Ponte Tibetano Val Sorda (VR)
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Insieme ad un'amica di Monza torno a casa a Verona per il week-end. Le previsioni non sono buone pertanto scarto senza pensarci la salita al Monte Baldo ma mi balza l'idea di andare a vedere questo tanto sentito ponte tibetano. Così, con una breve ricerca nel web, ritroviamo il minimo delle informazioni per avventurarci in questo giro da circa 4 ore.
Raggiunta la località di Fumane continuiamo a nord puntando a Molina. Ad un bivio svoltiamo a destra per la Valle dei Progni. Parcheggiamo al termine della strada, in località Molin de Cao. Guardiamo la segnaletica e svoltiamo subito a destra attraversando prima un ponticello in ferro e poi, impacciate, il torrente fra un masso scivoloso e l'altro. Superato, prendiamo il sentierello che costeggia il torrente. Inizialmente il percorso è stretto ma pianeggiante. Proseguendo sullo stesso sentiero, sempre costeggiando o da un lato o dall'altro il torrente, questo si fa più ampio e sempre più sassoso e di conseguenza viscido e scivoloso. Quando si è fortunati si trovano semplici staffe in ferro per passare dall'altro lato, altre bisogna essere degli equilibristi per non finire in acqua. Poco prima di poter osservare il ponte tibetano sopra le nostre teste, ci troviamo dei tratti attrezzati lungo queste alte pareti rocciose a destra e asinistra, con catene o aste in ferro fisse. Le superiamo tutte senza alcuna difficoltà. Il paesaggio è meraviglioso, verde e ricco di cascatelle che rendono il tutto fatato.
Eccoci ad ammirare il lungo ponte sospeso sopra di noi: ma non dovevamo passarci???
Tra un masso e l'altro superiamo altri piccoli ponticelli e ci ritroviamo ad un passaggio chiave, in teoria attrezzato, ma con catena sommersa nel ghiaccio. Prestando molta attenzione lo superiamo. Ancora qualche scaletta e attraversamento del torrente, arriviamo ad un bivio: a destra per una variante del sentiero n.2, e a sinistra il nostro sentiero n.238. Fortunatamente la pioggia si fa solamente ora più intensa e non smetterà più fino il nostro rientro, affrontare il sentiero fino ad ora percorso sotto la pioggia lo avrebbe reso ancor più lento e altrettanto scivoloso.
Ancora circa 20 minuti e sbuchiamo sulla strada e seguiamo per S.Cristina, sentiero n.252. Arriviamo alla piccola contrada di Mondrago. Non entriamo nemmeno nel paesello ma svoltiamo a destra per la strada asfaltata fino ad una intersezione con segnaletica per il paese Girotto e per il Ponte Tibetato/Valsorda. Il paesaggio ha il suo perché, immerso nella nebbia ed i prati a volte trafitti da pali bianchi, probabilmente pronti ad ospitare dei vigneti.
Seguiamo le indicazioni che ci riportano su un sentiero, sassoso ed in discesa. Le segnaletiche indicato 50 minuti per il Ponte, ma bastano 20 minuti/mezz'ora per arrivare a destinazione. Incontriamo dei ragazzi, provenienti dal sentiero che noi utilizzeremo per tornare alla macchina. Chiedo qualche informazione sulle condizioni di quest'ultimo e loro ci chiedono di un'altra possibile via di ritorno. Prima del ponte si trova una specie di canale in terriccio, all'apparenza troppo scivoloso, che porterebbe al torrente sottostante e da li si potrebbe seguire il sentiero 238 al senso inverso: a mio parere comunque sconsigliato in quelle condizioni. Cariche percorriamo questi 53 metri di cavi e staffe, sospese a 40 metri da terra, ad osservare il sentiero dell'andata, ora proprio sotto di noi!
Si risale per circa 100 metri, si arriva ad un piccolo spiazzo e scendiamo perdendo sempre più quota dritto di noi. Questo sentiero di discesa non è tecnico, ma semplicemente a tratti scivoloso per la grande presenza di roccette. In 40 minuti arriviamo alla macchina e ci accorgiamo che anche al lato opposto del torrente si trova la segnaletica e di conseguenza il sentiero n.238 senza dover attraversare il torrente stesso.
Ve lo consiglio vivamente, un luogo così isolato e verde da diventare magico a due passi dal centro città (30 minuti circa) non me lo aspettavo. Una vera scoperta, da ripetere in stagione estiva, magari accoppiando la risalita del sentiero delle cascate di Molina, altra splendida location. La compagnia sempre ottima con Silvia e l'isolamento, sicuramente dovuto anche al pessimo tempo, ha reso tutto più selvaggio e liberatorio!
VISITATELO!
Raggiunta la località di Fumane continuiamo a nord puntando a Molina. Ad un bivio svoltiamo a destra per la Valle dei Progni. Parcheggiamo al termine della strada, in località Molin de Cao. Guardiamo la segnaletica e svoltiamo subito a destra attraversando prima un ponticello in ferro e poi, impacciate, il torrente fra un masso scivoloso e l'altro. Superato, prendiamo il sentierello che costeggia il torrente. Inizialmente il percorso è stretto ma pianeggiante. Proseguendo sullo stesso sentiero, sempre costeggiando o da un lato o dall'altro il torrente, questo si fa più ampio e sempre più sassoso e di conseguenza viscido e scivoloso. Quando si è fortunati si trovano semplici staffe in ferro per passare dall'altro lato, altre bisogna essere degli equilibristi per non finire in acqua. Poco prima di poter osservare il ponte tibetano sopra le nostre teste, ci troviamo dei tratti attrezzati lungo queste alte pareti rocciose a destra e asinistra, con catene o aste in ferro fisse. Le superiamo tutte senza alcuna difficoltà. Il paesaggio è meraviglioso, verde e ricco di cascatelle che rendono il tutto fatato.
Eccoci ad ammirare il lungo ponte sospeso sopra di noi: ma non dovevamo passarci???
Tra un masso e l'altro superiamo altri piccoli ponticelli e ci ritroviamo ad un passaggio chiave, in teoria attrezzato, ma con catena sommersa nel ghiaccio. Prestando molta attenzione lo superiamo. Ancora qualche scaletta e attraversamento del torrente, arriviamo ad un bivio: a destra per una variante del sentiero n.2, e a sinistra il nostro sentiero n.238. Fortunatamente la pioggia si fa solamente ora più intensa e non smetterà più fino il nostro rientro, affrontare il sentiero fino ad ora percorso sotto la pioggia lo avrebbe reso ancor più lento e altrettanto scivoloso.
Ancora circa 20 minuti e sbuchiamo sulla strada e seguiamo per S.Cristina, sentiero n.252. Arriviamo alla piccola contrada di Mondrago. Non entriamo nemmeno nel paesello ma svoltiamo a destra per la strada asfaltata fino ad una intersezione con segnaletica per il paese Girotto e per il Ponte Tibetato/Valsorda. Il paesaggio ha il suo perché, immerso nella nebbia ed i prati a volte trafitti da pali bianchi, probabilmente pronti ad ospitare dei vigneti.
Seguiamo le indicazioni che ci riportano su un sentiero, sassoso ed in discesa. Le segnaletiche indicato 50 minuti per il Ponte, ma bastano 20 minuti/mezz'ora per arrivare a destinazione. Incontriamo dei ragazzi, provenienti dal sentiero che noi utilizzeremo per tornare alla macchina. Chiedo qualche informazione sulle condizioni di quest'ultimo e loro ci chiedono di un'altra possibile via di ritorno. Prima del ponte si trova una specie di canale in terriccio, all'apparenza troppo scivoloso, che porterebbe al torrente sottostante e da li si potrebbe seguire il sentiero 238 al senso inverso: a mio parere comunque sconsigliato in quelle condizioni. Cariche percorriamo questi 53 metri di cavi e staffe, sospese a 40 metri da terra, ad osservare il sentiero dell'andata, ora proprio sotto di noi!
Si risale per circa 100 metri, si arriva ad un piccolo spiazzo e scendiamo perdendo sempre più quota dritto di noi. Questo sentiero di discesa non è tecnico, ma semplicemente a tratti scivoloso per la grande presenza di roccette. In 40 minuti arriviamo alla macchina e ci accorgiamo che anche al lato opposto del torrente si trova la segnaletica e di conseguenza il sentiero n.238 senza dover attraversare il torrente stesso.
Ve lo consiglio vivamente, un luogo così isolato e verde da diventare magico a due passi dal centro città (30 minuti circa) non me lo aspettavo. Una vera scoperta, da ripetere in stagione estiva, magari accoppiando la risalita del sentiero delle cascate di Molina, altra splendida location. La compagnia sempre ottima con Silvia e l'isolamento, sicuramente dovuto anche al pessimo tempo, ha reso tutto più selvaggio e liberatorio!
VISITATELO!
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