Dopo i fondi del caffè, leggetevi sto Fondo della Salsa! Gran Sasso.
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Copio e incollo con qualche mia aggiunta…
Da colle Rustico (770 m, bacheca informativa del Parco) si segue la pista e dopo pochi metri, ad un bivio, si prende il ramo di sinistra che prosegue nel bosco di faggi. Si segue questa larga traccia che sale dolcemente nel fitto bosco. A quota 900 m circa, ad un bivio, si prende a sinistra (cartello indicatore). Ancora sulla netta pista che obliqua verso destra. A quota 1000 m circa si attraversa il torrente che scende dal Fondo della Salsa e si continua sull'altro versante del fosso. Adesso la parete è ben visibile e su sentiero si oltrepassa il monumento in ceramica (1045 m circa) quest’anno abbattuta da una grande valanga. Ancora un breve tratto e si giunge ad un bivio con il sentiero dei 4 Vadi (1050 m circa). Si continua dritti ed infine si raggiunge il masso con le lapidi di Piergiorgio De Paulis e di Marco Adinolfi (1075 m circa). Da qui una lieve traccia si inoltra nel fondo del vallone ma occorre stare attenti perchè c'è il rischio di caduta pietre.
Il mio personale e umile consiglio, è quello di evitare di risalire il nevaio che copre la traccia di sentiero che porta sotto la bastionata, quest’anno la neve è ancora estremamente presente ed in alcuni punti supera i 10 mt di spessore; noi abbiamo notato molti detriti sulla lingua di neve, ed in più ci sono dei punti dove la neve è scavata dall’acqua. In inverno lo spessore del manto nevoso può raggiungere i 40 mt.
Per quanto riguarda le lapidi, vale la pena spendere due parole in merito. M. Adinolfi era un giovane istruttore Capitano di aereonautica militare, durante un volo radente in formazione, è entrato in una grande nuvola che circondava il M. Camicia, ed ordinato lo scioglimento stesso della formazione causa pericolo, proprio lui non si è accorto di essere troppo vicino alla bastionata e si è schiantato col suo AMX nella parte più alta. Talmente è enorme il “catino” della parete, che nessuno degli abitanti della vicina Castelli si è accorto della tragedia, e ci sono voluti circa sei mesi per trovare i miseri resti del corpo e del velivolo.
Piergiorgio De Paulis invece, era una giovanissimo e promettente scalatore che durante una prima invernale (1974), ha perso la vita tragicamente anche se la storia di questo lutto è in parte ancora avvolta nel mistero. Qualche stralcio di verità sta uscendo negli ultimi tempi dalla bocca del capo- cordata ormai quasi ottantenne, verità che sta portando anche questo lutto nelle fottute stanze del Palazzo di Giustizia… comunque se passate da Vittorino, sarà lui a raccontarvi a dovere di questa triste storia.
Nota 1) : Interessante e semplice giro in questo posto isolato, il Fondo della Salsa viene descritto come uno dei nevai più bassi d’Europa. In base al ritiro della lingua di neve, si arriva nel punto più vicino della bastionata. Nel mio costeggiare il nevaio (foto 12), mi sono accorto che lo spessore era di circa 8/10 mt. Il dislivello da affrontare è intorno ai 280 mt sino al masso con le lapidi, io sono arrivato a 400 perché ho risalito un po’ la spalla del nevaio. La traccia creata, purtroppo l’ho cancellata senza accorgermi… sto invecchiando!
Nota 2): Poesia in Salsa Eric...
FONDO.
Se salgo sul nevaio io rischio lo sprofondo,
quindì io viaggio attento evitando d’esser tonto,
così da non finire nel culo dello Scrondo.
Fondo,
il rumore del torrente mi fa da sottofondo,
ma quando sono in curva sparisce in un secondo,
e allora vaffanculo mi sento iracondo.
Fondo,
la Salsa non è rossa e sono moribondo,
il bianco non m’ispira se penso al piatto tondo,
ma è meglio della merda che forse è nauseabondo.
Se credo d’esser solo mi faccio vagabondo e in rima io mi dico: che cazzo è sto Fondo?
A la Prochaine! Menek, la sciùra Nadia und Olmo.
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