Adamello : Passeggiando sulla Lobbia
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Bello e faticoso giro fatto in due giorni con gli amici Matteo, Renè, Davide, Betta e la mia dolce metà Irene.
Obiettivo, passare un due giorni in piacevole compagnia e la progressione su ghiaccio in previsione di mete più impegnative e test su dislivelli.
Di relazioni sul sentiero del Matarot ce ne sono diverse, pertanto mi limito a descrivere le sue due caratteristiche : bellissimo ed impegnativo.
Saliamo accompagnati dal frastuono dell'acqua che precipita dalla vedretta della Lobbia giù nella splendida testata della Val di Genova.
Saliamo sul sentiero attrezzato e proseguiamo su enormi ed infiniti sfasciumi(eh l'Adamello questo dolce e feroce massiccio....), fino a raggiungere l'ultima salita che ci porta al rifugio Caduti dell'Adamello.
Cena e nanne.
Il mattino dopo, partiamo scendendo vorticosamente per almeno 80 metri(quanto ti sei abbassato ghiacciaio del Mandrone dal 2014....piango in cuor mio), poi ci attrezziamo, due cordate e via con uno splendido zigzag su questi grandi e numerose ferite che corrono sul bel ghiacciaio : "si lo sò stai morendo lentamente ghiacciaio mio, tu e tutti gli altri".
E' un processo che va avanti così, da anni e quello che mi angoscia è che non possiamo farci nulla, se non guardare impotenti.
Dopo circa tre ore di vagabondare, mettiamo la punta degli scarponi verso il basso e perdiamo progressivamente quota verso la fine del ghiacciaio da dove un fiume in piena precipita verso il basso.
Il rifugio Città di Trento al Mandrone ci attende, mangiamo qualcosa e iniziamo la discesa di questi interminabili tornantini.
Lascio questo posto con una tristezza infinita.
Obiettivo, passare un due giorni in piacevole compagnia e la progressione su ghiaccio in previsione di mete più impegnative e test su dislivelli.
Di relazioni sul sentiero del Matarot ce ne sono diverse, pertanto mi limito a descrivere le sue due caratteristiche : bellissimo ed impegnativo.
Saliamo accompagnati dal frastuono dell'acqua che precipita dalla vedretta della Lobbia giù nella splendida testata della Val di Genova.
Saliamo sul sentiero attrezzato e proseguiamo su enormi ed infiniti sfasciumi(eh l'Adamello questo dolce e feroce massiccio....), fino a raggiungere l'ultima salita che ci porta al rifugio Caduti dell'Adamello.
Cena e nanne.
Il mattino dopo, partiamo scendendo vorticosamente per almeno 80 metri(quanto ti sei abbassato ghiacciaio del Mandrone dal 2014....piango in cuor mio), poi ci attrezziamo, due cordate e via con uno splendido zigzag su questi grandi e numerose ferite che corrono sul bel ghiacciaio : "si lo sò stai morendo lentamente ghiacciaio mio, tu e tutti gli altri".
E' un processo che va avanti così, da anni e quello che mi angoscia è che non possiamo farci nulla, se non guardare impotenti.
Dopo circa tre ore di vagabondare, mettiamo la punta degli scarponi verso il basso e perdiamo progressivamente quota verso la fine del ghiacciaio da dove un fiume in piena precipita verso il basso.
Il rifugio Città di Trento al Mandrone ci attende, mangiamo qualcosa e iniziamo la discesa di questi interminabili tornantini.
Lascio questo posto con una tristezza infinita.
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