Belle - Isle - en - Mer terzo giorno
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Terzo giorno della nostra permanenza su questa magnifica isola. Oggi il tempo è un po' incerto per cui, in attesa del miglioramento previsto per il pomeriggio, visitiamo Sauzon: il suo porto e le sue stradine fiancheggiate da case colorate e dalle forme spesso inusuali.
Il pomeriggio le nuvole ci sono ancora ma il tempo sembra comunque temere per cui riprendiamo le nostre bici e ci dirigiamo verso il centro dell'isola, ripassiamo nei pressi dei due menhirs visti ieri e raggiungiamo Bangor, l'unico nucleo posto nell'entroterra e non sulla costa.
Proseguiamo verso Sud Est ma il tempo si rannuvola e non promette nulla di buono, decidiamo di non raggiungere l'estremità meridionale di Belle - Isle me di deviare a sinistra per raggiungere Le Palais.
Ci portiamo sulla costa e raggiungiamo le Grands Sables che fa veramente onore al suo nome: una grande distesa di sabbia pullulante di bagnanti... bè si fa per dire: la temperatura dell'aria non supera i 18° e quella dell'acqua è senz'altro inferiore. La gente si limita a bagnarsi i piedi e a godersi il solicello che ogni tanto sbuca dalle nuvole. Quasi tutti indossano almeno una maglietta.
Risaliamo sulle biciclette e raggiungiamo Le Palais, il borgo più importante dell'isola: un porto di dimensioni e profondità superiori a quello di Sauzon, vie larghe, case a più piani e, soprattutto, la Cittadelle Vauban, una fortificazione che sovrasta il borgo.
Saliamo dapprima alla cittadella per avere una vista d'insieme, la fortificazione sorge in posizione elevata a dominare il borgo ed il porto, l'esterno ha un aspetto severo ma l'interno è stato ingentilito: quella che doveva essere la piazza d'armi è stata piantumata e vi è un gran prato circondato da arbusti e fiori racchiuso da edifici di grandi dimensioni dalla tipica forma delle case bretoni.
Ci affacciamo agli spalti per ammirare Le Palais dall'alto ma lo sguardo viene magneticamente attirato dall'oceano: ogni sei ore la marea si alza e si abbassa e qui in Bretagna assume proporzioni veramente significative: ora siamo in bassa marea ed il mare intorno al porto è regredito fino all'orizzonte, rimane solo un canale scavato che permette l'ingresso in rada su cui navigano i pescherecci che stanno rientrando.
Il pomeriggio le nuvole ci sono ancora ma il tempo sembra comunque temere per cui riprendiamo le nostre bici e ci dirigiamo verso il centro dell'isola, ripassiamo nei pressi dei due menhirs visti ieri e raggiungiamo Bangor, l'unico nucleo posto nell'entroterra e non sulla costa.
Proseguiamo verso Sud Est ma il tempo si rannuvola e non promette nulla di buono, decidiamo di non raggiungere l'estremità meridionale di Belle - Isle me di deviare a sinistra per raggiungere Le Palais.
Ci portiamo sulla costa e raggiungiamo le Grands Sables che fa veramente onore al suo nome: una grande distesa di sabbia pullulante di bagnanti... bè si fa per dire: la temperatura dell'aria non supera i 18° e quella dell'acqua è senz'altro inferiore. La gente si limita a bagnarsi i piedi e a godersi il solicello che ogni tanto sbuca dalle nuvole. Quasi tutti indossano almeno una maglietta.
Risaliamo sulle biciclette e raggiungiamo Le Palais, il borgo più importante dell'isola: un porto di dimensioni e profondità superiori a quello di Sauzon, vie larghe, case a più piani e, soprattutto, la Cittadelle Vauban, una fortificazione che sovrasta il borgo.
Saliamo dapprima alla cittadella per avere una vista d'insieme, la fortificazione sorge in posizione elevata a dominare il borgo ed il porto, l'esterno ha un aspetto severo ma l'interno è stato ingentilito: quella che doveva essere la piazza d'armi è stata piantumata e vi è un gran prato circondato da arbusti e fiori racchiuso da edifici di grandi dimensioni dalla tipica forma delle case bretoni.
Ci affacciamo agli spalti per ammirare Le Palais dall'alto ma lo sguardo viene magneticamente attirato dall'oceano: ogni sei ore la marea si alza e si abbassa e qui in Bretagna assume proporzioni veramente significative: ora siamo in bassa marea ed il mare intorno al porto è regredito fino all'orizzonte, rimane solo un canale scavato che permette l'ingresso in rada su cui navigano i pescherecci che stanno rientrando.
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