Ledro: da Lenzumo Valle de Vai-Monte Caret-Val Sorda
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Il Monte Caret è un cocuzzolo sulla dorsale che va dal Dosso di Seaoi al Monte Tomeabrù, e dove è posta una croce con vista sulla Valle di Concei ed in particolare sul paese di Lenzumo; un po’ fuori mano rispetto agli itinerari classici della zona, ma quella croce ha sempre attirato l’attenzione e la curiosità di arrivarci e questa escursione solitaria è stata la volta buona.
Parcheggiato nella adiacenze della chiesa parrocchiale di Lenzumo mi dirigo verso la vicina segheria dove in un ampio piazzale sono posti dei cartelli sentieristici. Seguo per un tratto la stradina asfaltata che sale alla Malga Trat fino ad individuare la deviazione per la Val de Vai con il sent. 403; il sentiero sale ripido e la valle è molto folta e selvaggia e sbuca in prossimità della m.ga Trat. Qua, richiamato da un cartello, faccio una breve divagazione sulle trincee austriache. Proseguo fino alla palina poco distante indicante il Bochet de Caret, sent. 435, abbandonando quindi le classiche vie verso la Bocca Trat ed il Rif. Pernici. Il percorso che sale in moderata pendenza è ben tracciato e battuto, si inasprisce un poco nelle vicinanze del piccolo passo che si apre sulla Bocca di Saval e sulla Cima Parì purtroppo preclusa alla vista in questa circostanza per nebbie vaporose. La Cima Caret non è indicata e lo trovo un po strano, ma tant’è!…proseguo a vista sulla dorsale verso la punta del Monte Tomeabrù visitato in altra occasione e ben presto raggiungo la croce con ampia vista sulla valle dei Concei, la valle di Ledro ed in particolare sul Lenzumo; la giornata è afosa e non è delle migliori dal punto di vista panoramico. Visto l’orario decido che si può allungare un poco il percorso fino alla Bocca di Saval dove faccio qualche foto ai ruderi dell’ex ospedale militare e proseguire poi verso il Rif. Pernici; le nebbie vanno e vengono ed i panorami non sono ottimali. Al rif. Pernici una lunga sosta e da qui proseguo verso la Bocca Trat, molto panoramica…..in altre occasioni! ….e quindi oggi non mi soffermo e decido di scendere dalla ripida val Sorda, sent. 402, un po’ insidiosa per la verità in discesa causa foglie e radici umide o strati ghiaiosi, (tutto il percorso é facile per chi ha dimestichezza sui lunghi percorsi, ma é per questo lungo tratto di discesa ripida ed insidiosa che ho messo la valutazione di montagna impegnativa); numerosi gli escursionisti in salita, con attenzione la discesa termina sul fondo valle in località Perigol ampia area attrezzata per pic-nic e dove si diparte il lungo sentiero naturalistico di fondo valle fino a Lenzumo.
Storico La bocca di Trat ( a pochi passi da Rifugio), è un valico fondamentale tra la valle di Ledro e il Garda. Da qui passava l'antica strada Romana che collegava Riva del garda alla Valle di Ledro e la Valle di Ledro alle Giudicarie attraverso bocca Giumella.Essa fu testimone di importanti passaggi: nel 1439 durante la guerra tra il duca di Milano e la repubblica di Venezia il condottiero Visconteo Nicolò Piccinino varcò la Bocca di Trat per scedere in Valle di Ledro ad intercettare i rifornimenti che i Veneziani con l'aiuto del conte Paride di Lodrone volevano far arrivare dal porto del Ponale a Brescia. Purtroppo per il Piccinino ad attenderlo tra la Bocca di Trat e l'abitato di Lenzumo c'era l'ufficiale Veneziano Sanseverino con 300 cavalli e 800 fanti, che nascostosi dietro alla Rocca tenne un'imboscata al nemico in una Valle che da quel giorno a causa del sangue versato è chiamata Valle dei Morti.Nel 1866 furono invece le truppe Austriache ad attraversare la Bocca di Trat come rinforzo a Bezzecca assediata da Giuseppe Garibaldi, in questo paese della Valle di Ledro prima di ritirarsi anche a causa delle perdite subite l'eroe dei due mondi pronunciò il celebre obbedisco.All'entrata in guerra dell'Italia contro l'impero AustroUngarico la Bocca di Trat venne a trovarsi al centro della linea difensiva austriaca che saliva dalla Rocchetta fino al Tofino, sotto il comando del distretto di Riva del Garda , nacque nei suoi pressi un piccolo villaggio fatto di baraccamenti trincee e casematte, venne costruito cosi anche l'odierno Rifugio Pernici inaugurato tale nel 1929, all'epoca aveva la funzione di mensa per gli ufficiali. Ancora oggi dopo 100 anni camminando nei sentieri si notano le testimonianze dell'immane tragedia che fù la prima Guerra Mondiale.il rifugio è intitolato a.l sottotenente degli alpini Nino Pernici, morto a 24 anni nel maggio del 1916 sul monte MrzliFonte: www.pernici.com
Storico La bocca di Trat ( a pochi passi da Rifugio), è un valico fondamentale tra la valle di Ledro e il Garda. Da qui passava l'antica strada Romana che collegava Riva del garda alla Valle di Ledro e la Valle di Ledro alle Giudicarie attraverso bocca Giumella.Essa fu testimone di importanti passaggi: nel 1439 durante la guerra tra il duca di Milano e la repubblica di Venezia il condottiero Visconteo Nicolò Piccinino varcò la Bocca di Trat per scedere in Valle di Ledro ad intercettare i rifornimenti che i Veneziani con l'aiuto del conte Paride di Lodrone volevano far arrivare dal porto del Ponale a Brescia. Purtroppo per il Piccinino ad attenderlo tra la Bocca di Trat e l'abitato di Lenzumo c'era l'ufficiale Veneziano Sanseverino con 300 cavalli e 800 fanti, che nascostosi dietro alla Rocca tenne un'imboscata al nemico in una Valle che da quel giorno a causa del sangue versato è chiamata Valle dei Morti.Nel 1866 furono invece le truppe Austriache ad attraversare la Bocca di Trat come rinforzo a Bezzecca assediata da Giuseppe Garibaldi, in questo paese della Valle di Ledro prima di ritirarsi anche a causa delle perdite subite l'eroe dei due mondi pronunciò il celebre obbedisco.All'entrata in guerra dell'Italia contro l'impero AustroUngarico la Bocca di Trat venne a trovarsi al centro della linea difensiva austriaca che saliva dalla Rocchetta fino al Tofino, sotto il comando del distretto di Riva del Garda , nacque nei suoi pressi un piccolo villaggio fatto di baraccamenti trincee e casematte, venne costruito cosi anche l'odierno Rifugio Pernici inaugurato tale nel 1929, all'epoca aveva la funzione di mensa per gli ufficiali. Ancora oggi dopo 100 anni camminando nei sentieri si notano le testimonianze dell'immane tragedia che fù la prima Guerra Mondiale.il rifugio è intitolato a.l sottotenente degli alpini Nino Pernici, morto a 24 anni nel maggio del 1916 sul monte MrzliFonte: www.pernici.com
Tourengänger:
FrenkSF

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