Piz Stabiuch escursione fallita
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La mia prima salita al Piz Stabiuch da Pomareda è avvenuta il 13/5/06. In quella occasione avevo avuto molti problemi di orientamento, il vecchio tracciato era quasi scomparso e i pochi segni rossi lasciati dai cacciatori mi avevano agevolato ben poco. La seconda salita l'ho fatta il 29/5/11 e quella volta il sentiero era molto più visibile e solo in pochi punti mi aveva fatto penare. Nel scendere avevo incontrato i cacciatori, propietari della cascina di q.1579m, e me ne avevano spiegato il motivo: nelle settimane precedenti, ogni fine settimana, una decina di persone alla volta, salivano per ristrutturare la baita e in tal modo la traccia si era riformata. Sabato ci sono tornato per la terza volta e ho visto, con molto dispiacere, che il "mito" era caduto!! Il percorso di un "wilderness straordinario" come l'aveva definito Brenna nella sua Guida alle Alpi Mesolcinesi, non c'era quasi più. Con mia grande disperazione il tracciato era stato segnalato (già dal 2012, mi hanno riferito poi i cacciatori, responsabili di questo "delitto", fatto da loro, anche se decisamente controvoglia). Era quindi caduto uno degli angoli più selvaggi della Val Mesolcina e del Canton Ticino. Un luogo dove era ancora possibile confrontarsi con un ambiente "primitivo" ed il proprio personale coraggio.
Immerso nel "rumore del silenzio", in un ambiente ostile ma dallo sguardo dolce, esso ammiccava a coloro che avevano il coraggio di affrontarlo. Vi ero stato avvolto due volte come un sudario verde e, in tutta la lunghezza del percorso, egli mi aveva reso partecipe della propria intima essenza.
Ora di tutto questo è rimasto ben poco. La selvaggia verticalità della valle, l'esile traccia, quasi vergognosa a mostrarsi all'escursionista di turno. La quasi totale assenza di "vicende umane" a romperne il silenzio per buona parte dell'anno. Ci vuole ancora impegno per percorrerla, essa non è per tutti ma non è più ciò che era, che gran peccato!!
Ultima nota: la Carta Nazionale Svizzera colloca il Piz Stabiuch alla quota 2176m, e il Piz de Cogol alla quota 2024m (che è una semplice gobba ) posta a NE nella Valle della Forcola.
Per la gente del posto invece il Piz de Cogol equivale alla cima 2176m (e questo ha una sua logica perchè poco sotto c'è il Baitel de Cogol), e il Piz Stabiuch è invece il rilievo quotato 2173m lungo la cresta N del Pizzo di Campel.
Per comodità nostra lasceremo tutto invariato.
Anche in questo caso le foto sono da intendersi come una descrizione "visiva" dell'itinerario, molte delle quali sono state fatte nel 2011.
Un tempo la salita cominciava dalla stradina a lato del prato con cascina di Scima Pomereda. Lo si attraversava costeggiando a W la casa e si entrava nel bosco stando a E di alcuni ruderi fino ad arrivare nei pressi dell'alveo del torrente dove si intravvedeva la parte iniziale del percorso. Ora quel prato è invaso da un mare di felci, navigarci per cento metri e più, significa fare collezione di zecche. Per cui l'escursione, se possibile (anzi consigliabile), bisogna farla a fine primavera, compatibilmente con le condizioni di innevamento. In caso contrario l'alternativa consiste, dopo aver attraversato in auto il ponte dell'autostrada, di girare a SX, parcheggiare l'auto dove è possibile e proseguire lungo la stradina fino a raggiungere l'alveo del torrente della Val d'Orbel e risalirlo (oppure stando sul suo argine DX) fino a raggiungere il bosco (circa 250m più a monte) e lì uscirne per trovare la traccia d'inizio.
Se è un percorso che fa per voi lo capirete da subito. Infatti inizialmente esso si snoda proprio di fianco all'escavazione del riale che, ben presto diventa molto ripido e questa sarà la costante per quasi tutto l'itinerario. Superato il secondo canale franoso lo si attraversa in piano e, tra le erbe alte e con fatica, si ritrova la traccia che sale ripidamente in un ambiente sempre più severo. Diventa quindi di fondamentale importanza non perdere i bolli segnavia.
In solo due punti ho avuto questo problema: il primo intorno ai 980m circa di quota, mentre risalivo una costa ripida con un canale precipite sul lato SX, tra abeti di grandi dimensioni. La traccia sale decisa verticale ma ad un tratto anche se sembra più giusto ed evidente proseguire dritti essa va lasciata per sportarsi a SX dove infatti si notano i bolli.
Il secondo è al limitare di un piccolo prato ripido in cui il sentiero scompare. Bisogna allora risalirlo per pochi metri verso SX e arrivati nel bosco si rivedono traccia e bolli.
Arrivati sulla costa, che poi altro non è che la cresta W del Piz Stabiuch, si può ammirare la baita dei cacciatori di q.1579 ma soprattutto il paesaggio che lascia senza fiato Si prosegue quindi sulla stessa (con tracce di sentiero) finchè questa non va a morire contro la bastionata rocciosa che sostiene il Baitel de Cogol.
E qui sono cominciati i guai!!!
Bisogna risalire un ripido prato senza più sentiero per circa sessanta metri evitando inizialmente a SX una prima paretina rocciosa e piegando poi a DX fino ad arrivare ad un grosso abete da cui parte l'esile traccia.
Arrivato nei pressi non sono riuscito a trovarla causa erbe alte e calzature non idonee (scarpe leggere da runner) che non tenevano su quel terreno, per questo motivo non mi sono arrischiato a cercare meglio. Scivolare in quel punto significa morire. La traccia, se trovata attraversa questo fianco ripidissimo con rocce e erba finchè si ritrovano delle catene, si supera un tetto quasi strisciando e si risale il bosco di abeti con il sentiero tornato visibile.
Si giunge così sul bellissimo poggio prativo, in cui si trovano i resti del Baitel de Cogol, e lo si risale tutto piegando poi verso E fino ad arrivare sotto l'edificio sommitale che si scala con passaggi non continui di I° grado.
Immerso nel "rumore del silenzio", in un ambiente ostile ma dallo sguardo dolce, esso ammiccava a coloro che avevano il coraggio di affrontarlo. Vi ero stato avvolto due volte come un sudario verde e, in tutta la lunghezza del percorso, egli mi aveva reso partecipe della propria intima essenza.
Ora di tutto questo è rimasto ben poco. La selvaggia verticalità della valle, l'esile traccia, quasi vergognosa a mostrarsi all'escursionista di turno. La quasi totale assenza di "vicende umane" a romperne il silenzio per buona parte dell'anno. Ci vuole ancora impegno per percorrerla, essa non è per tutti ma non è più ciò che era, che gran peccato!!
Ultima nota: la Carta Nazionale Svizzera colloca il Piz Stabiuch alla quota 2176m, e il Piz de Cogol alla quota 2024m (che è una semplice gobba ) posta a NE nella Valle della Forcola.
Per la gente del posto invece il Piz de Cogol equivale alla cima 2176m (e questo ha una sua logica perchè poco sotto c'è il Baitel de Cogol), e il Piz Stabiuch è invece il rilievo quotato 2173m lungo la cresta N del Pizzo di Campel.
Per comodità nostra lasceremo tutto invariato.
Anche in questo caso le foto sono da intendersi come una descrizione "visiva" dell'itinerario, molte delle quali sono state fatte nel 2011.
Un tempo la salita cominciava dalla stradina a lato del prato con cascina di Scima Pomereda. Lo si attraversava costeggiando a W la casa e si entrava nel bosco stando a E di alcuni ruderi fino ad arrivare nei pressi dell'alveo del torrente dove si intravvedeva la parte iniziale del percorso. Ora quel prato è invaso da un mare di felci, navigarci per cento metri e più, significa fare collezione di zecche. Per cui l'escursione, se possibile (anzi consigliabile), bisogna farla a fine primavera, compatibilmente con le condizioni di innevamento. In caso contrario l'alternativa consiste, dopo aver attraversato in auto il ponte dell'autostrada, di girare a SX, parcheggiare l'auto dove è possibile e proseguire lungo la stradina fino a raggiungere l'alveo del torrente della Val d'Orbel e risalirlo (oppure stando sul suo argine DX) fino a raggiungere il bosco (circa 250m più a monte) e lì uscirne per trovare la traccia d'inizio.
Se è un percorso che fa per voi lo capirete da subito. Infatti inizialmente esso si snoda proprio di fianco all'escavazione del riale che, ben presto diventa molto ripido e questa sarà la costante per quasi tutto l'itinerario. Superato il secondo canale franoso lo si attraversa in piano e, tra le erbe alte e con fatica, si ritrova la traccia che sale ripidamente in un ambiente sempre più severo. Diventa quindi di fondamentale importanza non perdere i bolli segnavia.
In solo due punti ho avuto questo problema: il primo intorno ai 980m circa di quota, mentre risalivo una costa ripida con un canale precipite sul lato SX, tra abeti di grandi dimensioni. La traccia sale decisa verticale ma ad un tratto anche se sembra più giusto ed evidente proseguire dritti essa va lasciata per sportarsi a SX dove infatti si notano i bolli.
Il secondo è al limitare di un piccolo prato ripido in cui il sentiero scompare. Bisogna allora risalirlo per pochi metri verso SX e arrivati nel bosco si rivedono traccia e bolli.
Arrivati sulla costa, che poi altro non è che la cresta W del Piz Stabiuch, si può ammirare la baita dei cacciatori di q.1579 ma soprattutto il paesaggio che lascia senza fiato Si prosegue quindi sulla stessa (con tracce di sentiero) finchè questa non va a morire contro la bastionata rocciosa che sostiene il Baitel de Cogol.
E qui sono cominciati i guai!!!
Bisogna risalire un ripido prato senza più sentiero per circa sessanta metri evitando inizialmente a SX una prima paretina rocciosa e piegando poi a DX fino ad arrivare ad un grosso abete da cui parte l'esile traccia.
Arrivato nei pressi non sono riuscito a trovarla causa erbe alte e calzature non idonee (scarpe leggere da runner) che non tenevano su quel terreno, per questo motivo non mi sono arrischiato a cercare meglio. Scivolare in quel punto significa morire. La traccia, se trovata attraversa questo fianco ripidissimo con rocce e erba finchè si ritrovano delle catene, si supera un tetto quasi strisciando e si risale il bosco di abeti con il sentiero tornato visibile.
Si giunge così sul bellissimo poggio prativo, in cui si trovano i resti del Baitel de Cogol, e lo si risale tutto piegando poi verso E fino ad arrivare sotto l'edificio sommitale che si scala con passaggi non continui di I° grado.
Tourengänger:
Gabrio

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