Costa Tardiva e rifugio Chaligne
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Dalla frazione di Petit Bhutier abbandoniamo la strada, calziamo subito le racchette e alle ore 10 iniziamo a salire per ampi campi di neve. La nostra meta è visibile in alto sulla destra, è una cresta sub-orizzontale contraddistinta da un ripetitore sul suo ultimo dosso settentrionale. Il pendio è percorso dalle tracce di un "esercito" di sci-alpinisti. Saliamo toccando un casolare dopo l'altro, il mio socio con linee più dirette, io con qualche tornante in più. La neve è compatta, con le ciaspole andiamo benissimo. Sbuchiamo in vista del rifugio Chaligne, chiuso per neve e che raggiungiamo con un traverso qualche metro più in basso della strada poderale che arriva anch'essa da Bhutier. La vista è già aperta sulle montagne della Valpelline: Grand Combin, Mont Gelé, Dent d'Hérens, Becca di Luseney mentre in fondo spunta il Cervino. Fino a qui abbiamo impiegato 1h30.
Al rifugio sostiamo 15 minuti, ci consultiamo e decidiamo come proseguire. Ci incamminiamo lungo la strada poderale che sale dolcemente in direzione nord tagliando i pendii della Costa Tardiva. Prima di raggiungere il tornante che ne inverte la direzione tagliamo a sinistra nel bosco per una marcata traccia nella neve. Riattraversiamo la poderale e continuiamo a salire nel bosco lungo la traccia fino a sbucare sulla Costa Tardiva a circa 2270 metri, un pò sotto il ripetitore.
Nell'ultima ora ho fatto molta fatica, un pò perché da sempre con le ciaspole comincio a soffrire attorno agli 800-900 metri di dislivello e un pò perché non mi sono deciso a fare una sosta-pranzo corroborante. Mi fermo per mangiare circa 50 metri sotto il ripetitore, che il mio socio ha intanto raggiunto, e sono dell'idea che la mia salita termini qui. Invece dopo pranzo in pochi minuti raggiungo il socio al ripetitore, situato sul dosso più basso e più a nord tra quelli che caratterizzano la Costa Tardiva, a 2350 metri. Questi ultimi 50 metri di salita sono un più ripidi dei precedenti e in un paio di punti, per qualche metro, bisogna fare un pò di attenzione per non scivolare. Ho impiegato 4 ore, compresi 45 minuti di sosta, quanto prevedevo (o temevo) di impiegarci ma con le ciaspole vado così ed era tanto che non facevo 1000 metri di dislivello in inverno.
La vista si è ora ampliata verso nord al dirimpettaio vallone di Menouve con il Mont Vélan e il piccolo rilievo del Monte Paglietta, da me descritto alcuni anni fa. L'alta valle del Gran San Bernardo è invece avvolta da una nuvola dalla quale spuntano, ma più lontane, l'Aiguille de Triolet e il Mont Dolent. Verso sud appaiono la Grivola e alcuni satelliti del Gran Paradiso.
Dal ripetitore raggiungiamo un dosso successivo, quello con il palo metallico a quota 2380, e qui decidiamo di scendere per il pendio orientale in modo da arrivare molto più vicino al rifugio rispetto alla traccia di salita. Quasi subito scegliamo la massima pendenza, la neve è ottima. Entrati nel bosco arriviamo sul traverso alto della poderale, cerchiamo la zona migliore per fare la traccia nel bosco e scendiamo fino al traverso basso della poderale a pochi minuti dal rifugio.
Qui, dopo 15 minuti di sosta, percorriamo in discesa i pendii aperti dell'andata con l'unico neo che ormai il Sole ha abbandonato questo versante che guarda in parte a nord. Si conclude un'escursione di soddisfazione, in cui ho sputato un pò l'anima per un tratto ma in un ambiente che ci è piaciuto e in una giornata magnifica. Tempo impiegato da me: 6 ore effettive, 7 comprese le soste. Invece di un personalissimo "WT2+" ho scelto la difficoltà WT3 per gli ultimi metri di salita e per i tratti in discesa in alto e nel bosco. Da notare che la gita ci è stata segnalata da un amico che purtroppo ha dovuto rinunciare ma pensiamo proprio che rimedierà.
Al rifugio sostiamo 15 minuti, ci consultiamo e decidiamo come proseguire. Ci incamminiamo lungo la strada poderale che sale dolcemente in direzione nord tagliando i pendii della Costa Tardiva. Prima di raggiungere il tornante che ne inverte la direzione tagliamo a sinistra nel bosco per una marcata traccia nella neve. Riattraversiamo la poderale e continuiamo a salire nel bosco lungo la traccia fino a sbucare sulla Costa Tardiva a circa 2270 metri, un pò sotto il ripetitore.
Nell'ultima ora ho fatto molta fatica, un pò perché da sempre con le ciaspole comincio a soffrire attorno agli 800-900 metri di dislivello e un pò perché non mi sono deciso a fare una sosta-pranzo corroborante. Mi fermo per mangiare circa 50 metri sotto il ripetitore, che il mio socio ha intanto raggiunto, e sono dell'idea che la mia salita termini qui. Invece dopo pranzo in pochi minuti raggiungo il socio al ripetitore, situato sul dosso più basso e più a nord tra quelli che caratterizzano la Costa Tardiva, a 2350 metri. Questi ultimi 50 metri di salita sono un più ripidi dei precedenti e in un paio di punti, per qualche metro, bisogna fare un pò di attenzione per non scivolare. Ho impiegato 4 ore, compresi 45 minuti di sosta, quanto prevedevo (o temevo) di impiegarci ma con le ciaspole vado così ed era tanto che non facevo 1000 metri di dislivello in inverno.
La vista si è ora ampliata verso nord al dirimpettaio vallone di Menouve con il Mont Vélan e il piccolo rilievo del Monte Paglietta, da me descritto alcuni anni fa. L'alta valle del Gran San Bernardo è invece avvolta da una nuvola dalla quale spuntano, ma più lontane, l'Aiguille de Triolet e il Mont Dolent. Verso sud appaiono la Grivola e alcuni satelliti del Gran Paradiso.
Dal ripetitore raggiungiamo un dosso successivo, quello con il palo metallico a quota 2380, e qui decidiamo di scendere per il pendio orientale in modo da arrivare molto più vicino al rifugio rispetto alla traccia di salita. Quasi subito scegliamo la massima pendenza, la neve è ottima. Entrati nel bosco arriviamo sul traverso alto della poderale, cerchiamo la zona migliore per fare la traccia nel bosco e scendiamo fino al traverso basso della poderale a pochi minuti dal rifugio.
Qui, dopo 15 minuti di sosta, percorriamo in discesa i pendii aperti dell'andata con l'unico neo che ormai il Sole ha abbandonato questo versante che guarda in parte a nord. Si conclude un'escursione di soddisfazione, in cui ho sputato un pò l'anima per un tratto ma in un ambiente che ci è piaciuto e in una giornata magnifica. Tempo impiegato da me: 6 ore effettive, 7 comprese le soste. Invece di un personalissimo "WT2+" ho scelto la difficoltà WT3 per gli ultimi metri di salita e per i tratti in discesa in alto e nel bosco. Da notare che la gita ci è stata segnalata da un amico che purtroppo ha dovuto rinunciare ma pensiamo proprio che rimedierà.
Hike partners:
andrea62

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