Refuge du Grenarion, Fretes du Grenier
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Seconda giornata di bel tempo, è anche la penultima delle nostre brevi ferie, domani si torna a casa.
Decidiamo di salire al Refuge du Grenarion, un altro straordinario belvedere sul Monte Bianco e sulla catena dei Fiz e base di partenza per l'ascensione al Mont Buet per la cresta Nord, uno dei miei progetti che però per ora devo accantonare: Anna non è interessata e non è assolutamente d'accordo nel lasciarmi andare da solo. Vabbè sarà per il futuro.
Partiamo appena a monte dell'abitato di Salvagny, il parcheggio è già quasi pieno e diverse auto stanno arrivando, molta gente si incammina ma nessuno prende la nostra direzione, tutti sembrano preferire la più tranquilla ascensione al Refuge des Fonts o la salita al nostro rifugio ma dal versante Est.
Io ed Anna abbiamo scelto di salire invece dal versante Nord seguendo il tortuosissimo sentiero che con una sessantina di tornanti attraversa dapprima la foresta demaniale di Salvagny e poi le praterie che salgono alla Fretes du Grenier.
La partenza è su una ripida mulattiera che presto lascia il posto ad un bel sentiero sulla destra idrografica del Nant Sec, finora il tracciato è quasi rettilineo ma a poco più di un chilometro dalla partenza ecco i primi tornanti che in poco tempo ci fanno guadagnare quota, procediamo in un magnifico bosco misto, c'è abbastanza umidità e vediamo funghi mai visti prima, arriviamo al bivio con il sentiero proveniente dalla stazione superiore di Vagnys e poco più avanti siamo al passaggio del torrente senza nome che scende dalla zona dei Lapiaz, c'è un cavo che facilita il guado anche se oggi, vista la scarsa portata d'acqua, sembra superfluo.
Qualche metro più avanti siamo al passaggio del Nant Sec, qui il cavo non c'è ma l'acqua è molta di più, non tanta comunque da crearci problemi.
Una quindicina di tornanti e siamo fuori dalla foresta, gli alberi lasciano spazio agli ontani e, soprattutto ad una miriade di fiori, intanto anche il paesaggio circostante attrae il nostro sguardo: le cime che fanno da confine con la Svizzera, quelle che dominano Sixt e Samoens e, sotto di noi tutta la valle della Giffre.
Contorniamo enormi monoliti, l'aspetto e il tipo di roccia ricordano le Grigne.
Proseguiamo la nostra salita, finalmente una croce un centinaio di metri sopra di noi ci fa presagire la vicinanza della nostra meta, saliamo ancora ma del rifugio nessuna traccia... finchè, all'improvviso eccolo lì, una ventina di metri sotto di noi, preceduto da un pavese di bandierine tibetane e con una visione fantastica sui Fiz e sul Bianco.
La cresta Nord del Buet però, con mio disappunto, rimane nascosta dalle pendici della Fretes du Grenier, Anna acconsente a proseguire per un po' , almeno fino ad una svolta del sentiero, un centinaio di metri sopra di noi, da cui dovremmo avere una visione migliore; procedo spedito e quando raggiungo il punto concordato mi accorgo che la cresta Nord non si vede proprio bene...in attesa che Anna mi raggiunga proseguo alla ricerca di un miglior punto di osservazione, dal basso mia moglie mi urla che lei non pensa di procedere oltre, 1300 metri le bastano!...vabbè, mi dico, proseguo ancora per una decina di minuti...raggiungo la quota 2456 della Fretes du Grenier...l'ideale sarebbe arrivare fino alla vetta de la Cathedrale, la cima più alta della cresta ma guardo l'ora e mi ricordo che ho io tutti i viveri...per evitare guai sarà meglio tornare indietro, tanto qui devo tornarci per fare, spero presto, la Nord del Mont Buet!
Raggiungo Anna e ci fermiamo all'ombra di un roccione per pranzare, poi ci beviamo un the seduti ad un tavolo sullo spiazzo antistante il rifugio godendoci la magnifica vista.
E' ora di scendere, per il ritorno scegliamo il versante Est: il dislivello è lo stesso ma il sentiero, a dire il vero una gippabile, è decisamente più comodo e, vista l'esposizione più favorevole, anche più ombreggiato.
Passiamo nei pressi de les Crepines e proseguiamo la discesa nel bosco abbastanza rado da permettere una magnifica fioritura, fra le tante specie anche di inconsuete campanule bianche.
Qualche varco fra gli alberi ci permette di ammirare le cascate d'Anterne e del Rouget dall'alto e, basso nella valle anche il volo di un giovane gipeto.
Finalmente siamo giù, un breve tratto di asfalto ed eccoci alla nostra auto che, fortuna, è pure all'ombra!
Se la gita di ieri al Passage du Derochoir ha avuto come cifra l'acqua e le cascate, questa va sotto il segno di una fioritura strepitosa: certo è facile vedere molti fiori in montagna ma raramente ho ammirato una simile varietà in un tratto così breve di percorso.
A conclusione delle nostre ferie qui posso dire che senz'altro Sixt-Fer-a Chéval è una delle località montane più belle che abbia mai visitato, per il numero e la varietà di gite proponibili e per la bellezza mozzafiato di queste montagne.
Decidiamo di salire al Refuge du Grenarion, un altro straordinario belvedere sul Monte Bianco e sulla catena dei Fiz e base di partenza per l'ascensione al Mont Buet per la cresta Nord, uno dei miei progetti che però per ora devo accantonare: Anna non è interessata e non è assolutamente d'accordo nel lasciarmi andare da solo. Vabbè sarà per il futuro.
Partiamo appena a monte dell'abitato di Salvagny, il parcheggio è già quasi pieno e diverse auto stanno arrivando, molta gente si incammina ma nessuno prende la nostra direzione, tutti sembrano preferire la più tranquilla ascensione al Refuge des Fonts o la salita al nostro rifugio ma dal versante Est.
Io ed Anna abbiamo scelto di salire invece dal versante Nord seguendo il tortuosissimo sentiero che con una sessantina di tornanti attraversa dapprima la foresta demaniale di Salvagny e poi le praterie che salgono alla Fretes du Grenier.
La partenza è su una ripida mulattiera che presto lascia il posto ad un bel sentiero sulla destra idrografica del Nant Sec, finora il tracciato è quasi rettilineo ma a poco più di un chilometro dalla partenza ecco i primi tornanti che in poco tempo ci fanno guadagnare quota, procediamo in un magnifico bosco misto, c'è abbastanza umidità e vediamo funghi mai visti prima, arriviamo al bivio con il sentiero proveniente dalla stazione superiore di Vagnys e poco più avanti siamo al passaggio del torrente senza nome che scende dalla zona dei Lapiaz, c'è un cavo che facilita il guado anche se oggi, vista la scarsa portata d'acqua, sembra superfluo.
Qualche metro più avanti siamo al passaggio del Nant Sec, qui il cavo non c'è ma l'acqua è molta di più, non tanta comunque da crearci problemi.
Una quindicina di tornanti e siamo fuori dalla foresta, gli alberi lasciano spazio agli ontani e, soprattutto ad una miriade di fiori, intanto anche il paesaggio circostante attrae il nostro sguardo: le cime che fanno da confine con la Svizzera, quelle che dominano Sixt e Samoens e, sotto di noi tutta la valle della Giffre.
Contorniamo enormi monoliti, l'aspetto e il tipo di roccia ricordano le Grigne.
Proseguiamo la nostra salita, finalmente una croce un centinaio di metri sopra di noi ci fa presagire la vicinanza della nostra meta, saliamo ancora ma del rifugio nessuna traccia... finchè, all'improvviso eccolo lì, una ventina di metri sotto di noi, preceduto da un pavese di bandierine tibetane e con una visione fantastica sui Fiz e sul Bianco.
La cresta Nord del Buet però, con mio disappunto, rimane nascosta dalle pendici della Fretes du Grenier, Anna acconsente a proseguire per un po' , almeno fino ad una svolta del sentiero, un centinaio di metri sopra di noi, da cui dovremmo avere una visione migliore; procedo spedito e quando raggiungo il punto concordato mi accorgo che la cresta Nord non si vede proprio bene...in attesa che Anna mi raggiunga proseguo alla ricerca di un miglior punto di osservazione, dal basso mia moglie mi urla che lei non pensa di procedere oltre, 1300 metri le bastano!...vabbè, mi dico, proseguo ancora per una decina di minuti...raggiungo la quota 2456 della Fretes du Grenier...l'ideale sarebbe arrivare fino alla vetta de la Cathedrale, la cima più alta della cresta ma guardo l'ora e mi ricordo che ho io tutti i viveri...per evitare guai sarà meglio tornare indietro, tanto qui devo tornarci per fare, spero presto, la Nord del Mont Buet!
Raggiungo Anna e ci fermiamo all'ombra di un roccione per pranzare, poi ci beviamo un the seduti ad un tavolo sullo spiazzo antistante il rifugio godendoci la magnifica vista.
E' ora di scendere, per il ritorno scegliamo il versante Est: il dislivello è lo stesso ma il sentiero, a dire il vero una gippabile, è decisamente più comodo e, vista l'esposizione più favorevole, anche più ombreggiato.
Passiamo nei pressi de les Crepines e proseguiamo la discesa nel bosco abbastanza rado da permettere una magnifica fioritura, fra le tante specie anche di inconsuete campanule bianche.
Qualche varco fra gli alberi ci permette di ammirare le cascate d'Anterne e del Rouget dall'alto e, basso nella valle anche il volo di un giovane gipeto.
Finalmente siamo giù, un breve tratto di asfalto ed eccoci alla nostra auto che, fortuna, è pure all'ombra!
Se la gita di ieri al Passage du Derochoir ha avuto come cifra l'acqua e le cascate, questa va sotto il segno di una fioritura strepitosa: certo è facile vedere molti fiori in montagna ma raramente ho ammirato una simile varietà in un tratto così breve di percorso.
A conclusione delle nostre ferie qui posso dire che senz'altro Sixt-Fer-a Chéval è una delle località montane più belle che abbia mai visitato, per il numero e la varietà di gite proponibili e per la bellezza mozzafiato di queste montagne.
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