Valserberg (2504 m)

Con Rosanna e Jean ci siamo conosciuti al corso di alpinismo, 8 anni fa. Jean è originario di Nendaz, a due passi da dove passo le mie estate in Vallese, quindi tante volte ci siamo sentiti per pensare di fare qualcosa assieme, ma le nostre vacanze non si incrociavano mai! Oggi però ci siamo dati appuntamento per fare qualcosa con gli sci. Io ho ben specificato che la meta deve essere super-facile, che con gli sci sono davvero scarso! Alla fine la loro proposta (il Valserberg) mi sembra perfetto! Così ci mettiamo d’accordo per trovarci ad Arbedo e quindi raggiungere Hinterrhein.

Senza fretta, ci prepariamo e ci incamminiamo. La traccia che va al Valserberg c’è, anche se sembra che oggi tutti siano andati a fare il Chilchalphorn…! Ad ogni modo, la salita è veloce e redditizia, merito anche del ritmo che Jean detta. Dietro, io e Rosanna ne approfittiamo per chiacchierare un po’. In un attimo siamo a Wald, dove all’incirca un anno fa mi fermai, dopo aver faticato in un’assurda ravanata con gli sci. Ancora un po’ di salita, mai ripida, e siamo in prossimità del Valserberg. Qui incomincia (ovviamente, trattandosi di un passo) a soffiare un forte vento, e così la mia idea di fare una cimetta lì a fianco (il P2618) tramonta. Il panorama è un po’ chiuso. Ci domandiamo su quale sia la valle che vediamo sotto di noi (una laterale della valle di Vals). Velocemente spelliamo e ci buttiamo in discesa. I primi 500 metri (ma davvero 500, non di più!) sono perfetti, come in pista, tanto da farmi esclamare che ho capito perché faccio una fatica tremenda a sciare, perché la neve non è quella giusta! Sfortunatamente, subito dopo le cose cambiano dal giorno alla notte, e tutta la magia svanisce. Fatica boia e divertimento zero. Ci fermiamo un po’ a mangiare e quindi terminiamo la discesa. Per me è una sofferenza tale che decido di fare un lunghissimo “diversivo” seguendo la stradina, per evitare la discesa diretta. Ancora un attimo e mi ricongiungo ai miei amici, con cui ci dirigiamo alla macchina.

Insomma, con oggi posso dire che, no, gli sci non fanno per me! Già erano nella mia mente un mezzo e non un fine, ma se anche una discesa facile sulla carta come questa rappresenta per me una sofferenza, non ci siamo!

P.S. relativamente alla mia meta, mi domandavo come mai un passo abbia preso il nome di “Berg” che, se non erro, vuol dire “montagna”. Chissà se siso, attento conoscitore della toponomastica, potrà venirmi in aiuto?!