Castello dell'Acqua: sentiero etnografico
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Una decina di anni fa il comune di Castello dell'Acqua e la Comunità Montana decisero di valorizzare il patrimonio etnografico di alcune contrade in via di abbandono apprestando un sentiero ad anello che sfruttava la già presente viabilità tradizionale; lungo il percorso vennero anche recuperati ad uso puramente dimostrativo vari mulini che sfruttavano la presenza di ripidi corsi d'acqua a fini agricoli o artigianali. Attualmente il percorso - obbiettivamente poco suggestivo - risulta un po' trascurato nella manutenzione e con una segnaletica obsoleta e confidante nell'esperienza escursionistica dei camminatori: alcune paline originarie trascurano bivii evidenti e i segnali a vernice (arancione, giallo, violetto) sembrano più riferirsi a qualche gara podistica che ricalca - almeno parzialmente - il percorso dell'escursione. Il restauro delle attrezzature e dei meccanismi dei mulini - appunto perché a scopo dimostrativo - risulta più che altro un pesante rifacimento moderno. Le strutture abitative delle varie contrade portano solo qualche vaga riminiscenza degli antichi "tipi": tutto quanto non è allo stato di rudere è stato trasformato negli anni in villetta o palazzina residenziale. A tratti si aprono alla vista ampi scorci panoramici sul versante retico fra Chiuro e Teglio estesamente coltivato a frutteto.
Il sentiero inizia sul lato a monte di Cavallari 377m, presso un pannello esplicativo, dove la strada si biforca in due rami: a sinistra verso Fucine (via di ritorno) e a destra lungo la salita che porta al nucleo principale di Castello dell'Acqua; fra gli alberi si individua facilmente la mulattiera in salita diagonale a destra. Senza nulla di rilevante, si arriva a superare un attraversamento della strada per Castello e ci si inoltra in un bosco umido su traccia più larga fino alle case rimodernate di Nesina 578m, nei cui pressi - su di un poggio erboso in posizione panoramica - si osserva la chiesa di San Giuseppe (XVII secolo). Il sentiero, con minore pendenza, serpeggia nella fitta vegetazione fino a sbucare sull'asfalto nei pressi di La Paiosa 687m: si segue la via principale verso sinistra che, dopo le ultime abitazioni, diventa una pista forestale sterrata che scende comodamente nello stretto solco della Val Malgina. Ad un evidente bivio non segnalato si scende a sinistra sulla mulattiera che retroverte in direzione nord fino a raggiungere la radura di Cà d'Albert 605m, dove si trovano - abbondantemente restaurati - un mulino e una pila (struttura idraulica adibita alla pilatura di orzo miglio e castagne) con le loro ruote e canalizzazioni. Si prosegue nel bosco fino alla contrada Cortivo 556m: un breve tratto in discesa su asfalto conduce a Le Pile 510m, dove è necessario fare attenzione ad una sbiadita freccia rossa sull'asfalto, che indica un vago sentierino nell'erba. L'accesso all'antico nucleo avviene per una cengia monolitica scavata a gradini in una ripida pioda muschiosa: fra i ruderi, alcune stalle e un curioso palazzetto con cortile recintato. Attraversata di nuovo la carrozzabile, ci si avvicina al nucleo della contrada Calchera 400m, da cui volgendo a sinistra lungo una stradetta ombreggiata da noci e castagni, si raggiunge Fucine 400m, dove è visitabile su richiesta un maglio idraulico dismesso. Proseguendo per la medesima strada, si raggiunge in poche decine di metri il punto di partenza.
Il sentiero inizia sul lato a monte di Cavallari 377m, presso un pannello esplicativo, dove la strada si biforca in due rami: a sinistra verso Fucine (via di ritorno) e a destra lungo la salita che porta al nucleo principale di Castello dell'Acqua; fra gli alberi si individua facilmente la mulattiera in salita diagonale a destra. Senza nulla di rilevante, si arriva a superare un attraversamento della strada per Castello e ci si inoltra in un bosco umido su traccia più larga fino alle case rimodernate di Nesina 578m, nei cui pressi - su di un poggio erboso in posizione panoramica - si osserva la chiesa di San Giuseppe (XVII secolo). Il sentiero, con minore pendenza, serpeggia nella fitta vegetazione fino a sbucare sull'asfalto nei pressi di La Paiosa 687m: si segue la via principale verso sinistra che, dopo le ultime abitazioni, diventa una pista forestale sterrata che scende comodamente nello stretto solco della Val Malgina. Ad un evidente bivio non segnalato si scende a sinistra sulla mulattiera che retroverte in direzione nord fino a raggiungere la radura di Cà d'Albert 605m, dove si trovano - abbondantemente restaurati - un mulino e una pila (struttura idraulica adibita alla pilatura di orzo miglio e castagne) con le loro ruote e canalizzazioni. Si prosegue nel bosco fino alla contrada Cortivo 556m: un breve tratto in discesa su asfalto conduce a Le Pile 510m, dove è necessario fare attenzione ad una sbiadita freccia rossa sull'asfalto, che indica un vago sentierino nell'erba. L'accesso all'antico nucleo avviene per una cengia monolitica scavata a gradini in una ripida pioda muschiosa: fra i ruderi, alcune stalle e un curioso palazzetto con cortile recintato. Attraversata di nuovo la carrozzabile, ci si avvicina al nucleo della contrada Calchera 400m, da cui volgendo a sinistra lungo una stradetta ombreggiata da noci e castagni, si raggiunge Fucine 400m, dove è visitabile su richiesta un maglio idraulico dismesso. Proseguendo per la medesima strada, si raggiunge in poche decine di metri il punto di partenza.
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