Guriner Furka (2323 m) e Cima 2446 m
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Escursione nel comune più alto del Ticino: Bosco Gurin. È anche l'unica colonia walser del cantone.
Il 32% della popolazione parla tedesco. Il vecchio dialetto dei Boschesi è chiamato Ggurijnartitsch.
Salita al Passo di Bosco sulle orme di Horace Bénédict de Saussure, lo scienziato ginevrino considerato “il padre dell’alpinismo”.
Inizio dell’escursione: ore 9.20
Fine dell’escursione: ore 14.40
Pressione atmosferica, ore 9.00: 1022 hPa
Temperatura alla partenza: 7°C
Isoterma di 0°C, ore 9.00: 2800 m
Temperatura al rientro: 10°C
Sorgere del sole: 7:07
Tramonto del sole: 17:11
Prima escursione novembrina dell’anno nel comparto sciistico di Bosco Gurin, ad un mese dall’apertura degli impianti. Le previsioni meteo danno “abbastanza soleggiato e mite”. Affronto quindi con piena fiducia il lungo percorso che in un’ora e tre quarti d’auto mi porta nella Valle di Bosco Gurin. Arrivo alle 8:45 in punto al posteggio del piazzale all’ingresso del paese. I colori autunnali, che già mi avevano accompagnato a partire da Cevio, qui raggiungono l’apice: il lariceto che circonda il paese è di un bellissimo giallo, che dovrebbe ulteriormente accendersi ai primi raggi di sole. È da un po’ di tempo che non ritorno a Bosco; la visione delle singolari case walser mi induce a gironzolare lungo le viuzze del paese per immortalare queste meraviglie architettoniche nonché i graffiti dell’artista e grafico originario del luogo: Hans Anton Tomamichel (Bosco Gurin, 1899 – Zurigo, 1984).
Il sole velato invece di accendersi piano piano si spegne del tutto; sulle cime appare addirittura la nebbia. Pazienza, in compenso la temperatura è decisamente mite.
Dopo la visita al villaggio scendo alle Stalle Ferubar. In seguito alla valanga del 1925 che distrusse quelle in località “Im Boda”, ne furono costruite delle nuove a schiera. In pratica è uno stallone unico orientato in modo da non opporre resistenza alla furia delle slavine e protetto da un terrapieno. Il toponimo Ferubar significa “al di là, di fronte” e fa riferimento al ponte che univa anticamente le due parti del villaggio.
Il segnavia è posto ai margini del ponte sul Riale di Bosco, a quota 1482 m: per la Capanna Grossalp occorre 1 h e 10 min di cammino. Il sentiero sale alla sinistra del torrente in un ambiente spettacolare. Il Riale di Bosco presenta una serie di cascatelle che invitano gli escursionisti ad una sosta contemplativa; non posso evitare di soffermarmi a lungo per registrare dei video.
Non meno attraenti sono i “Gadumdschi”, tipici fienili walser, in alcuni casi riattati.
A 1800 m di quota arrivo a Naatscha, un corte dell’Alpe Grossalp. Il toponimo Naatscha significa terreno scadente, con riferimento all’erba che vi cresce (Nardus stricta) “Nätsch”, ossia Nardo o Cervino, che costituisce il Nardeto, formazione erbosa che si genera come conseguenza di un sovraccarico di pascolo. Il corte si presenta con due edifici in BKS e cemento armato con finestre in legno e alluminio, munite di retina antimosche. In un edificio si trova l’abitazione, il caseificio e la cantina; nell’altro, più piccolo, si trovano al piano inferiore la porcilaia e al pianterreno il deposito per gli attrezzi e una sala infermeria per quattro mucche.
Malgrado le frequenti soste, in un’ora raggiungo la Capanna Grossalp (1907 m), di proprietà dell’UTOE di Locarno. Il guardiano Christian mi prepara un caffè, mentre il bimbo, assai carino e sorridente, viene imboccato dalla mamma.
Alle 10:30 riprendo il cammino, in direzione del Passo di Bosco. Il segnavia indica che occorre 1:10 h di cammino. Osservo le belle baite dell’alpeggio, con particolare attenzione per le porte d’ingresso e per gli architravi con delle scritte incise nel legno o nella pietra. Fotografo il Pizzo Bombögn (2331 m), prima che le nuvole e la nebbia coprano piano piano tutte le cime. Ho raggiunto il Bombögn il 23.7.2004, dopo aver percorso le ultime decine di metri di salita sulla spettacolare e monumentale muraglia, costruita nel 1948 per proteggere le piantagioni dalle capre.
Il sentiero per la Guriner Furka segue in buona parte la sciovia fino ad oltre 2200 m di quota. Passo dalla località Såndiga Boda, un piano sabbioso con affioramenti di pietre: gneiss e rocce ultrabasiche di colore verde da cui si ottenevano i laveggi. Il sentiero, sempre segnalato in bianco-rosso-bianco, nell’ultima parte di salita si addentra nella valle del Guriner Furkabach. Dopo un’ora di cammino da Grossalp raggiungo lo storico valico, che ha permesso il transito dei Walser di Formazza per fondare Bosco Gurin, unica loro colonia del Ticino.
Guriner Furka (2323 m)
Mi affaccio sulla Val Formazza, parzialmente coperta dalle nuvole e dalla nebbia; Fondovalle (Stafelwald) è a due ore e trenta di cammino. Mi concedo un giretto in Piemonte, 250 m, che corrispondono alla circonferenza del laghetto posto in territorio italiano.
Il 17 luglio 1783, quattro anni prima della celebre ascensione al Monte Bianco, da qui passò anche Horace Bénédict de Saussure, lo scienziato ginevrino considerato “il padre dell’alpinismo”. La minuziosa descrizione della salita al valico, accompagnato dal cappellano di Formazza Francesco Nibbio, è riportata nei “Voyages dans les Alpes”, vol. IV, cap. IX – X. La partenza di Saussure dalla locanda “Alla Schmitta” di Ponte, alla volta di Bosco, accompagnato da don Francesco Nibbio e dai portatori di Formazza, avvenne alle ore 7 e 54' di giovedì 17 luglio 1783. Ecco un breve estratto della sua descrizione.
“La montagna che dovevamo scalare è troppo ripida e il sentiero troppo stretto perché un animale da soma vi possa passare. Fui perciò obbligato ad assumere uomini di Formazza per portare, nei passaggi difficili, il carico del mio mulo. Il tragitto è di circa nove ore di salita da Formazza alla Furka. Cinque la discesa dalla Furka a Bosco e a Cerentino. Dapprima si segue, per tre quarti d'ora, lo stesso sentiero che conduce a Domo d’Ossola. [...] Quando si giunge al villaggio di Fondovalle, invece di scendere costeggiando la Toce come si fa per andare a Domo, si attraversa il torrente. Subito dopo, in un piccolo bosco di abeti, inizia una salita così ripida che i portatori sono costretti a caricare in spalla il bagaglio dei muli. Abbandonai là, non senza rimpianto, la Valle Formazza. È una delle alte valli delle Alpi il cui aspetto mi è sembrato maggiormente piacevole. Essa non offre, come la Valle di Chamonix, il grande spettacolo dei ghiacciai. In compenso ha qualche cosa di più dolce, di più pastorale. Le rocce delle sue montagne, intervallate da praterie e da foreste, non hanno nulla di rude né di selvaggio. La valle è disseminata di piccoli villaggi, le cui case bianche e linde creano un effetto suggestivo nel bel verde che riveste i dintorni. Di tanto in tanto piccole rocce che s’innalzano a forma di colline, coperte di larici fittissimi, sembrano boschi sacri in mezzo ai quali si immagina un altare o una statua. Questi mazzi di piante irregolarmente sparsi dall’opera della natura su piccole rocce qua e là nella valle, non hanno la pesantezza né la monotonia di quei boschetti che adornano i giardini inglesi.”
La Guriner Furka è caratterizzata da due piccole croci metalliche infisse nella roccia. Su quella di sinistra si legge “Della Pietra XY”, su quella di destra “RIP”. Si tratta quindi di croci commemorative per ricordare una disgrazia capitata ad un certo Della Pietra, cognome molto diffuso a Bosco Gurin.
A pochi metri dal valico scorgo un sentierino che sale in direzione SE verso il costone orientale della cima quotata 2446 m. Malgrado la nebbia, decido di provare a raggiungere questa vetta, visibile già da Bosco. Dopo 180 m di percorso su un fianco ripido, supero una cresta rocciosa, che mi immette sul versante orientale della montagna. Il sentiero diventa meno evidente e nel contempo la pendenza aumenta drasticamente: salita non adatta alle racchette da neve! Dopo venti minuti circa di fatica raggiungo l’omino di pietre che corrisponde alla Cima 2446 m, senza nome sulla carta topografica. Continuo ancora per 160 m lungo l’aerea e affilata crestina, fino a quando la nebbia inghiotte completamente il paesaggio impedendomi di andare oltre.
Ritorno sui miei passi, con molta prudenza, fino al Guriner Furka, da dove riprendo il sentiero in discesa in direzione di Bosco.
Escursione sui pascoli walser di Bosco Gurin, 230 anni dopo Horace Bénédict de Saussure. “Passammo poi accanto a un piccolo lago, e scendendo lungo pascoli ripidi, raggiungemmo in due ore abbondanti il villaggio di Bosco”.
Tempo di salita: 2 h 25 min
Tempo totale: 5:20 h
Tempi parziali
Bosco Gurin (1503 m) – Capanna Grossalp (1907 m): 1 h
Capanna Grossalp (1907 m) – Guriner Furka (2323 m): 1 h
Guriner Furka (2323 m) – Cima 2446 m: 25 min
Dislivello in salita: 1000 m
Sviluppo complessivo: 9,8 km
Difficoltà: T3+ (EE)
Coordinate Capanna Grossalp: 679'550 / 129'960
Coordinate Guriner Furka: 678'177 / 130'675
Coordinate Cima 2446 m: 678'196 / 130'491
Copertura della rete cellulare: buona
Libro di vetta: no
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