Iorestoacasa
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Quando un mio caro amico ed ex-collega (che abita in uno dei comuni di quella che è stata la prima zona rossa in Lombardia) mi ha inviato la mail sottostante, mi si è accesa la fantasia e mi sono detto: accontentiamolo!
Ciao Imerio, visto che tutti si inventano un video cazzata…da ridere…..perchè, se non hai ovviamente di meglio da fare, non fai una bella presentazione di un’escursione in casa?
Sentiero da camera a cucina,….scalata da primo a secondo piano, ecc., ecc . Daaaaaaai!!!
Allora ho indossato la giacca a vento (oggi faceva freddo e tirava un’aria gelida), ho preso lo zaino e ho fatto un bel giro in giardino, raccontandolo con terminologia escursionistica.
Ho camminato per circa 15 minuti (soste comprese), con un dislivello di circa 3 m, la giornata è stata piuttosto fredda e non me ne vogliano i miei compagni di escursione se non li ho chiamati a partecipare a questa uscita, ma le condizioni di limitata mobilità a cui siamo sottoposti mi hanno sconsigliato di farlo.
Insomma, se non possiamo uscire dal nostro Comune di residenza e i monti li possiamo solo vedere da lontano (se è sereno!) bisogna pure inventarsi qualcosa...
Tutto si è svolto secondo i dettami di questi giorni, sono rimasto entro i 200 m da casa (anzi sono rimasto in giardino, se si esclude la brevissima digressione sulla riva del Canale Villoresi…), non ho avuto incontri con nessuno e ho fatto un po’ di attività motoria.
Oltre a questa “trovata”, ho anche iniziato un lavoro di costruzione del diario di un mio viaggio in Nepal (trekking compreso) fatto nel 1985, con la premessa di seguito descritta.
Morale: anche da questi periodi di sventura bisogna riuscire a ricavare qualcosa di buono che poi conserveremo nel tempo...
Alla prossima, che speriamo sia a breve e sui monti.
p.s.: mentre scrivo (tenendomi a contatto con tutti gli oggetti metallici vicino a me), sento che il numero dei contagiati di oggi è in calo per il secondo giorno consecutivo, speriamo bene…. e speriamo di aver imparato qualcosa da questa dura lezione (soprattutto nei comportamenti), anche se vedo i nostri politici che, dopo qualche giorno di quiescenza, incominciano nuovamente a mostrarsi le zanne….
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VIAGGIO IN NEPAL
PREMESSA
Intorno ai miei trent’anni, ho effettuato tre grandi viaggi: il primo in Nepal nel febbraio 1985, il secondo in Perù a fine 1985 e il terzo in India a novembre del 1986, tutti fatti in compagnia di Emilio di Pavia, con il quale condividevo la mia attività lavorativa.
Sono state tutte e tre esperienze indimenticabili, dove ho visto paesi molto diversi dal nostro, per cultura, usanze e costumi e dove viaggiavamo solo con il nostro zaino, nel quale c’era tutto quello che ci sarebbe servito per il periodo di soggiorno, che di solito si aggirava intorno al mese di permanenza.
Tutti i viaggi li organizzavamo consultando guide cartacee (allora internet muoveva i primi passi e non offriva tutto ciò a cui oggi siamo abituati) e partivamo solo con il biglietto aereo, tutto il resto lo organizzavamo una volta arrivati a destinazione, cambiando spesso gli itinerari previsti sulla base delle condizioni locali.
Mentre i ricordi degli ultimi due viaggi li ho tradotti in altrettanti diari (battuti con la macchina da scrivere!), che ho potuto fare grazie a sintetiche note che giornalmente scrivevo, allegando anche alcune foto, mi è sempre rimasto il rammarico di non aver fatto la stessa cosa per il primo viaggio, quello in Nepal.
Ogni tanto mi veniva voglia di farlo, ma non avevo mai preso seriamente in considerazione la cosa, anche perché mi chiedevo come avrei potuto scrivere un diario di viaggio a 35 anni di distanza.
Lo scorso inverno questa voglia è cresciuta e quando a Natale un mio caro amico mi ha regalato un libro dal titolo “Senza mai arrivare in cima – viaggio in Himalaya” (il diario di un viaggio in Nepal di Cognetti), l’ho preso come un segno del destino, e mi sono messo all’opera, quasi come una sfida.
Arrivata la primavera ho poi perso l’ispirazione e ho di nuovo accantonato il progetto, riprendendolo infine ora, visto che siamo confinati a casa a causa del malefico Coronavirus.
Per descrivere a ritroso il mio viaggio in Nepal ho quindi riesumato:
• le diapositive scattate durante il viaggio (circa 400), da cui ricaverò alcune foto da allegare alle note scritte
Ciao Imerio, visto che tutti si inventano un video cazzata…da ridere…..perchè, se non hai ovviamente di meglio da fare, non fai una bella presentazione di un’escursione in casa?
Sentiero da camera a cucina,….scalata da primo a secondo piano, ecc., ecc . Daaaaaaai!!!
Allora ho indossato la giacca a vento (oggi faceva freddo e tirava un’aria gelida), ho preso lo zaino e ho fatto un bel giro in giardino, raccontandolo con terminologia escursionistica.
Ho camminato per circa 15 minuti (soste comprese), con un dislivello di circa 3 m, la giornata è stata piuttosto fredda e non me ne vogliano i miei compagni di escursione se non li ho chiamati a partecipare a questa uscita, ma le condizioni di limitata mobilità a cui siamo sottoposti mi hanno sconsigliato di farlo.
Insomma, se non possiamo uscire dal nostro Comune di residenza e i monti li possiamo solo vedere da lontano (se è sereno!) bisogna pure inventarsi qualcosa...
Tutto si è svolto secondo i dettami di questi giorni, sono rimasto entro i 200 m da casa (anzi sono rimasto in giardino, se si esclude la brevissima digressione sulla riva del Canale Villoresi…), non ho avuto incontri con nessuno e ho fatto un po’ di attività motoria.
Oltre a questa “trovata”, ho anche iniziato un lavoro di costruzione del diario di un mio viaggio in Nepal (trekking compreso) fatto nel 1985, con la premessa di seguito descritta.
Morale: anche da questi periodi di sventura bisogna riuscire a ricavare qualcosa di buono che poi conserveremo nel tempo...
Alla prossima, che speriamo sia a breve e sui monti.
p.s.: mentre scrivo (tenendomi a contatto con tutti gli oggetti metallici vicino a me), sento che il numero dei contagiati di oggi è in calo per il secondo giorno consecutivo, speriamo bene…. e speriamo di aver imparato qualcosa da questa dura lezione (soprattutto nei comportamenti), anche se vedo i nostri politici che, dopo qualche giorno di quiescenza, incominciano nuovamente a mostrarsi le zanne….
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VIAGGIO IN NEPAL
PREMESSA
Intorno ai miei trent’anni, ho effettuato tre grandi viaggi: il primo in Nepal nel febbraio 1985, il secondo in Perù a fine 1985 e il terzo in India a novembre del 1986, tutti fatti in compagnia di Emilio di Pavia, con il quale condividevo la mia attività lavorativa.
Sono state tutte e tre esperienze indimenticabili, dove ho visto paesi molto diversi dal nostro, per cultura, usanze e costumi e dove viaggiavamo solo con il nostro zaino, nel quale c’era tutto quello che ci sarebbe servito per il periodo di soggiorno, che di solito si aggirava intorno al mese di permanenza.
Tutti i viaggi li organizzavamo consultando guide cartacee (allora internet muoveva i primi passi e non offriva tutto ciò a cui oggi siamo abituati) e partivamo solo con il biglietto aereo, tutto il resto lo organizzavamo una volta arrivati a destinazione, cambiando spesso gli itinerari previsti sulla base delle condizioni locali.
Mentre i ricordi degli ultimi due viaggi li ho tradotti in altrettanti diari (battuti con la macchina da scrivere!), che ho potuto fare grazie a sintetiche note che giornalmente scrivevo, allegando anche alcune foto, mi è sempre rimasto il rammarico di non aver fatto la stessa cosa per il primo viaggio, quello in Nepal.
Ogni tanto mi veniva voglia di farlo, ma non avevo mai preso seriamente in considerazione la cosa, anche perché mi chiedevo come avrei potuto scrivere un diario di viaggio a 35 anni di distanza.
Lo scorso inverno questa voglia è cresciuta e quando a Natale un mio caro amico mi ha regalato un libro dal titolo “Senza mai arrivare in cima – viaggio in Himalaya” (il diario di un viaggio in Nepal di Cognetti), l’ho preso come un segno del destino, e mi sono messo all’opera, quasi come una sfida.
Arrivata la primavera ho poi perso l’ispirazione e ho di nuovo accantonato il progetto, riprendendolo infine ora, visto che siamo confinati a casa a causa del malefico Coronavirus.
Per descrivere a ritroso il mio viaggio in Nepal ho quindi riesumato:
• le diapositive scattate durante il viaggio (circa 400), da cui ricaverò alcune foto da allegare alle note scritte
• la guida “NEPAL” della collana “I Paesi del Mondo” – Edizioni Futuro di Patrick de Panthouedita nel 1982, che mi ero portato e che ho riletto
• la cartina acquistata a Katmandu (da cm 98 x 80 “LatestTrekking Map– POKHARA TO JOMOSOM MANANG”) riportante la zona di Pokharacon i villaggi e i sentieri dei gruppi del Dhaulagiri, dell’Annapurna e del Manaslu, utilizzata durante il trekking, su cui avevo riportato gli orari di arrivo o di partenza presso alcuni dei villaggi visitati
• il mio vecchio passaporto con i timbri datati dell’arrivo e della partenza dal Nepal e il visto del trekking
• i cassetti della memoria: alcuni ricordi sono ancora ben vivi nella mia mente, altri si sono aperti durante la visione delle diapositive
Miscelando tutto questo ne è uscito il diario che di seguito leggerete, che riproduce in maniera molto fedele quanto ho vissuto in questo indimenticabile viaggio.
Tourengänger:
imerio
Communities: Hikr in italiano
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