Chiese romaniche e castelli fra le risaie
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Quando ci alziamo il cielo è grigio, le previsioni danno piogge anche se solo nel tardo pomeriggio, la voglia di faticare dopo una settimana di lavoro intenso per entrambi non è molta... decidiamo di fare un'escursione tranquilla nel Novarese: le risaie ormai dovrebbero essere state allagate e c'è quindi la possibilità di fare delle belle foto, la zona poi è disseminata di castelli, chiese, rovine e paesi caratteristici.
Percorriamo l'A26 ed usciamo a Romagnano Sesia, oggi però, contrariamente al solito svoltiamo in direzione di Ghemme e non verso l'alta Valsesia.
A Ghemme decidiamo di sostare per un caffè e per visitare la chiesa parrocchiale: un edificio a croce latina con una bella facciata in mattoni, l'interno è ricchissimo, con un organo ed un altare marmoreo notevoli, una cappella sopraelevata a destra ospita il corpo della Beata Panacea il cui culto è (era) diffusissimo nella zona. La chiesa colpisce soprattutto per le dimensioni notevoli.
Proseguiamo in direzione di Fara Novarese: qui si trova la chiesa cimiteriale dei Santi Pietro e Paolo attestata già nel 1157 con notevoli affreschi tardo quattrocenteschi attribuiti al Maestro di Fara.
Per raggiungere il camposanto, posto sulla morena ad Est del paese, si percorre una stradina a "rizzata", la chiesa, piuttosto malmessa, è naturalmente chiusa ma dalle grate si possono ammirare almeno gli affreschi della zona absidale, opera del Maestro di Fara.
La vista sulla pianura è notevole, scopriamo come per raggiungere il cimitero vi sia anche una scalinata che sale dall'inizio della strada a "rizzata" e che, nascosta dalla vegetazione ed in mancanza di indicazioni non avevamo notato.
Torniamo all'auto e proseguiamo verso Sud Est, non ci fermiamo a Briona che vistammo alcuni anni fa nel corso di una "Giornata FAI di primavera" e raggiungiamo Proh con il suo bellissimo castello sforzesco.
L'abitato, una frazione di Briona, è veramente minuscolo ma ha diversi notevoli monumenti: il castello innanzitutto, un massiccio edificio in mattoni attualmente in corso di restauro, purtroppo non tutte le risaie attorno sono già state allagate, le foto sarebbero state molto più suggestive.
Dal castello saliamo alla chiesa di San Silvestro in Castro, che si trova in uno stato decisamente precario ma, fortunatamente, è in fase di restauro. Anche da questa modesta elevazione la vista è pregevole sul borgo sottostante e sulle risaie.
Prossima tappa è Castellazzo Novarese, già visibile da qui. Il paese è dominato dal grande castello dei Caccia e dal vicino, enorme, Palazzo Vescovile. Entrambi sono piuttosto degradati ma il palazzo è in fase di restauro. Raggiungiamo a piedi i resti della chiesa di Santa Maria in Camoiedo situata a Sud Ovest dell'abitato, in paese si trova il Caseificio Baruffaldi, uno dei maggiori produttori di gorgonzola della zona, intorno sparse nella pianura tante cascine con lunghe stalle e centinaia di mucche. Molte case sono dipinte in colori accesi, i nomi sui campanelli rivelano la presenza di una comunità indiana che si prende cura dei bovini nelle stalle della zona.
La chiesa di Santa Maria in Camoiedo è decisamente cadente, il tetto è crollato da tempo, un tamponamento settecentesco della facciata sembra sul punto di crollare, la zona attorno è delimitata da nastri che ne impediscono l'accesso è comunque un edificio interessante che vale la pena di vedere auspicandone un prossimrestauro.
Torniamo all'auto e ci trasferiamo nel paese vicino: Casaleggio dove si trovano i ruderi della chiesa di Sant'Antonio Abate, forse una delle chiese più fotografate della zona: in apparenza sorgente fra le acque è decisamente notevole a dispetto dello stato precario dell'edificio.
Una stradina sterrata in mezzo alle risaie allagate raggiunge questa chiesa che rivela come all'impianto romanico siano state sovrapposti diversi apporti successivi, una finestra tamponata cinquecentesca in facciata, dei resti di un portico, un culmine sul campanile... Il tutto è ricoperto dalla vegetazione ed abitato da una colonia di cornacchie ma il campanile ancora svettante sui resti della chiesa offre un colpo d'occhio peculiare.
Torniamo a Castellazzo Novarese: è ora di pranzo e la trattoria ci attende per degustare un antipasto a base di formaggi locali, immancabili diversi tipi di gorgonzola, ed il piatto tipico del novarese: la "paniscia": riso con fagioli e salsiccia.
Ritorniamo infine a Proh per l'ultima visita della giornata: il ponte medioevale, risalente al XIII secolo attraversa con un'unica campata la Roggia Mora derivante dal fiume Sesia per scopi irrigui ma, a detta di alcuni e stante le notevoli sbrecciature sulla parte inferiore del ponte, un tempo navigabile.
Per il ritorno a casa scegliamo di non riprendere l'autostrada ma di attraversare il Ticino ad Oleggio così da ammirare ancora i paesaggi della zona..
Alla fine abbiamo percorso solo una decina di chilometri ma ci siamo goduti questa tranquilla domenica di relax ammirando queste zone di pianura prima che caldo e zanzare ne rendano difficile la visita.
Sul sito www.turismonovara.it si trovano centinaia di informazioni sui luoghi visitabili e sugli itinerari percorribili a piedi ed in MTB.
Percorriamo l'A26 ed usciamo a Romagnano Sesia, oggi però, contrariamente al solito svoltiamo in direzione di Ghemme e non verso l'alta Valsesia.
A Ghemme decidiamo di sostare per un caffè e per visitare la chiesa parrocchiale: un edificio a croce latina con una bella facciata in mattoni, l'interno è ricchissimo, con un organo ed un altare marmoreo notevoli, una cappella sopraelevata a destra ospita il corpo della Beata Panacea il cui culto è (era) diffusissimo nella zona. La chiesa colpisce soprattutto per le dimensioni notevoli.
Proseguiamo in direzione di Fara Novarese: qui si trova la chiesa cimiteriale dei Santi Pietro e Paolo attestata già nel 1157 con notevoli affreschi tardo quattrocenteschi attribuiti al Maestro di Fara.
Per raggiungere il camposanto, posto sulla morena ad Est del paese, si percorre una stradina a "rizzata", la chiesa, piuttosto malmessa, è naturalmente chiusa ma dalle grate si possono ammirare almeno gli affreschi della zona absidale, opera del Maestro di Fara.
La vista sulla pianura è notevole, scopriamo come per raggiungere il cimitero vi sia anche una scalinata che sale dall'inizio della strada a "rizzata" e che, nascosta dalla vegetazione ed in mancanza di indicazioni non avevamo notato.
Torniamo all'auto e proseguiamo verso Sud Est, non ci fermiamo a Briona che vistammo alcuni anni fa nel corso di una "Giornata FAI di primavera" e raggiungiamo Proh con il suo bellissimo castello sforzesco.
L'abitato, una frazione di Briona, è veramente minuscolo ma ha diversi notevoli monumenti: il castello innanzitutto, un massiccio edificio in mattoni attualmente in corso di restauro, purtroppo non tutte le risaie attorno sono già state allagate, le foto sarebbero state molto più suggestive.
Dal castello saliamo alla chiesa di San Silvestro in Castro, che si trova in uno stato decisamente precario ma, fortunatamente, è in fase di restauro. Anche da questa modesta elevazione la vista è pregevole sul borgo sottostante e sulle risaie.
Prossima tappa è Castellazzo Novarese, già visibile da qui. Il paese è dominato dal grande castello dei Caccia e dal vicino, enorme, Palazzo Vescovile. Entrambi sono piuttosto degradati ma il palazzo è in fase di restauro. Raggiungiamo a piedi i resti della chiesa di Santa Maria in Camoiedo situata a Sud Ovest dell'abitato, in paese si trova il Caseificio Baruffaldi, uno dei maggiori produttori di gorgonzola della zona, intorno sparse nella pianura tante cascine con lunghe stalle e centinaia di mucche. Molte case sono dipinte in colori accesi, i nomi sui campanelli rivelano la presenza di una comunità indiana che si prende cura dei bovini nelle stalle della zona.
La chiesa di Santa Maria in Camoiedo è decisamente cadente, il tetto è crollato da tempo, un tamponamento settecentesco della facciata sembra sul punto di crollare, la zona attorno è delimitata da nastri che ne impediscono l'accesso è comunque un edificio interessante che vale la pena di vedere auspicandone un prossimrestauro.
Torniamo all'auto e ci trasferiamo nel paese vicino: Casaleggio dove si trovano i ruderi della chiesa di Sant'Antonio Abate, forse una delle chiese più fotografate della zona: in apparenza sorgente fra le acque è decisamente notevole a dispetto dello stato precario dell'edificio.
Una stradina sterrata in mezzo alle risaie allagate raggiunge questa chiesa che rivela come all'impianto romanico siano state sovrapposti diversi apporti successivi, una finestra tamponata cinquecentesca in facciata, dei resti di un portico, un culmine sul campanile... Il tutto è ricoperto dalla vegetazione ed abitato da una colonia di cornacchie ma il campanile ancora svettante sui resti della chiesa offre un colpo d'occhio peculiare.
Torniamo a Castellazzo Novarese: è ora di pranzo e la trattoria ci attende per degustare un antipasto a base di formaggi locali, immancabili diversi tipi di gorgonzola, ed il piatto tipico del novarese: la "paniscia": riso con fagioli e salsiccia.
Ritorniamo infine a Proh per l'ultima visita della giornata: il ponte medioevale, risalente al XIII secolo attraversa con un'unica campata la Roggia Mora derivante dal fiume Sesia per scopi irrigui ma, a detta di alcuni e stante le notevoli sbrecciature sulla parte inferiore del ponte, un tempo navigabile.
Per il ritorno a casa scegliamo di non riprendere l'autostrada ma di attraversare il Ticino ad Oleggio così da ammirare ancora i paesaggi della zona..
Alla fine abbiamo percorso solo una decina di chilometri ma ci siamo goduti questa tranquilla domenica di relax ammirando queste zone di pianura prima che caldo e zanzare ne rendano difficile la visita.
Sul sito www.turismonovara.it si trovano centinaia di informazioni sui luoghi visitabili e sugli itinerari percorribili a piedi ed in MTB.
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