Ferrata Nasego e Rif. Nasego
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Le informazioni su questa ferrata vanno un po' prese con le pinze. Inizialmente abbiamo scoperto questa ferrata grazie all'escursione di Menek, in seguito abbiamo letto anche questo sito e VieFerrate.
Si trovano altre fonti di informazioni sul web che non abbiamo consultato. Prima dell'escursione non sapevamo cosa aspettarci, dopo che Menek accennava a grandi fatiche e pioli inesistenti, mentre VieFerrate e l'altro sito parlavano di "media difficoltà con qualche breve strappetto leggermente più difficile". Metterei un mio punto di vista, ovvero che la difficoltà stia nel mezzo: forse Menek, alla sua terza ferrata, quel giorno ha trovato un osso duro da superare, di lunghezza non indifferente (3 ore), belle esposizioni e alcuni passaggi tecnici non banali. Ma comunque complimenti a loro proprio perchè era la terza ferrata!! Gli altri due siti sono forse uno troppo "semplicista" e l'altro adatto a ferratisti esperti, indi, tralasciava alcuni dettagli sui 4 o 5 tratti tecnici. Tratti che, per un ferratista esperto, sono di media difficoltà: occorre un po' di forza di braccia, una buona triangolazione del corpo (una buona base/tecnica di arrampicata) e un po' di atletismo per spaccate e caricamenti. Non dimentichiamo anche (fondamentale) uno sfruttamento ottimale delle leve umane per non issarsi alla "ghiso tutto e subito", ma salendo economizzando le energie. Cose ovvie per chi conosce i ferri del mestiere, ma non per chi è agli inizi.
Ma oggi è stato interessante osservare 4 tipologie di persone su questa ferrata: noi!
Andrea: leve lunghe,buona forza, pochissima tecnica di arrampicata, poco sfruttamento delle leve. Nel complesso si è divertito, nei punti "tecnici" ha fatto molta fatica, ma ne è sempre uscito bene, tirando spesso a più non posso, un po' di trucchetti (per esperienza) sulle ferrate lo hanno ben aiutato.
Io: leve corte, buona forza, buona tecnica di arrampicata/triangolazione, massimo sfruttamento delle leve. Non ho percepito grosse fatiche, nel complesso è stato molto divertente e ben gestito. Le braccia non erano stanche alla fine. In qualche passaggio, però, è servita davvero molta forza. Unico neo...l'altezza e l'esposizione marcata di alcuni tratti richiedono sempre un autocontrollo costante, brrrr !!!
David: di passagio dalla Spagna è incappato in questo tour inatteso sui ferri del bresciano. Probabilmente non si aspettava una cosa del genere ma alla fine si è divertito. Tantissima forza di braccia, qualche base di arrampicata e tantissimo coraggio! Anche nelle sezioni più complesse, pur essendo neofita della ferrata, ne è uscito con grande prova fisica, un vero brazo de hierro!
Martina: una passeggiata tra i fiori per lei: nessun problema di difficoltà, forza, stanchezza o tecnica. Sui passaggi tecnici gli sbadigli erano di prassi e le mani senza guanti promuovono a PowerGirl la suddetta ferratista. Se solo la roccia non fosse stata quasi sempre marcia forse la catena non sarebbe nemmeno servita..
BREVE DESCRIZIONE DELLA FERRATA: giunti all'attacco sappiamo che la ferrata è divisa in 5 settori, ci sono probabilmente delle vie di fuga ma non le abbiamo viste (probabilmente vanno cercate sui pericolosissimi prati scivolosi...). Il primo tratto inizia con facili passaggi, giusto per scaldarsi le mani. Via via si arriva a tratti più verticali e in particolare una dozzina di metri verticali con appigli tecnici e qualche staffa. Esposizione marcata, difficoltà medio/alta. Nel secondo tratto si riparte salendi di traverso in una spaccatura (superando un albero) con qualche passaggio di forza ma meno esposizione del primo tratto. Il terzo tratto è facile, una serie di traversi lunghi, quello sulla cengia forse un po' più aereo ma zero difficoltà. L'attacco del quarto tratto è facile in un canalino con rocce sporche e tanta terra. Dopo qualche passaggio tecnico ecco il punto più tosto della ferrata, meglio arrivarci non troppo stanchi. Qualche metro strapiombante con pochi appigli (passar via veloci) e si arriva ad un intaglio. Poi un altro traverso. Si aggira un grosso torrione e si risale di alcuni metri (tosti). Poi il punto, a mio avviso, pià "pesante" per che soffre di vertigini: una micro cengia orizzontale a diversi metri di altezza, da percorrere con cautela. Nessuna difficoltà tecnica. L'uscita è semplice. Il quinto tratto ha solo un breve passaggio di forza di pochi metri, per nulla esposto, e poi l'uscita sul prato sommitale.
Per la discesa si continua per il sentiero oltre la croce e si scende al rif. Nasego, visibile. Dal rifugio ci sono 3 sentieri che riportano verso la macchina (la direttissima è la più veloce e non ha nessuna difficoltà)
Si trovano altre fonti di informazioni sul web che non abbiamo consultato. Prima dell'escursione non sapevamo cosa aspettarci, dopo che Menek accennava a grandi fatiche e pioli inesistenti, mentre VieFerrate e l'altro sito parlavano di "media difficoltà con qualche breve strappetto leggermente più difficile". Metterei un mio punto di vista, ovvero che la difficoltà stia nel mezzo: forse Menek, alla sua terza ferrata, quel giorno ha trovato un osso duro da superare, di lunghezza non indifferente (3 ore), belle esposizioni e alcuni passaggi tecnici non banali. Ma comunque complimenti a loro proprio perchè era la terza ferrata!! Gli altri due siti sono forse uno troppo "semplicista" e l'altro adatto a ferratisti esperti, indi, tralasciava alcuni dettagli sui 4 o 5 tratti tecnici. Tratti che, per un ferratista esperto, sono di media difficoltà: occorre un po' di forza di braccia, una buona triangolazione del corpo (una buona base/tecnica di arrampicata) e un po' di atletismo per spaccate e caricamenti. Non dimentichiamo anche (fondamentale) uno sfruttamento ottimale delle leve umane per non issarsi alla "ghiso tutto e subito", ma salendo economizzando le energie. Cose ovvie per chi conosce i ferri del mestiere, ma non per chi è agli inizi.
Ma oggi è stato interessante osservare 4 tipologie di persone su questa ferrata: noi!
Andrea: leve lunghe,buona forza, pochissima tecnica di arrampicata, poco sfruttamento delle leve. Nel complesso si è divertito, nei punti "tecnici" ha fatto molta fatica, ma ne è sempre uscito bene, tirando spesso a più non posso, un po' di trucchetti (per esperienza) sulle ferrate lo hanno ben aiutato.
Io: leve corte, buona forza, buona tecnica di arrampicata/triangolazione, massimo sfruttamento delle leve. Non ho percepito grosse fatiche, nel complesso è stato molto divertente e ben gestito. Le braccia non erano stanche alla fine. In qualche passaggio, però, è servita davvero molta forza. Unico neo...l'altezza e l'esposizione marcata di alcuni tratti richiedono sempre un autocontrollo costante, brrrr !!!
David: di passagio dalla Spagna è incappato in questo tour inatteso sui ferri del bresciano. Probabilmente non si aspettava una cosa del genere ma alla fine si è divertito. Tantissima forza di braccia, qualche base di arrampicata e tantissimo coraggio! Anche nelle sezioni più complesse, pur essendo neofita della ferrata, ne è uscito con grande prova fisica, un vero brazo de hierro!
Martina: una passeggiata tra i fiori per lei: nessun problema di difficoltà, forza, stanchezza o tecnica. Sui passaggi tecnici gli sbadigli erano di prassi e le mani senza guanti promuovono a PowerGirl la suddetta ferratista. Se solo la roccia non fosse stata quasi sempre marcia forse la catena non sarebbe nemmeno servita..
BREVE DESCRIZIONE DELLA FERRATA: giunti all'attacco sappiamo che la ferrata è divisa in 5 settori, ci sono probabilmente delle vie di fuga ma non le abbiamo viste (probabilmente vanno cercate sui pericolosissimi prati scivolosi...). Il primo tratto inizia con facili passaggi, giusto per scaldarsi le mani. Via via si arriva a tratti più verticali e in particolare una dozzina di metri verticali con appigli tecnici e qualche staffa. Esposizione marcata, difficoltà medio/alta. Nel secondo tratto si riparte salendi di traverso in una spaccatura (superando un albero) con qualche passaggio di forza ma meno esposizione del primo tratto. Il terzo tratto è facile, una serie di traversi lunghi, quello sulla cengia forse un po' più aereo ma zero difficoltà. L'attacco del quarto tratto è facile in un canalino con rocce sporche e tanta terra. Dopo qualche passaggio tecnico ecco il punto più tosto della ferrata, meglio arrivarci non troppo stanchi. Qualche metro strapiombante con pochi appigli (passar via veloci) e si arriva ad un intaglio. Poi un altro traverso. Si aggira un grosso torrione e si risale di alcuni metri (tosti). Poi il punto, a mio avviso, pià "pesante" per che soffre di vertigini: una micro cengia orizzontale a diversi metri di altezza, da percorrere con cautela. Nessuna difficoltà tecnica. L'uscita è semplice. Il quinto tratto ha solo un breve passaggio di forza di pochi metri, per nulla esposto, e poi l'uscita sul prato sommitale.
Per la discesa si continua per il sentiero oltre la croce e si scende al rif. Nasego, visibile. Dal rifugio ci sono 3 sentieri che riportano verso la macchina (la direttissima è la più veloce e non ha nessuna difficoltà)
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