Ass to snowshoes, dear ... Cima Tignalga e Monte Puria.
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Bello e grandioso giro della val di Tignalga, 13 km e 6,30 h ben spese, decidiamo questo giro dopo un contrattare fra me e Menek per neve o non neve; ed allora rimaniamo intorno ad un'altezza sui 1500 mt che non sarà una cosa da esperti ma viene incontro alle esigenze di tutti e due.
Ritrovo a Toscolano Maderno, veloce colazione e poi via verso la località Campiglio, parcheggiata la macchina all'inizio del sentiero 254(abbiamo deciso per una anomalo giro antiorario, che si svelerà molto appagante) partiamo decidendo di lasciare le ciaspole nel bagagliaio della macchina, solo ramponcini al seguito.
Io ho dimenticato le racchette ma per ora il sentiero appare pulito, questo cambierà attorno ai 1000 mt, quì la neve fà la sua presenza ed anche in modo abbondante in quei punti dove, trasportata dal vento in alcuni punti, mi rende la salita faticosa.
Dopo un impegnativo zigzagare arriviamo sotto la cima Tignalga, poi siamo sù e ci stupiamo quanto sia a portata di "mano" il Baldo che sembra lì davanti a noi, mangiamo e ci godiamo un caldo solicello anche se l'aria è frizzantina.
Scendiamo il piccolo tratto che porta alla cima, riprendiamo il sentiero che ora si apre e si allarga per quello che era : una strada militare di arroccamento e si stende in un bel traverso lungo ed ondulato, questo ci porta dopo circa 40 minuti ai piedi del Monte Puria, pallino di Menek, deve salirlo assolutamente anche se il tratto si presenta mooolto ripido e con la neve conviene essere prudenti.
Parte con i ramponcini ai piedi e le racchette, gli zaini sono lì con me che per mancanza di racchette, un pò di stanchezza e la previsione del lungo rientro desisto e mi diverto ad immortalare l'ascesa del Menek e l'ambiente circostante.
Quì cedo volentieri il mouse al mio compagno di escursione, vai Menek facci la cronaca.
Menek:
Famme pestà a neve fratè, dai che annamo…
In perfetto dialetto veneto, così si espresse qualche giorno fa l’amico Alex Amadeus, e oggi, complice una serie di fortunate coincidenze, ci troviamo per fare un giro nel Parco dell’Alto Garda, laddove finisce la Lombardia e comincia il Trentino.
Dopo aver faticosamente trovato la partenza del sentiero 254, il percorso si snoda su una comoda traccia che guadagna quota affrontando numerosi tornanti, si porta su sin quasi sulla cresta, dopo di che, quasi in falsopiano si attraversa una zona selvaggia dove incontriamo diversi Camosci e un’Aquila che vola “minacciosa” sopra di noi.
Il sentiero continua sempre zigzagando fin sotto la vetta del Tignalga, adesso la neve comincia ad avere un certo spesso, e noi dobbiamo faticare più del dovuto per guadagnare la piccola deviazione che porta alla vicinissima Cima Tignalga. 2h. Questa sarà anche una cima “modesta”, ma che visuale ragazzi, bellissimo!
Sono le 11 e la fame comincia a farsi sentire, senza indugiare troppo, noi prendiamo tutto ciò che abbiamo negli zaini e facciamo man bassa, accompagnati da un’arietta frizzantina ma anche da un Sole che sino ad ora illumina i nostri sorrisi.
Mezz’ora di assoluto relax e poi via di nuovo, il giro è ancora lunghetto e noi dobbiamo “battere” un sentiero innevato quanto basta per rallentare i nostri passi, le ciaspole che abbiamo lasciato mestamente all’auto ora ci verrebbero in soccorso.
Fortunatamente il percorso scorre su una bella mezzacosta che viaggia in moderati saliscendi, e dopo trenta minuti circa di cammino, sbuchiamo su una sorta di selletta; piegando verso destra si rimane sul sentiero 254, ma, avendo letto una relazione trovata in rete, da questo punto si può salire al Monte Puria. Ci fermiamo per un piccolo break pensando al da farsi … Alex non sembra convinto di fare questo ulteriore sforzo, mentre io, provo a non farmi scappare l’occasione.
Tolto il pesante zaino e inforcato i ramponi, punto verso la cima restando prima su un piccola dorsale che sale decisa, arrivo sino alle prime roccette, e qua con una certa attenzione, mi inerpico con fatica sino alla sommità, stando attento ai diversi piccoli “distacchi” che mi passano vicino… Olmo è già nel punto più alto che mi aspetta con una certa trepidazione. Foto, waypoint veloce e via che si ritorna, scendere non è più facile che salire, e difatti, tra un’incertezza e l’altra finalmente ritorno dal mio socio d’escursione che mi aspetta con pazienza.
Ricomposto il trio, ora proseguiamo il nostro cammino sul 254 ancora bello innevato sino al vicino Passo della Puria, grande crocevia di diversi sentieri, ammiriamo le varie cime circostanti, ed ecco che ora imbocchiamo la bella strada militare (257) che scende verso sinistra, prima però, trovo il tempo per farmi venire un tarlo mentale; sono salito al Puria o sulla sua Anticima? Il dubbio viene sciolto una volta “scaricata” la traccia fatta con il mio smartphone. :)
Pian piano che si perde quota la neve è meno invasiva, lasciamo sulla destra i ruderi della Malga Puria di Tignale, e in tutta tranquillità giungiamo al Passo di Scarpapè dove troviamo la palina segnavia, pieghiamo a sinistra oltrepassando una sbarra malridotta, e si prosegue per la selvaggissima Val Tignalga.
Per chi ama camminare, questa è una bella e comoda strada militare costruita nel ‘15-18, il fondo è un po’ sconnesso ma tutto sommato piacevole. Il bello è che qua il traffico su gomma è assolutamente vietato, e per dirla tutta, sarebbe pure impossibile persino ai migliori 4x4 farne utilizzo visto lo stato di abbandono in cui versa, grosse pietre cadute dai ripidi costoni e le innumerevoli frane ne ostruiscono il passaggio.
In un primo momento il sentiero può sembrare lungo e monotono, ma il silenzio che ci circonda per tutta la durata della discesa (silenzio interrotto solo dal brontolio del torrente che scorre nella forra), tutto sommato rende il tragitto godurioso, e quando finalmente incrociamo sulla sinistra una traccia di sentiero (bollatura gialla) che scende verso la strada asfaltata, non rimpiangiamo certo il fatto di non essere passati dalla vicina Cà de Natù, e così ci risparmiamo ulteriori 500 metri su asfalto. Fine delle trasmissioni.
Nota 1): Interessante giro ad anello in una zona molto selvaggia, dove non esistono rifugi, malghe o baite, un luogo ideale per la fauna selvatica che abbiamo avuto il piacere d’incontrare. La segnaletica è abbastanza buona e in linea di massima non ci sono difficoltà evidenti sul percorso, per questo lo valuto T2, il T3 ovviamente è per l’impegnativa salita al M. Puria. In queste condizioni me la sono rischiata un attimo, con l’asciutto credo che cambi parecchio, rimane comunque una salita da non prendere sottogamba. 5h45 a/r.
Nota 2): Cose a caso & chi se ne frega.
Pamela Anderson ha posato nuda per una ditta di scarpe vegan. Ora ditemi se non faccio bene ad essere animalista!
Protesta di alcuni vegani davanti al ristorante di Carlo Cracco colpevole di aver cucinato un Piccione. Gualtiero Marchesi è corso in suo soccorso e ha dichiarato: non si può fare a meno di quell’uccello… Beh amici, le unioni civili sono ormai legge, fate voi.
Le violenze sulle donne in ambito famigliare sono raddoppiate negli ultimi tre anni… Quelli del family day dove vivono? Nella casa del Mulino Bianco?
Nota 3): A grande richiesta… Eric.
SALO’. (per pochi intimi erotomani…)
La casa è un memoriale,
sulla sponda ovest del Lago,
il traffico va e viene e un uomo è là piegato… due costole asportate.
Ma è proprio lui, D’Annunzio!
Succhiata di “regime”affloscia il manganello…
A la prochaine! Menek & Olmo.
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