Mottarone: esplorazione delle valli a sud


Publiziert von cai56 , 2. September 2022 um 18:56. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:31 August 2022
Wandern Schwierigkeit: T3+ - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 5:30
Aufstieg: 683 m
Abstieg: 683 m
Strecke:Circolare 13,39 km
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Da Milano ad Arona lungo le autostrade A8 e A26; da qui si procede in direzione Borgomanero e Gozzano. Raggiunto il Lago d'Orta, si sale ad Armeno e si prosegue in Via Mottarone fino a trovare il vasto parcheggio del Santuario della Madonna di Luciago.

Tralasciando il panorama che oggettivamente è meraviglioso in ogni direzione, è chiaro che il Mottarone non possa attirare escursionisti per le qualità della sua cima, o meglio per come è stata alterata la sua cima. Il versante orientale, in salita da Stresa, è quello più comunemente frequentato per brevità e vedute, anche se l'attuale funivia (a parte recenti disgrazie) ha comunque meno suggestione della vecchia ferrovia a cremagliera (della quale ho un lontano e vaghissimo ricordo nel suo ultimo anno di funzionamento). Il versante occidentale, da Omegna, è certamente quello più interessante con molte possibilità e combinazioni di itinerari, anche di qualche impegno, in un paesaggio forestale e roccioso che ben poco ha a che vedere con gli altri orientamenti.
Osservando le mappe, anche qui su Hikr, ho notato che il versante sud è particolarmente trascurato: in questi casi è evidente che l'attrattiva è insufficiente o si presentano difficoltà sproporzionate all'interesse; in effetti è così per ambedue i motivi. Questo lato, attualmente boscoso, fino a tutto il 1800 è stato il più accessibile e frequentato dalla pastorizia (secondo Wikipedia, su tutto il Mottarone esistevano 77 alpeggi caricati con 2000 capi bovini, più pecore capre e cavalli), ma i progetti (e quindi la realizzazione) di una svolta turistica hanno rapidamente portato all'abbandono delle attività tradizionali. Attualmente gli alpeggi attivi sono pochi, il bestiame è pochissimo ed i pascoli sono totalmente sostituiti da estensioni di felci: la maggior parte delle cascine è scomparsa o ne rimangono pochi ruderi. Questa escursione ha prodotto un faticoso anello fra tracce quasi scomparse, molti passaggi di ungulati e i sentieri o piste indispensabili ai collegamenti: complessivamente interessante, ma certo non consigliabile come gita rilassante o rappresentativa del Mottarone di oggi.

Il primo tratto di percorso è turistico e facilmente agibile: dal santuario si entra nel bosco a fianco di un albergo ed in falsopiano, con qualche saliscendi intermedio, si oltrepassa un punto panoramico e si raggiunge la selletta da cui, deviando brevemente a sinistra si tocca la base del Sass da l'Om. E' una guglia granitica inclinata e fortemente aggettante verso monte, di roccia molto compatta e percorsa da almeno quattro vie d'arrampicata attrezzate con chiodature di ogni epoca (direi dagli anni '970 in avanti), non molto frequentata per la lontananza e l'isolamento dalle altre famose strutture del Mottarone e l'oggettiva brevità dei percorsi. Da qui si procede prevalentemente in discesa fino ad un fondovalle con incrocio di sentieri nei pressi dei ruderi dell'Alpe Rogna; si volge a destra e, dopo un piccolo guado, si arriva ad attraversare il solco della Valle del Torrente Pescone, a fianco del quale una piccola diga permette di captare parte delle acque. Si procede per qualche decina di metri lungo una pista terrosa apparentemente poco frequentata, per poi svoltare a gomito verso destra: ci troviamo in un ambiente del tutto singolare, dove gli affioramenti di granito sono di consistenza particolarmente fragile e si disgregano in accumuli di sabbia e ghiaino finissimo; la traccia sale a tornanti fino a trovare una deviazione a destra che si addentra nella Valle del Pescone. Dapprima si scorre abbastanza alti sul livello delle acque, poi si guada in corrispondenza di antichissimi segni gialli: il sentiero scorre lungamente pianeggiante in costa attraverso un bel bosco dal fondo sabbioso fino a raggiungere le disordinate cascine dell'Alpe Vermenasca (apparentemente sede di un agriturismo); ci si allontana seguendo il corso di un canaletto deviato da un rivo sbarrato da una "diga" di rami e tronchi affastellati da una piena, risultato di uno sfoltimento della faggeta che ci apprestiamo a risalire. Si risale a ripidi tornanti la fustaia rada fino a sbucare sui prati pianeggianti della Bocchetta di Cortano, sulla cui sinistra inizia la pista sterrata (bel filare di aceri e frassini) per la vicina Alpe Cortano: una cascina sporca e malmessa, dove sembra usata solo una stalla; alle spalle degli edifici, oltre uno stagnetto, si addentra nel bosco una lievissima traccia fra felci e ginestre che conduce ad un rigagnolo eroso. Qui i segni di passaggio umano terminano e, mappa alla mano, saliamo con l'aiuto delle piante per la linea di massima pendenza fin dove si dovrebbe incrociare un buon sentiero: infatti lo troviamo e facilmente, verso sinistra, raggiungiamo i ruderi dell'Alpe Gioga al margine di un dosso di prati ormai infestati dalle onnipresenti felci. Osservando la mappa, decidiamo di dirigerci ad un poggio roccioso non lontano affacciato sul Lago d'Orta ed in buona prospettiva per apprezzare le falesie poste a SSO della cima del Mottarone: la visuale è certamente privilegiata, ma il sentiero rappresentato sulla carta è sostituito dai soli passaggi animali, bassi e con una logica differente dalla nostra. Non vale la pena. Tornati all'Alpe Gioga, seguiamo la vecchia pista di accesso, ormai inerbata, per raggiungere in breve il sentiero della Dorsale del Vergante: seguito in ripida discesa, raggiunge la non lontana Bocchetta di Cortano. Si prosegue lungo una carrareccia sotto una linea elettrica fino in cima ad un dosso, da cui si continua andando a raggiungere un gruppo di villette al margine di un bosco; quindi ripidissima deviazione a destra lungo una recinzione per toccare la cupola erbosa del monte Mazzarone, punto trigonometrico IGM. Sull'opposto versante si scende al confine fra prato e bosco attraversando la poco percettibile elevazione del Mazzaronetto ed entrando poi in un bel bosco di conifere; la discesa continua rettilinea fino a confluire nel sentiero di andata poco lontano dal piazzale del santuario.

Tourengänger: cai56, chiaraa
Communities: Hikr in italiano


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