Alpi Parsecco e Martinone - Valle dell'Isorno
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Dopo una settimana di piogge intense, con Corrado, Jacopo e

L'abbondanza di acqua nei torrenti ha conferito una sorta di "fascino amazzonico" all'itinerario, di per se da non sottovalutare per la complessità dell'ambiente: ripidi versanti boscosi ininterrotti, se non nelle forre che li dividono, dove dei vecchi sentieri non rimangono che tracce evanescenti, soffocate dalla vegetazione. La zona, per me fino a questo momento sconosciuta, è stata un'interessante scoperta per la sorprendente quantità di alpeggi abbandonati in una foresta labirintica.
Andata
Dalla Centrale Ceretti seguiamo la traccia che costeggia il Rio Fenecchio sulla
sinistra idrografica. Il sentiero si addentra in una fitta boscaglia di buddleie, fortunatamente tagliate da qualche benemerito in modo da consentire il passaggio.
In breve si arriva ad un bivio: dopo avere verificato l'impossibilità di proseguire diritti, prendiamo la diramazione che porta verso il Rio Fenecchio (W), che attraversiamo su un ponte costituito da due tronchi con delle pietre in mezzo. Proseguiamo in sponda destra, sempre seguendo una traccia evidente, fino ad arrivare in un punto in cui una parete rocciosa a ridosso del fiume costringe ad attraversare nuovamente il torrente, che superiamo a cavalcioni di un grosso tronco caduto, veramente provvidenziale vista la quantità di acqua presente oggi in questo tratto.
Giunti sull'altra sponda, svoltiamo a destra e proseguiamo in piano per meno di 200 metri, quindi iniziamo a risalire, su sentiero evidente, la dorsale che definisce destra idrografica della valle del Rio Cola. Arriviamo ad un primo nucleo di ruderi, senza nome sulle carte attuali e chiamati Cresta d'Insolà sulla Mappa Rabbini (1:00; rudere senza nome quotato 797 m sulla tavoletta IGM più recente). Proseguiamo la risalita, sempre su sentiero, e arriviamo ai ruderi inferiori dell'Alpe Solada (o Insolà secondo la Mappa Rabbini, 25' da Cresta d'Insolà). Su tracce poco evidenti traversiamo intorno ai 1000 metri di quota in direzione NE fino ai ruderi di Corte del Bosco, quotati 1064 m ma senza nome su CNS (20' da Solada). Proseguendo il traverso, si scende a superare un piccolo torrente, dove troviamo un tratto con muro di sostegno, seguito da un passaggio in cui il calpestio è franato quasi totalmente, protetto (in modo amatoriale...) con un cavetto di acciaio. Si guada il Rio Selva Ronda sotto una bella cascata e, dopo un traverso alla base di una parete, arriviamo ai ruderi inferiori di Selva Ronda (15' da Corte del Bosco), nei pressi di un grande acero.
In una foto aerea del 1954, si vede l'alpe - che è oggi è imboscato - in mezzo a un pascolo, e la grande pianta che era già grande allora...
Seguendo la prima edizione della CNS (l'unica, insieme alla IGM del 1914, dove sia riportato il sentiero per Parsecco), saliamo ai ruderi superiori di Selva Ronda (posti circa 50 metri più in alto) e continuiamo nella salita poggiando a sinistra (E), fino a ritrovare una traccia che porta a traversare nel canale del Rio di Persech in corrispondenza ad un albero con la lettera P verniciata in blu sul tronco (circa 1230 m). Puntiamo al guado alla base di una cascata, superando un passaggio esposto su roccia bagnata con l'aiuto di un ramo. Al guado, si ridiscende brevemente lungo il corso del torrente fino a circa 1180 m e si traversa in direzione N in modo da aggirare una dorsale oltre la quale ci si affaccia su un altro vallone, che confluisce nel precedente pochi metri più in basso. Si scende per superare anche questo corso d'acqua e quindi si risale per circa 300 m di dislivello la costa sulla destra idrografica (ripido) fino a raggiungere i ruderi dell'Alpe Parsecco (Persech sulla Mappa Rabbini; 1:10 da Selva Ronda).
Fino qui poco meno di 4 ore lorde.
Da Parsecco, traversiamo su una labile traccia che traversa in discesa (perdendo in tutto meno di 20 metri) nel bosco sulla destra (SE) fino ad attraversare un canale alla base di un salto. Sempre seguendo la traccia, doppiamo la dorsale successiva, attraversiamo un secondo canale e saliamo il pendio a destra (S) fino a raggiungere il poggio dove si trovano i ruderi dell'Alpe Martinone (circa 20' da Parsecco).
Solo l'ottocentesca Mappa Rabbini del Comune di Montecrestese riporta il nome di questo alpe remoto, mentre le carte del secolo successivo indicano unicamente dei ruderi senza nome a 1530 m di quota, segno che probabilmente agli inizi del '900 erano già abbandonati.
Tempi: circa 4:30 lorde / 3:30 nette
Ritorno
Sotto la minaccia della pioggia, ritorniamo a Selva Ronda lungo il percorso fatto all'andata (1:10 da Martinone). Da Selva Ronda, anziché ritornare verso Solada, puntiamo a Nord verso il guado sul Rio Scheggia, il principale tributario del Rio Fenecchio, che attraversiamo intorno ai 990 m di quota. Sul versante opposto un sentiero evidente risale fino all'alpeggio di Nezza. Purtroppo sta piovendo e non c'è stato il tempo né di fare foto, né di andare in cerca dell'affresco per cui è "noto" questo grande e - un tempo - importante alpe dove ora l'abbandono regna sovrano. Scendiamo senza indugi lungo quello che resta della vecchia mulattiera fino al guado sul Rio Fenecchio, che si presenta carico di acqua turbolenta (siamo a circa 660 m di quota) . Jacopo e Corrado passano saltando sulle pietre bagnate, Zaza e il sottoscritto entrano in acqua (che arriva sopra il ginocchio) con gli scarponi addosso. E' una soluzione poco raccomandabile se si deve camminare ancora a lungo ma, in questo caso, la macchina non è lontana ed è la soluzione più rapida e meno rischiosa...
Facendoci strada nell'intrico delle buddleie lungo la sponda destra del torrente, ci portiamo sotto i ruderi di Mulera, dove ritroviamo una traccia che ci porta ad un altro guado, anche questo affrontato come il precedente. Subito dopo arriviamo all'albero caduto, passato a cavalcioni per la seconda volta, dove questo avventuroso e interessante anello si chiude (1:20 da Selva Ronda).
Facendoci strada nell'intrico delle buddleie lungo la sponda destra del torrente, ci portiamo sotto i ruderi di Mulera, dove ritroviamo una traccia che ci porta ad un altro guado, anche questo affrontato come il precedente. Subito dopo arriviamo all'albero caduto, passato a cavalcioni per la seconda volta, dove questo avventuroso e interessante anello si chiude (1:20 da Selva Ronda).
Tempo per il ritorno: circa 3:30
Link alla relazione di Corrado.
Vista da zaza:
Der Ursprung der Tour war ein Bild auf der Schweizer Landeskarte: Da findet sich auf dem Kartenblatt 1311 im Italienischen Valle dell'Isorno eine Ruine ohne Namen und ohne Pfad, auf allen Seiten umgeben von felsigen Tobeln und Steilwänden (Koordinaten: 673800 / 113500). Wie mag dieser obskure Ort wohl zu erreichen sein?
Überhaupt, dieses Valle dell'Isorno! So nahe von Domodossola und solch eine Wildnis! Besonders der Seitenarm des Rio Fenecchio (Fenchelbach) ist ein idealer Tummelplatz für alpine Archäologen. Einst wurde das ganze Tal trotz der sehr steilen Hänge intensiv genutzt, heute sind von der einstigen Pracht nur noch Ruinen und Pfadreste übrig geblieben. Den Rest hat sich der Wald zurück erobert. Besonders gut zu erkennen ist diese Entwicklung, wenn man die heutige Situation mit den Luftbildern aus den 1950er Jahren vergleicht.
Unsere Route: Centrale Ceretti - Solada - Selva Ronda - Parsecco - Martinone (1530 m) - Selva Ronda - Nezza - Rio Fenecchio - Centrale Ceretti
Die Wege sind besonders im Talbett des Rio Fenecchio in schlechtem Zustand oder von der dichten Vegetation verschluckt. Auf der Runde über Selada - Selva Ronda - Nezza ist der Weg einigermassen zu erkennen. Der Abstecher Richtung Parsecco und Martinone ist weitgehend weglos, aber in den obligatorischen Passagen (Querungen der Tobel) sind noch Wegfragmente zu erkennen.
Das weitere Potenzial in dem Tal ist gross - besonders die Siegfriedkarte weist ein recht umfassendes Wegnetz aus...
Link alla relazione di Corrado.
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Der Ursprung der Tour war ein Bild auf der Schweizer Landeskarte: Da findet sich auf dem Kartenblatt 1311 im Italienischen Valle dell'Isorno eine Ruine ohne Namen und ohne Pfad, auf allen Seiten umgeben von felsigen Tobeln und Steilwänden (Koordinaten: 673800 / 113500). Wie mag dieser obskure Ort wohl zu erreichen sein?
Überhaupt, dieses Valle dell'Isorno! So nahe von Domodossola und solch eine Wildnis! Besonders der Seitenarm des Rio Fenecchio (Fenchelbach) ist ein idealer Tummelplatz für alpine Archäologen. Einst wurde das ganze Tal trotz der sehr steilen Hänge intensiv genutzt, heute sind von der einstigen Pracht nur noch Ruinen und Pfadreste übrig geblieben. Den Rest hat sich der Wald zurück erobert. Besonders gut zu erkennen ist diese Entwicklung, wenn man die heutige Situation mit den Luftbildern aus den 1950er Jahren vergleicht.
Unsere Route: Centrale Ceretti - Solada - Selva Ronda - Parsecco - Martinone (1530 m) - Selva Ronda - Nezza - Rio Fenecchio - Centrale Ceretti
Die Wege sind besonders im Talbett des Rio Fenecchio in schlechtem Zustand oder von der dichten Vegetation verschluckt. Auf der Runde über Selada - Selva Ronda - Nezza ist der Weg einigermassen zu erkennen. Der Abstecher Richtung Parsecco und Martinone ist weitgehend weglos, aber in den obligatorischen Passagen (Querungen der Tobel) sind noch Wegfragmente zu erkennen.
Das weitere Potenzial in dem Tal ist gross - besonders die Siegfriedkarte weist ein recht umfassendes Wegnetz aus...
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