimato, che danno un'erba molto aromatica e piena di sostanza "l'erba Amogn". Durante la giornata le mucche erano libere di pascolare dove volevano e noi, oltre che guardare che non finissero nei dirupi, facevamo fieno che poi conservavamo per l'inverno."
"Era stata costruita una strada mulattiera che si snodava per tutta la traversata dal Pianun alla Sella della Vassosa, lastricata tra rocce e slavine".
L'alpeggio fu caricato fino a quando i mortai distrussero la capanna della Res. Poi la guerra finì ma il mondo era cambiato e, verosimilmente, nessuno se la sentì di riprendere la vita di prima...
Dal Pianun, con un lungo e faticoso traverso nella neve, superando due canali e due dorsali, raggiungeremo l'Alpe Borghetto, il Burghett, probabilmente abbandonato ancora prima del Pianun, e poi - dopo aver attraversato un terzo canale - la dorsale ENE del Castello di Gavala, poco sotto la Miniera della Balma, dove ritroveremo il sentiero CAI 729, ben visibile anche nella neve, che ci riporterà al punto di partenza.
Link alla relazione di Ferruccio (www.in-montagna.it): clic
Annotazioni
Percorso faticoso nelle condizioni trovate, per esperti di luoghi senza sentiero e dotati di GPS.
Abbiamo usato i ramponi mentre le racchette da neve sono rimaste tutto il tempo appese allo zaino.
Per quanto mi riguarda, sono proprio queste imprecisioni e queste differenze a costituire un ottimo motivo per andare a vedere di persona.
In questo giro raggiungeremo prima l'Alpe Vazzosa (circa una quindicina di ruderi, divisi in tre distinti nuclei, separati da due canali), quindi l'Eur dal Bo seguendo l'ottima relazione del sito di Itineralp (clic).
Apro una parentesi sul toponimo Vazzosa. La mappa catastale riporta Vezzosa, con la e. Personalmente credo che la versione corretta sia quella con la a perché è quella utilizzata da Giovanni Rossi, nell'infanzia partecipe delle ultime stagioni di carico dell'Alpe Pianone, nella versione dialettale "la Vassosa", che trova corrispondenza nella carta mineraria del '700 a cura di Ignazio Bourgiotti, dove leggiamo "la Varsosa" (qui). A parte la diversa resa dell'inconsueta coppia di consonanti "rs", la parola suona sostanzialmente allo stesso modo.
Anche il Ravelli, per lungo periodo parroco della vicina Foresto, nella sua storica guida del 1924 attesta il toponimo "Vazzosa".
Dall'Eur dal Bo, anziché risalire la dorsale seguendo la relazione di Itineralp, attraverseremo il Rio di Vazzosa, in modo da visitare anche l'alpe Pianone di Sotto, prima di raggiungere Pianone di Sopra, il Pianun, inalpato da Morca fino ai tempi della seconda guerra mondiale, come si può leggere nel prezioso libro "Vita e storie di un paese di montagna" di Giovanni Rossi, di cui riporto alcuni stralci.
"L'alpe del Pianun si trova [...] nel versante di Locarno, dove il nonno aveva comprato grandi distese di miaj, prati a produzione di fieno magro, cioè non concimato, che danno un'erba molto aromatica e piena di sostanza "l'erba Amogn". Durante la giornata le mucche erano libere di pascolare dove volevano e noi, oltre che guardare che non finissero nei dirupi, facevamo fieno che poi conservavamo per l'inverno."
"Era stata costruita una strada mulattiera che si snodava per tutta la traversata dal Pianun alla Sella della Vassosa, lastricata tra rocce e slavine".
L'alpeggio fu caricato fino a quando i mortai distrussero la capanna della Res. Poi la guerra finì ma il mondo era cambiato e, verosimilmente, nessuno se la sentì di riprendere la vita di prima...
Dal Pianun, con un lungo e faticoso traverso nella neve, superando due canali e due dorsali, raggiungeremo l'Alpe Borghetto, il Burghett, probabilmente abbandonato ancora prima del Pianun, e poi - dopo aver attraversato un terzo canale - la dorsale ENE del Castello di Gavala, poco sotto la Miniera della Balma, dove ritroveremo il sentiero CAI 729, ben visibile anche nella neve, che ci riporterà al punto di partenza.
Link alla relazione di Ferruccio (www.in-montagna.it): clic
Annotazioni
Percorso faticoso nelle condizioni trovate, per esperti di luoghi senza sentiero e dotati di GPS.
Abbiamo usato i ramponi mentre le racchette da neve sono rimaste tutto il tempo appese allo zaino.
Tourengänger:
atal

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