Valbella, anello della "cengina brutta" - Val Mastallone


Publiziert von atal , 23. Februar 2020 um 17:30.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:22 Februar 2020
Wandern Schwierigkeit: T5+ - anspruchsvolles Alpinwandern
Wegpunkte:
Zeitbedarf: 9:00

In questo angolo selvaggio e isolato della Val Sesia, dove non arrivano i suoni della nostra civiltà e il cellulare non prende, tra le pozze smeraldine del Rio della Valle e panorami mozzafiato, ho ritrovato il senso di mistero e meraviglia dei primi giri in Valgrande.

Il sentiero 580, ottimamente segnalato con profusione di vernice bianca e rossa, è l'ingresso ad un mondo incantato e fuori dal tempo. Il nostro percorso lascerà presto questo sentiero per seguire, più o meno fedelmente, il tortuoso corso del Rio della Valle, con molti guadi (ne ho contati una decina) e alcuni esposti passaggi obbligati in prossimità dei "guletti", come sembra che vengano chiamate le piccole gole scavate dal torrente. Uno di questi passaggi è noto localmente come "cengina brutta".

Con l'occasione abbiamo toccato alcuni alpi abbandonati e raramente visitati: Guletto, Forgnone e Crosaccia.

Forgnone in particolare, su una ripida dorsale dai fianchi dirupati, è un luogo di rara scomodità, per collocazione e accessi. Ci si chiede come sia stato possibile portare fino a qui il materiale da costruzione (ci sono residui di cemento e di tegole marsigliesi) senza l'ausilio di un elicottero o di una teleferica...

Lo spunto in questo caso è dato dalla OpenStreetMap, mappa online che riceve il libero contributo degli appassionati.

La mappa digitale è molto interessante per la ricchezza toponomastica (decisamente superiore a quella di tutte le mappe in commercio) ma risulta poco chiara come rappresentazione del terreno. Il suo utilizzo in abbinamento ad un GPS aiuta fino a un certo punto perché nei tratti più incassati o sotto parete i satelliti non sono sempre ben visibili e da questo può risultare una lettura non corretta della propria posizione rispetto al percorso segnato.

Quando si lascia il sentiero 580 ci si muove su tracce intermittenti segnalate da qualche taglio, poi - oltre Guletto - si naviga a vista in un ambiente la cui morfologia e asprezza ricordano la Valgrande centrale (zona dell'Arca, per intenderci...).
 
Visti i numerosi guadi, il giro è sconsigliabile dopo piogge abbondanti o in presenza di ghiaccio.

Il percorso
Parto con Ferruccio da Ferrera e mi incammino lungo la strada asfaltata per Valbella, il cui primo nucleo - Valbella Inferiore - si raggiunge dopo essere passati attraverso una ventosa e buia galleria che permette di superare la stretta della valle tra le ripidissime formazioni rocciose conosciute come i "Corni di Valbella". La maggior parte delle case sono ristrutturate ma non ci sono camini che fumano...
Si nota subito rispetto alle costruzioni delle valli dell'Ossola un maggior sviluppo verticale e molte decorazioni murali (trompe l'oeil e simili...), segno che questi luoghi un tempo hanno avuto uno sviluppo come stazioni di villeggiatura.

Da Valbella Inferiore arriviamo in breve a Valbella Superiore, frazione più rustica della precedente, dove termina la strada asfaltata e inizia il sentiero 580. Dopo un primo tratto sulla sinistra idrografica, si guada il Rio della Valle e si prosegue traversando alti sulla sponda opposta. Superato un bivio con il sentiero "non ufficiale" per Dietro Sella (cartello segnaletico, andremo a vedere al ritorno...), in breve si arriva a La Rivaccia (circa 910 m): una baita riattata e altre in rovina. Si capisce fin da questo primo nucleo che qui da queste parti non vedremo tetti di piode come in Ossola ma al loro posto troveremo, eventualmente, coperture in lamiera, come nella vicina Valle Strona.

Ancora un tratto in traverso e il sentiero scende al torrente per attraversarlo in un punto che può risultare problematico dopo piogge abbondanti.
Si prosegue in sponda sinistra per attraversare il piccolo rio Sasso Cassine. Il sentiero sale con alcune svolte sulla destra (N) verso il passo dei Selletti ma noi lo abbandoniamo per seguire una traccia che prosegue parallela al Rio della Valle in direzione NO. Si scende verso il torrente per traversare su rocce un primo tratto incassato (corda fissa). Sarà questo l'unico tratto attrezzato del percorso...

Si prosegue sulla sinistra idrografica fino ad un punto in cui si guada il torrente per continuare sul lato opposto su tracce discontinue. Al cospetto di una grande pozza sovrastata da un enorme masso erratico, si ritorna in sponda sinistra per risalire una ripida boschina dal fondo sconnesso, dove si trovano resti di muretti del vecchio sentiero che qui saliva a tornanti.
Giunti su terreno meno acclive, si traversa a Ovest arrivando così ai ruderi allineati di Guletto (1084).

Si prosegue verso Ovest arrivando sulla sella alle spalle del risalto del Turio (IGM 1124). La traccia traversa ancora a ovest su terreno franoso sotto una parete e porta ad un traverso su roccia, la cengina brutta, che pur presentando numerosi appoggi, è bene evitare in presenza di ghiaccio.
Arrivati in un ombroso bosco la traccia porta al cospetto di una pozza a valle di un tratto in cui il torrente ha scavato profondamente la roccia. Dopo vari tentativi per capire come proseguire, notiamo un muretto dall'altra parte del Rio della Valle. Decidiamo quindi di guadare e proviamo a risalire il ripido pendio esposto a Sud, in prevalenza erboso. Raggiunto il colmo della panoramica dorsale soprastante, la risaliamo arrivando sul piccolo pianoro che ospita i ruderi di Forgnone (circa 1160 m), costruzioni che mostrano segni di un abbandono relativamente recente a dispetto di una collocazione delle più improbabili.

La OpenStreetMap indica un sentiero che da qui scende a NE verso il Rio della Valle, puntando verso l'Alpe Crosaccia (che da qui è visibile, in questa stagione). Questo sentiero, per quello che abbiamo visto, in realtà non esiste: in quella direzione c'è solo un pendio ripidissimo con salti di roccia. Scendiamo quindi lungo la dorsale da cui siamo arrivati e ci caliamo in un ripido bosco a Est fino ad una magnifica pozza verde smeraldo baciata da un tiepido sole. Il luogo è splendido e induce ad una certa rilassatezza ma è meglio non indugiare perché non sappiamo ancora come usciremo da qui...

Traversiamo quindi sulla destra idrografica passando da un pianoro con dei ruderi azzerati (forse è il luogo indicato come Piano del Riale sulla OpenStreetMap...), in una zona dove qua e la si notano frammenti di carbone.
Sulla sponda opposta si vedono bene i ruderi di Crosaccia, che raggiungiamo con un altro guado e una breve risalita su terreno comodo (per gli standard locali).

Crosaccia si trova nel bosco intorno ai 1160 m di quota sulla sinistra idrografica del Rio della Crosaccia, il torrente che scende dalla zona della Bocchetta delle Secchie. Si tratta di tre ruderi principali più resti minori che all'apparenza sono stati abbandonati da più tempo rispetto a Forgnone.
 
La OpenStreetMap mostra un percorso che da Corsaccia traversa a Est fino ad immettersi sul sentiero 580 ma anche di questo percorso non abbiamo trovato nulla: a Est solo dirupi...
Scendiamo quindi al torrente verso SE per un ennesimo guado e proseguiamo sull'ombroso versante esposto a Nord fino a quando un raggio di sole lascia indovinare, nella cresta sopra di noi, la depressione  dei Selletti (1236 m), dove passa il sentiero 580. Saliamo quindi, ramponi ai piedi, un ripido ed esposto versante boscoso su terreno in parte gelato, fino a ritrovare i segni vernice sulla panoramica dorsale, conclusione di un'avventura che ci ha tenuti col fiato sospeso fino alla fine.

Ripreso il sentiero, scendiamo con i piedi costantemente nascosti sotto una coltre di foglie, e traversiamo a Est per ritornare al punto in cui lo avevamo lasciato al mattino. Ripercorriamo quindi il sentiero dell'andata fino al bivio per Dietro Sella (cartello). Un vecchio sentiero (stranamente assente anche da OpenStreetMap), traversa a SO con qualche passaggio tratto esposto e brevi tratti franati, fino a valicare il colletto detto 'l Fêi, e calare sui ruderi di Dietro Sella (901 m), frazione che fu abitata fino agli anni intorno al 1960.

Un'ampia mulattiera traversa a Ovest, supera un canale con un passaggio sorretto da una ponteggia e traversa ancora arrivando ad un bivio segnalato per Valbella Inferiore. Anziché scendere seguendo l'indicazione, decidiamo di proseguire sulla mulattiera che continua a traversare. Ben presto è chiaro perché gli escursionisti non vengano incoraggiati a seguire questo percorso: in corrispondenza ad un canale, la mulattiera è completamente franata. Una traccia scende verso le radici di una pianta sul ciglio della frana, prima di attraversarla su detrito fine. La mulattiera prosegue ancora fino a una dorsale dove, apparentemente, si perde. Il nostro sentiero "digitale" qui indica che bisogna scendere mentre, sembra più corretto traversare ancora prima di calare sulle case isolate visibili anche da Ferrera, a ovest della strettoia dei Corni. Da queste case, su una buona mulattiera, si scende rapidamente al parcheggio.




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Kommentare (14)


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ChristianR hat gesagt:
Gesendet am 23. Februar 2020 um 19:49
Ciao Andreas,

Ben scelto ! Sinceramente penso che Valbella sia il luogo più selvaggio e isolato della Valsesia.

Ho letto da qualche parte che i bambini che vivevano nell'Alpe Pizzole (o Cevia Bassa, non ricordo esattamente) dovevano andare a scuola a Rimella, anche in inverno. Inimmaginabile in questi giorni !

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 23. Februar 2020 um 20:27
Ciao Christian,
prima di decidermi a fare un giro in Val Sesia, avevo guardato le mappe e la particolare morfologia della Valbella mi aveva attratto più di tutte le altre zone. Devo dire che ha superato ogni aspettativa, regalandomi sensazioni uniche.

Riguardo alla notizia degli scolari, mi sembra strano che gli alpeggi (Pizzole o Cevia Bassa, cambia poco) fossero usati anche in inverno.

ChristianR hat gesagt:
Gesendet am 24. Februar 2020 um 08:13
Questo in effetti sembra incredibile. Proverò a trovare l'articolo che ho letto sul WEB.

itineralp hat gesagt:
Gesendet am 24. Februar 2020 um 09:50
Benvenuto in Valsesia Andrea...
La OSM di queste zone è alquanto atipica in quanto molte delle tracce indicate sono state disegnate sulla scorta delle vecchie mappe catastali e non da rilevamento diretto. Questo rientra in un progetto, perseguito da alcuni appassionati, che vogliono evitare che le memorie storiche di queste zone vadano svanendo. Avrai anche notato che OSM riporta un'insolita ricchezza di alpeggi ed edifici sacri: fa sempre parte di questo progetto.
La pagina facebook "Montagne della Valsesia" è un buon serbatoio di informazioni per queste zone.
Ciao

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 24. Februar 2020 um 20:59
Grazie Corrado. E’ tutto un mondo da esplorare...compreso quello delle pagine Facebook sulla Valsesia;-)

Certo che, per chi vuole tornare alle cose stesse (come raccomanda il Filosofo...), con troppe informazioni è un po’ dura riuscire a tirare fuori qualcosa che valga la pena raccontare.

Del resto si sa, a fare giri ignoranti ci si diverte di più...

Ciao,
Andrea

Gesendet am 24. Februar 2020 um 11:19
Ci sono molte "personalizzazioni" delle OSM, una di queste ha dettagli migliori sulle curve altimetriche:
https://maps.refuges.info/
https://www.outdooractive.com/en/routeplanner/
https://www.wanderreitkarte.de/index.php?lang=it
Forse può aiutare, anche se la zona mi sembra mooolto selvaggia

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 24. Februar 2020 um 21:01
Grazie Giorgio. Guarderò poi con calma.

Ti confermo che la zona è davvero molto ma mooolto selvaggia.

Andrea

gbal hat gesagt:
Gesendet am 24. Februar 2020 um 18:26
E' commovente vedere le vostre foto che descrivono un mondo che non c'è più. Si intuisce come dovesse essere grama la vita di questi valligiani e come, appena possible abbiano cercato una sistemazione più umana.
Quanto al GPS dopo aver letto che lo usi mi aspettavo di vedere la tua traccia sulla mappa Hikr. Why not?
Le mappe OSM sono parecchio utili in molti frangenti; questo non pare uno di quelli e inoltre richiedono lo sforzo di collaboratori. Io lo faccio spesso ma ovviamente solo per le zone che conosco o che visito; la traccia GPS registrata mi è spesso utile per editare/correggere la OSM stessa.
Quanto al segnale telefonico/dati anche questa è zona povera di possibilità come del resto la Val Grande tanto per dirne una; in effetti è un ostacolo a visitare certe zone (almeno per me) perchè non si può tacitare l'ansia di chi resta a casa.
Apparecchi diversi, basati sulla comunicazione via satellite possono oggi essere abbordabili (vedi Garmin che ha rilevato una ditta precedente) ma purtroppo richiedono abbonamenti al di là dell'usarli o meno per cui se non si è un professionista dei monti sono di uso costoso.
Bravi a farci conoscere queste vie "sperdute".
Ciao

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 24. Februar 2020 um 21:31
Grazie del commento e dell’apprezzamento.

In effetti è chiaro che, qui come altrove tra le montagne del Nord Italia, fino al secondo dopoguerra si sono ripetuti modi di vivere simili a quelli dei secoli precedenti, in condizioni al limite della pura sussistenza e che poi, in un periodo brevissimo (un paio di decenni) c’è stato un salto antropologico che ci ha proiettati nel mondo che conosciamo, magari senza la tecnologia di oggi, ma con condizioni materiali di vita comunque molto simili a quelle odierne.

Certe testimonianze mute della vita di un tempo non smettono di affascinarmi e, talvolta, commuovermi perché mostrano la costante umana, ciò che fa di noi quello che siamo indipendentemente dalle condizioni materiali e dagli accadimenti del mondo. Gran parte del pensiero umano è stato sviluppato e messo per iscritto senza elettricità e senza acqua corrente...

Riguardo al GPS, si tratta di una app sul telefono del mio socio. Sul mio telefono non le uso perché sono troppo energivore e con il Garmin io non mi trovo comodo.

Ciao

emanuele80 hat gesagt:
Gesendet am 26. Februar 2020 um 09:21
Bellissima e suggestiva esplorazione Andrea!
Spero di vedere altri tuoi giri in zona valsesiana perché sono luoghi che meritano molto ed anche le aree più blasonate nascondono angoli selvaggi dove le presenze umane scarseggiano.
Ed immagino ci sia tanto da riscoprire riguardo al passato.

Ciao,
Emanuele

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 26. Februar 2020 um 21:35
Ciao Emanuele,
mi fa piacere che tu abbia apprezzato.

La zona visitata mi è piaciuta molto e mi ha lasciato la voglia di fare altri giri in Valsesia.

Riguardo al passato, qui ci sono gruppi e singoli appassionati che si danno da fare già da molto tempo, anche nel documentare, quindi lo spazio per la (ri)scoperta è forse un po’ ridotto rispetto all’Ossola.

Questo non toglie che ci siano ambienti molto belli e fuori dal mondo, che vale comunque la pena conoscere e misurare al ritmo dei propri passi.

Ciao,
Andrea

popilen hat gesagt: Percorsi OSM in Valbella
Gesendet am 9. April 2020 um 03:49
Ciao Atal, bel giro, l'ho seguito con interesse, anche perché sono il mappatore di OSM che ha mappato diversi percorsi abbandonati in Valbella, compreso quel tratto che non avete trovato e vi ha fatto tribulare da Crosaccia verso Pissole

Come ha scritto sopra l'amico itineralp in Valsesia alcuni appassionati mappano i percorsi storici abbandonati per non perderne la memoria e per poter magari tentare di ripercorrerli in stile ravanagé con l'aiuto di un buon GPS

Per i percorsi che paiono "arditi" già solo ad annusarli è sempre bene aprire la relativa scheda dove si può leggere qualche informazione in più, come puoi vedere in questo link
https://www.openstreetmap.org/way/670090123#map=17/45.88385/8.20537

Con altri appassionati ho avviato l'inventario degli alpeggi della Valsesia, che al momento è ancora ai sui primi passi ma promette di camminare bene.
Non avendo altre foto del Guletto e della Crosaccia in quell'inventario ho linkato alcune tue foto che hai pubblicato in questo post.

Come è combinato l'inventario lo puoi vedere in questo link, e se ci fai dentro un giro magari puoi trovare ispirazione per qualche altra divertente ardita ravanata
https://docs.google.com/spreadsheets/d/1oeekqORZFCMdJJvKJPoPOixmbpFwZ-iJN3LXe3ZRSWU/edit#gid=0

Alegru !

atal hat gesagt: RE:Percorsi OSM in Valbella
Gesendet am 10. April 2020 um 13:44
Grazie popilen. Sicuramente trarrò ispirazione dai link che mi hai mandato. Qualcuno lo avevo già sbirciato, in effetti, perché - quale che sia la zona che mi interessa - la mia curiosità si accende soprattutto per ciò che è fuorivia, abbandonato, dimenticato o sul punto di esserlo e poco o per nulla documentato. Il mondo antico che è scomparso, insomma, o come ha scritto il comune amico Itineralp sul suo sito, la montagna rifiutata, quel mondo difficile a cui l'uomo ha voltato le spalle.

Mi fa piacere che tu abbia linkato alcune delle mie foto, anzi, direi che è un onore per un novellino della Valsesia come me!

Chissà che non ci sia, quando tutto questo sarà finito, l'occasione per condividere qualche ravanage...

Stammi bene,
Andrea

popilen hat gesagt: RE:Percorsi OSM in Valbella
Gesendet am 10. April 2020 um 20:06
Ciao Andrea, grazie per la risposta.
Se hai aperto l'inventario degli alpeggi avrai notato che il tuo nikname è evidenziato in rosso.
Ciò sta a dire che per quelle foto non abbiamo l'assenso a un libero utilizzo, e che quindi possono essere solo linkate.
Qualora tu volessi concedere quel libero utilizzo allora quelle foto potranno essere pubblicate anche nei post di Montagne della Valsesia relative al progetto "Enarpa" , dove ci proponiamo di citare sempre l'autore, e magari anche in successive pubblicazioni su schede web facilmente stampabili su carta, dove facciamo conto di salvare in riassunto questo enorme lavoro di ricerca dall'obsolescenza dei sistemi informatici oggi in uso.

Qualche ravanage in compagnia è sempre gradito, devi però tener conto che sono un vecchietto settantenne un po' stordito che riesce a camminare solo con quel poco fiato e cuore che gli resta, e sempre "con le mani in tasca" nel senso che non amo arrampicare.

Se vuoi provare in questi tempi di prigionia a farti un giro virtuale con me nei luoghi che amo , apri questo link ...
https://www.facebook.com/groups/661435740669412/permalink/1237186549760992/
Sono convinto che quella passeggiata ti piacerà, quanto è piaciuto a me il tuo avventuroso andare nei reconditi angoli della Valbella

Alegru !
Giovanni


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