A spasso sopra Schilpario - La continuazione
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L'anno scorso io e Maddalena avevamo fatto uno splendido giro sopra Schilpario: avevamo dovuto lasciare a metà per l'orario e il meteo non favorevole.
Quest'estate abbiamo potuto continuare il percorso, riprendendolo proprio da dove interrotto.
Partiamo da Schilpario: ha appena smesso di piovere e quindi ci avviamo verso il passo del Venerocolo passando dalla strada invece che dal sentiero proprio per evitare la piccola galleria da passare carponi magari nel fango. L'inizio è noioso, ma in mezz'ora arriviamo al sentiero vero e proprio che inizia subito a salire, seppur per una stradella di montagna. Il paesaggio è noto: inizia poco visibile nel bosco per poi aprirsi maestoso poco oltre. In poco tempo (o quasi) arriviamo al passo del Venerocolo, troppo affollato per i miei gusti.
Mangiamo veloci, curiosi della parte che non conosciamo ancora.
Il sentiero verso il Tagliaferri inizia dolcemente ma subito aereo. Le corde metalliche che si trovano nel percorso sono spesso inutili, ma psicologicamente è bello sapere di poterle usare. Il percorso è lungo e offre scorci meravigliosi. Qui si incontrano più persone che non verso il Venerocolo, ma non troppe: lo stesso non può dirsi del rifugio che è decisamente troppo affollato per i miei gusti.
A questo punto si pone il dubbio se scendere verso Schilpario per la valle del Vo o proseguire verso il passo di Belviso e quindi scendere in direzione della diga del Gleno e quindi Vilminore. Optiamo (ahimè) per la prima soluzione: scelta sbagliata, la valle è infatti monotona, lunghissima e non vale lo sforzo per percorrerla.
Dopo oltre 30 km siamo ancora a casa, stanchi ma felici: percorso poco noto ma fantastico.
Quest'estate abbiamo potuto continuare il percorso, riprendendolo proprio da dove interrotto.
Partiamo da Schilpario: ha appena smesso di piovere e quindi ci avviamo verso il passo del Venerocolo passando dalla strada invece che dal sentiero proprio per evitare la piccola galleria da passare carponi magari nel fango. L'inizio è noioso, ma in mezz'ora arriviamo al sentiero vero e proprio che inizia subito a salire, seppur per una stradella di montagna. Il paesaggio è noto: inizia poco visibile nel bosco per poi aprirsi maestoso poco oltre. In poco tempo (o quasi) arriviamo al passo del Venerocolo, troppo affollato per i miei gusti.
Mangiamo veloci, curiosi della parte che non conosciamo ancora.
Il sentiero verso il Tagliaferri inizia dolcemente ma subito aereo. Le corde metalliche che si trovano nel percorso sono spesso inutili, ma psicologicamente è bello sapere di poterle usare. Il percorso è lungo e offre scorci meravigliosi. Qui si incontrano più persone che non verso il Venerocolo, ma non troppe: lo stesso non può dirsi del rifugio che è decisamente troppo affollato per i miei gusti.
A questo punto si pone il dubbio se scendere verso Schilpario per la valle del Vo o proseguire verso il passo di Belviso e quindi scendere in direzione della diga del Gleno e quindi Vilminore. Optiamo (ahimè) per la prima soluzione: scelta sbagliata, la valle è infatti monotona, lunghissima e non vale lo sforzo per percorrerla.
Dopo oltre 30 km siamo ancora a casa, stanchi ma felici: percorso poco noto ma fantastico.
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