Castelli e chiese romaniche in Lomellina


Publiziert von paoloski , 17. Oktober 2018 um 16:35.

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:14 Oktober 2018
Wandern Schwierigkeit: T1 - Wandern
Wegpunkte:
Zeitbedarf: 8:15
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Da Varese autostrada A26 in direzione di Genova ed uscita a Vercelli Est. Robbio dista una quindicina di chilometri poi il giro percorre perlopiù strade provinciali pochissimo trafficate ma strette e percorse da grandi mezzi agricoli. L'itinerario è percorribile anche in bicicletta anche se le indicazioni per il percorso sono spesso frammentarie.
Zufahrt zum Ankunftspunkt:Giro ad anello, per tornare da Mortara abbiamo raggiunto, senza entrarvi, Novara e da qui Oleggio e Gallarate.
Unterkunftmöglichkeiten:Vari alberghi e B&B in zona. L'Abbazia di Sant'Albino a Mortara accoglie quanti percorrono la Via Freancigena.

Poca voglia di andare in montagna, oltretutto dovrei andarci da solo perchè le mie "socie" sono entrambe occupate. Vista la positiva esperienza di settimana scorsa propongo quindi ad Anna di continuare la nostra esplorazione della Lomellina alla ricerca di testimonianze del Romanico di cui entrambi siamo appassionati. Studio la Guida Rossa del Touring e individuo un circuito che ci permetterà di passare una bella giornata fra emergenze artistiche ed architettoniche notevoli.
Partiamo con tutta calma, prendiamo la A26 fino all'uscita di Vercelli Est e da qui raggiungiamo la non lontana Robbio, prima tappa del nostro tour, Parcheggiamo e raggiungiamo il centro cittadino, poco lontano ecco la chiesa di San Michele, all'interno si sta svolgendo la messa per cui ci limitiamo ad ammirare l'esterno caratterizzato da un rosone e da un portale riquadrati in cotto. Raggiungiamo quindi il Castello, questo è stato stravolto, cosiccome tanti altri monumenti della zona, da una furia rinnovatrice che fra fine '800 ed inizio '900  ha trasformato tanti magnifici esempi di architetture romaniche, gotiche e barocche in improbabili e stucchevoli esempi di architettura "medioevale". Il castello di Robbio non solo non è sfuggito alle attenzioni di questi innovatori ma è anche stato circondato da un intero quartiere di case e palazzetti irti di torrette, pinnacoli e finestre a sesto acuto. Ci riappacifichiamo con la cittadina raggiungendo la piccola ma bellissima chiesa di San Pietro, un autentico gioiello riportato alle primitive forme romaniche grazie ai restauri degli anni '60 del secolo scorso. All'interno dei pregevoli affreschi, sul retro un parchetto acceso dai primi colori dell'autunno. Torniamo verso San Michele solo per scoprire che, finita la funzione, la chiesa è stata chiusa. Girovaghiamo ancora un po' per Robbio, facciamo una breve visita alla parrocchiale settecentesca e poi risaliamo in auto per raggiungere Cozzo, la seconda tappa del giro odierno.
Il paese è veramente piccolo ma possiede uno dei castelli meglio conservati della zona, un edificio che dal '400 appartiene alla stessa famiglia: i Gallarati Scotti che nel corso dei secoli l'hanno vieppiù ampliato ma, soprattutto, ne hanno curato la manutenzione.
Ci spostiamo nella vicina Candia solo per scoprire che la chiesa non è visitabile. Ci rimettiamo in auto per raggiungere Breme, lungo il tragitto però facciamo una breve sosta per ammirare la piccola chiesa detta del "Pollicino", denominazione che non si riferisce alle ridotte dimensioni ma è da far risalire al fiume Po che scorre poco lontano. Infine eccoci a Breme, uno degli atout del nostro percorso. Qui si trovano concentrati infatti diversi importanti monumenti. Parcheggiamo nel minuscolo borgo e raggiungiamo la chiesa parrocchiale, l'esterno conserva l'aspetto a capanna originario ma l'interno è uno dei peggiori esempi di neogotico tardo ottocentesco che abbia mai visto: non è stato risparmiato nulla, ogni particolare è stato stravolto per assumere un nuovo aspetto che non si può che defire se non come Kitsch. Raggiungiamo l'abbazia distante un centinaio di metri ed i nostri animi sono risollevati non solo dalla bellezza del complesso ma anche dalla capacità degli amministratori e degli abitanti di valorizzare i propri monumenti: cartelli esplicativi semplici ma ben scritti, spiegazioni esaurienti in grado di farci fare una visita in piena autonomia ma "guidati" da una miriade di spiegazioni e suggerimenti. Visitiamo la cripta, decisamente notevole, quindi alcuni locali dell'abbazia fra cui, interessantissima e perfettamente conservata, la cucina. Il battistero, retrostante la chiesa parrocchiale, conserva solo le forme esterne romaniche mentre l'interno è stato sacrificato per trasformarlo in una cappella dedicata a San Barnaba. Resta comunque l'impressione molto positiva del paese, incrementata anche dalla scoperta del sito web del Comune che è sicuramente uno dei migliori che mi sia mai capitato di vedere. Per un paese che ha poco più di 300 abitanti la cosa è notevole e degna di ammirazione, a dimostrazione che spesso più che i finanziamenti servono la volontà e l'intelligenza.
Si approssima l'ora di pranzo ma Breme non sembra offrire nulla per soddisfare le esigenze dello stomaco, ci spostiamo quindi fino alla prossima Sartirana Lomellina facendo una breve sosta per fotografare una miriade di uccelli acquatici che sostano in una lanca del Po. Parcheggiamo nella grande piazza di Sartirana, dominata dal grande castello sovrastato da una torre decisamente singolare. Entriamo, il custode ci propone la visita all'edificio ed alle collezioni. Il castello ospita infatti una miriade di opere d'arte contemporanee, oggetti di design e abiti d'alta moda. Il percorso si snoda per le numerose sale al piano terreno ed al primo piano, alcune affrescate da stemmi o motivi decorativi. Concludiamo la visita nell'attiguo parco e poi chiediamo al custode consiglio per recarci a pranzo. Ci indica un ristorante poco distante descrivendolo come ottimo e non caro. In effetti il "Canaja" si dimostra essere, nonostante il nome poco invitante, un ottimo locale dove mangiare a prezzi che per noi varesini sono decisamente inusuali.
La prossima tappa è un altro dei punti forti del nostro percorso: Lomello che, oltre ad aver dato il suo nome all'intera regione, ha numerosi monumenti eccezionali e degni di una visita non frettolosa.
Parcheggiamo nella piazza principale del borgo e ci dirigiamo verso il castello non senza aver prima acquistato un cartoccio di caldarroste dal banchetto della locale sezione Alpini.
Il castello per quanto assai trasformato conserva ancora un aspetto severo e la torre del ponte levatoio con tracce del fossato. Gli affreschi all'interno non sono visibili in quanto l'edificio, oggi sede del Municipio, è chiuso. Ma noi siamo venuti a Lomello per vedere il complesso formato dall'abbazia e dal battistero, considerati due capolavori dell'architettura romanica lombarda.
Avendo in mente solo alcune vecchie foto in bianco e nero della pregevole collana dello Zodiaque, ben nota ad ogni appassionato di Romanico, rimaniamo piacevolmente colpiti dalla sistemazione delle vie e del piazzale antistante la chiesa ed il battistero: quello che era uno sterrato polveroso è stato ricoperto da un acciottolato molto più consono al luogo.
Giriamo attorno agli edifici quindi entriamo attraversando i resti delle prime tre navate della chiesa, la cui copertura crollò a causa del terremoto del 1117 senza essere più ripristinata, venne infatti semplicemente tamponato l'arco della terza campata a chiudere l'edificio. Accediamo ad un piccolo locale dove ci accoglie il custode, acquistiamo i biglietti e attraverso uno stretto pertugio veniamo introdotti nella chiesa, che è decisamente grande, spoglia come tutte le chiese monastiche ma luminosa e non priva di alcune caratteristiche peculiari. L'impianto è a croce latina non ortogonale, delle tre navate solo la centrale, più alta, è coperta a capriate. Archi e navatelle appoggiano su pilastri in laterizi. In alto accanto alla prima finestra un rilievo a stucco, probabile superstite di una decorazione che continuava per tutto il claristorio.
Raggiungiamo l'abside e scendiamo alla cripta, scoperta solo durante i restauri del 1944, tramite una scala posta alle spalle dell'altare maggiore. Con tutta evidenza si tratta della parte absidale di una chiesa precedente, piuttosto rustica e forse coeva del vicino Battistero.
Tramite un corridoio usciamo dalla chiesa per raggiungere il vicino Battistero di San Giovanni ad Fontes, un edificio la cui costruzione risale al secolo V e fu sopraelevata nel VII. L'impianto è ottagonale con quattro bracci disposti a croce alternati da altrettante absidiole circolari. Su una di queste rimangono tracce di affreschi. Al centro i resti della vasca battesimale ad immersione di forma esagonale. Anche qui vi sono tracce di affreschi. Nei locali dell'attiguo monastero è stao allestito un museo degli stucchi dove si trovano i calchi delle poche decorazioni rimaste nella chiesa. Nel giardino si trovano delle coperture di sepolcreti di epoca romana, su un muro della chiesa una meridiana ed un affresco rappresentante l'assedio di Lomello. Concludiamo la nostra visita con un ulteriore giro tutt'intorno al complesso abbaziale per poi dirigerci verso la piazza dove si trova la dismessa chiesa di San Rocco, da qui raggiungiamo la non lontana chiesa di San Michele del secolo XII - XIII che dietro la facciata settecentesca conserva l'interno romanico a tre navate con tracce di affreschi ed un imponente tiburio ottagonale molto sopraelevato.
Il nostro tour si approssima alla fine: penultima tappa è Gambolò che conserva ancora tre porte medioevali ed è occupata per un quarto della superficie dal castello e dai suoi annessi.
La chiesa parrocchiale si trova nella stessa piazza in cui sorge il Municipio, un edificio ottocentesco porticato tipicamente sabaudo, è di origine romanica ma di tale periodo rimane solo il campanile essendo il resto dell'edificio stato rifatto in stile neogotico nel 1890, se l'esterno può essere ancora accettabile per la sua sobrietà, l'interno è un autentico delirio decorativo che spinge ad interrogarsi sulle ragioni di questa volontà di cambiamento intervenuta a cavallo del secolo. Le decorazioni in sè non sono ne brutte nè di cattivo gusto ma è la loro sovrabbondanza, l'accostamento di colori, nonchè l'horror vacui che ha fatto si che ogni centimetro quadro della superficie venisse ricoperto da tessere dorate, motivi floreali, false grotesquegrisaille a far si che il tutto appaia come un opprimente pastiche.
Raggiungiamo il castello, l'accesso monumentale che sale dall'esedra situata nella parte bassa della città è in restauro per cui vi accediamo per una strada che supera il fossato. Sulla destra vi è una villa con una corte porticata, sulla sinistra i campi coperti della locale bocciofila, un bar ristorante ed un grande parcheggio. Poco più avanti un enorme spiazzo prativo, una volta campo sportivo oggi luogo dedicato a spettacoli. Uno dei lati è concluso da un porticato rinascimentale a colonne binate, da una porta d'angolo si accede al Museo Archeologico della Lomellina.
Ritorniamo all'auto per raggiungere Mortara, ultima tappa odierna. In centro città il monumento principale è la bella chiesa parrocchiale di San Lorenzo, è un edificio gotico, probabile opera di Bartolino da Novara e sorta su una precedente chiesa romanica di cui rimane il campanile. Anche qui gli ammodernamenti neogotici hanno alterato notevolmente l'aspetto esteriore ma hanno fortunatamente risparmiato l'interno. Non riusciamo a visitare compiutamente la chiesa essendoci in corso una funzione, ci limitiamo ad ammirarne il grande volume diviso in tre campate da colonne cruciformi e adapprezzare un paio di opere d'arte poste sulle pareti.
L'altro atout di Mortara è l'abbazia di Sant'Albino posta all'esterno della circonvallazione cittadina. Arrivarci non è semplice: mancano, come sempre o quasi in Italia, le indicazioni ed il navigatore mi porta a poca distanza ma su una stradina aperta al solo traffico pedonale. Un abitante del posto mi fa parcheggiare accanto a casa sua e ci da le indicazioni per raggiungere la chiesa attraverso campi di riso ed un sottopasso della circonvallazione. La chiesa è chiusa ma vi è un gruppo di donne che sta uscendo da un annesso dell'abbazia, chiedo se è possibile visitarla e ci viene risposto di si, veniamo accolti dal parroco di Mortara che ci offre una visita guidata dell'abbazia illustrandocene la storia, gli affreschi e i vari aneddoti che nel corso di quasi 1500 anni hanno riguardato questo edificio che è ancora oggi, come nei secoli passati, uno dei posti tappa sulla Via Francigena diretta a Roma.

La Lomellina si conferma essere un luogo ricchissimo di storia e monumenti. Non per niente l'ente turistico locale la pubblicizza anche come Piccola Loira con chiaro riferimento agli innumerevoli castelli che la costellano. Non meno importanti sono però le testimonianze del Romanico che vi si trovano, con alcuni esempi come San Pietro a Robbio ed il complesso abbaziale di Lomello che sono autentici capolavori.
Il mangiare in zona costituisce poi sempre una piacevole sorpresa: ottima cucina a prezzi contenuti.

Tourengänger: paoloski, annna


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