Periplo del Limbara
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Ritorno al massiccio del Limbara, questa volta però partendo dai pressi della Caserma della Forestale di Berchidda e in compagnia di Gavino, il nostro vicino di casa, che non era mai salito da questi versanti.
E’ questo un giro ad anello che ho già fatto un po’ di volte ma che ripeto sempre volentieri perché, secondo me, permette di vivere il Limbara in tutti i suoi aspetti, partendo dai boschi di leccio sul versante di Berchidda, per portarsi poi nella valle di Serra ‘e Mesus dove domina la macchia mediterranea, attraversando quindi i vasti ericeti nel pianoro che prelude all’ultima salita affacciandosi a tutta la parte sommitale del Limbara dove, oltre alle famose guglie granitiche, si incontrano vasti boschi di conifere e di arbusti.
Quest’anno ho trovato i sentieri sul versante di Berchidda molto trascurati, ad iniziare dalla segnaletica in molti punti mancante (due anni fa c’era) e al tratto di sentiero che risale Serra ‘Mesus, sempre più invaso dalla vegetazione e che quindi si percorre sempre più a fatica. Non c’è niente da fare, ogni anno assisto in questa a zona ad un lento ed inesorabile degrado che nessuno sembra voler fermare; eppure basterebbe poco per sistemare i sentieri e la segnaletica, vorrebbe dire attirare altri turisti, migliorando anche l’economia locale, invece Sardegna = solo mare…
Diversamente, nella zona sommitale (ricadente nel Comune di Tempio) i sentieri sono migliori (anche per la vegetazione più rada vista la maggiore altezza) e meglio segnalati.
Partiti di buon’ora dai pressi della Caserma della Forestale Limbara Sud, abbiamo percorso dapprima alcune strade sterrate, per poi risalire il corso del Rio Sa Mela e Serra ‘e Mesus (sentiero “C”).
Raggiunti i pianori sommitali del Limbara ci siamo diretti verso la chiesetta della Madonna della Neve, facendo una breve deviazione per Sa Berritta, per poi fermarci a mangiare.
Ripreso il cammino, altra breve deviazione per salire a Punta Giugantinu, per poi scendere dal sentiero verso L’Arburu Nieddu e Frati Mendula.
Da lì infine abbiamo seguito la lunga stradina che da Valliciola porta a Berchidda, percorribile anche con fuoristrada.
Come ho detto è stato un bel giro, anche dal discreto impegno fisico, visto che abbiamo camminato per circa 6,5 ore superando un dislivello di 900 m.
Purtroppo è mancato l’incontro con l’animale (muflone in primis), che però è molto difficile da fare in queste zone dalla folta vegetazione e che avrebbe costituito la classica ciliegina sulla torta.
Ho visto molto contento anche l’amico Gavino che, grazie alla conoscenza maturata oggi, spero torni in questi magnifici posti anche nei periodi stagionali migliori, visto che il caldo dell’estate limita un po’ tutte le attività e anche gli avvistamenti.
E’ questo un giro ad anello che ho già fatto un po’ di volte ma che ripeto sempre volentieri perché, secondo me, permette di vivere il Limbara in tutti i suoi aspetti, partendo dai boschi di leccio sul versante di Berchidda, per portarsi poi nella valle di Serra ‘e Mesus dove domina la macchia mediterranea, attraversando quindi i vasti ericeti nel pianoro che prelude all’ultima salita affacciandosi a tutta la parte sommitale del Limbara dove, oltre alle famose guglie granitiche, si incontrano vasti boschi di conifere e di arbusti.
Quest’anno ho trovato i sentieri sul versante di Berchidda molto trascurati, ad iniziare dalla segnaletica in molti punti mancante (due anni fa c’era) e al tratto di sentiero che risale Serra ‘Mesus, sempre più invaso dalla vegetazione e che quindi si percorre sempre più a fatica. Non c’è niente da fare, ogni anno assisto in questa a zona ad un lento ed inesorabile degrado che nessuno sembra voler fermare; eppure basterebbe poco per sistemare i sentieri e la segnaletica, vorrebbe dire attirare altri turisti, migliorando anche l’economia locale, invece Sardegna = solo mare…
Diversamente, nella zona sommitale (ricadente nel Comune di Tempio) i sentieri sono migliori (anche per la vegetazione più rada vista la maggiore altezza) e meglio segnalati.
Partiti di buon’ora dai pressi della Caserma della Forestale Limbara Sud, abbiamo percorso dapprima alcune strade sterrate, per poi risalire il corso del Rio Sa Mela e Serra ‘e Mesus (sentiero “C”).
Raggiunti i pianori sommitali del Limbara ci siamo diretti verso la chiesetta della Madonna della Neve, facendo una breve deviazione per Sa Berritta, per poi fermarci a mangiare.
Ripreso il cammino, altra breve deviazione per salire a Punta Giugantinu, per poi scendere dal sentiero verso L’Arburu Nieddu e Frati Mendula.
Da lì infine abbiamo seguito la lunga stradina che da Valliciola porta a Berchidda, percorribile anche con fuoristrada.
Come ho detto è stato un bel giro, anche dal discreto impegno fisico, visto che abbiamo camminato per circa 6,5 ore superando un dislivello di 900 m.
Purtroppo è mancato l’incontro con l’animale (muflone in primis), che però è molto difficile da fare in queste zone dalla folta vegetazione e che avrebbe costituito la classica ciliegina sulla torta.
Ho visto molto contento anche l’amico Gavino che, grazie alla conoscenza maturata oggi, spero torni in questi magnifici posti anche nei periodi stagionali migliori, visto che il caldo dell’estate limita un po’ tutte le attività e anche gli avvistamenti.
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