Monte Alfeo da Gorreto (GE)


Publiziert von cai56 , 10. März 2024 um 18:08. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Emilia-Romagna
Tour Datum: 7 März 2024
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 6:30
Aufstieg: 1294 m
Abstieg: 1294 m
Strecke:Parzialmente circolare 16,19 km
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Da Piacenza si percorre tutta la statale della Val Trebbia fino ad oltrepassare il confine con la Liguria. Subito si trova Gorreto: ampio parcheggio nella piazza.

Per sfuggire alla quantità di neve caduta di recente sulle Alpi ed evitarne gli ovvii pericoli, decidiamo di dirigerci verso l'Appennino: non è difficile cercare e trovare una qualche cima di agevole accesso ed ampio panorama, e le tortuose valli della provincia di Piacenza offrono sempre una certezza in tal senso. Le previsioni del tempo (rivelatesi poi eccessivamente ottimistiche, ma almeno non ci siamo bagnati) ci indirizzano al confine con la provincia di Genova, verso un paesino - Gorreto - che, comprendendo anche le numerose frazioni montane, arriva a contare 94 residenti: da qui ci si può addentrare nel tipico ambiente isolato e selvatico dell'Appennino a media quota. Sulle pendici e sulla vetta della meta - Monte Alfeo - la neve ci sarà, e così abbondante e pesante da indurci ad evitare in parte il giro programmato: pendii a 30° con anche 1 metro di neve appoggiata su di una base di erbe lisce mostrano già qualche distacco di lastroni di fondo...
Potrebbe sembrare interessante la presenza a Gorreto del Palazzo Centurione-Tornelli risalente al XVII secolo, ma la vasta struttura (in origine tribunale, cartiera, conceria, pastificio, fornace, mulino, caserma e zecca), dopo l'abbandono successivo alla seconda guerra mondiale, risulta attualmente in stato di estremo degrado, per non dire a tratti pericolante.
Sentieri sempre con indicazioni (solo in pochi casi confuse, ma con bollatura sempre obsoleta).


Dalla piazza di Gorreto ci si dirige verso monte passando accanto ai giardini pubblici e poi lungo la strada asfaltata che, scorrendo fra la chiesa di Santa Caterina ed il Palazzo Centurione, si porta a raggiungere il piccolo cimitero; un viottolo ripidissimo lo aggira in senso antiorario e prosegue fino ad un serbatoio dell'acquedotto. Da qui inizia un sentiero che percorre un larghissimo crinale boscoso ricoperto di querce e con fitto sottobosco cespuglioso: l'incontro con numerosi cartelli che avvisano dell'ingresso nelle pertinenze di un'azienda faunistico-venatoria coincide col passaggio in provincia di Piacenza. Appena oltrepassato il traliccio di una linea elettrica il sentiero svolta decisamente a sinistra per intraprendere un traverso in direzione di Bertone (via di ritorno) - bel punto panoramico sulla Val Trebbia, oggi immersa in un mare di nuvole - da seguirsi fino ad un evidente bivio: la nostra direzione comporta una inversione di senso per seguire un lungo tratto pianeggiante. Segue una breve discesa per attraversare una estesa colata di detrito minuto di calcari ed ardesia e poi risalire sino ad una sorta di passo, di nuovo ai margini dell'azienda faunistico venatoria; le mappe a questo punto riportano un proseguimento ancora su sentiero, ma appare evidente che da poco tempo la traccia è stata allargata a tratturo per mezzi speciali: si attraversa un bosco, si passa alla base di un secondo scosceso ghiaione e si affronta un guado non semplicissimo (un cartello escursionistico rende nota una particolare ricchezza in selenio di queste acque). Pochi passi pianeggianti accompagnano fino ai ruderi di Campi Vecchio, i cui resti (poco più di qualche muro perimetrale) mostrano comunque una certa ricercatezza architettonica con la presenza di un paio di archi in pietrame e calce. Oltrepassato un recente cospicuo franamento che di fatto rende inutilizzabile la pista nuova, si arriva in piano alle abitazioni sparse dell'attuale Campi; in corrispondenza di una piccola cappella votiva si incrocia l'asfalto e lo si segue in salita verso sinistra fino ad incontrare, dopo un centinaio di metri, le indicazioni per un sentiero a monte. Iniziamo in questo momento la lunga salita nel fitto bosco (tratti residui di selciato, molte sovrapposizioni con un rio adiacente, alberi crollati e scarsi segni di passaggio) che, attraversata la pista agro-pastorale per Prà di Cò, sale fino alla dorsale orientale del Monte Alfeo; nella parte più bassa è costituita da una serie di radure a pascolo separate da strisce alberate (e qui la segnaletica si fa confusa nel moltiplicarsi delle tracce di passaggio animale), poi si procede al confine tra i prati rivolti a sud e le faggete del versante settentrionale. La traccia si fa sempre più ripida (circa 25° gradi di pendenza), ma sicura anche nella neve alta riuscendo a mantenersi fra i radi alberi; si procede sul filo del crinale finchè il pendio si impenna in un affioramento di roccette sparse, dove il sentiero volge nettamente in piano a sinistra effettuando un traverso in direzione della dorsale meridionale. L'esposizione a sud e la quota modesta fanno sì che l'accumulo nevoso rimanga contenuto in spessori non rischiosi e si riesca a seguire la sagoma del percorso estivo; la direttiva per la cima (lasciando a sinistra il bivio per Bertone (via di ritorno) scorre parallela inizialmente ad una recinzione di filo spinato, poi attraversa un poco ad est alcuni ripiani con accumuli da vento di neve ed infine ritorna sulla dorsale orientale fino al monumento religioso sulla vetta del Monte Alfeo. Come detto, l'idea iniziale sarebbe stata di proseguire lungo la cresta occidentale fino ad un'elevazione con crocetta da cui si dipartirebbe una via diretta per Bertone, ma le condizioni di stabilità del pendio sconsigliano nettamente: per cui ripercorriamo la via di salita fino al bivio  - già evidenziato - sulla cresta sud; volgendo nettamente a destra, un breve taglio del pendio porta fino all'attraversamento di due valanghine già scaricate e poi al sicuro all'interno del bosco. Facendo molta attenzione alla sbiadita bollatura sui tronchi dei faggi, si giunge ad un'estesa area - piuttosto invalicabile - di alberi schiantati, dove il sentiero si perde: costeggiando il margine sinistro del crollo si raggiunge una palina con indicazioni e si ritrova la traccia. Lo strato nevoso è ormai discontinuo ed in breve tempo si raggiungono i prati che sovrastano la frazione Bertone; raggiunte le prime case, si volge a sinistra andando a reperire l'antica mulattiera di accesso al borgo. La strada, attualmente molto degradata per cedimenti strutturali a monte e a valle, oltre che fortemente inglobata da rovi e liane, qua e là mostra ancora i segni dell'antica importanza con i resti di muri imponenti ed una precisa selciatura. Lo svolgimento del percorso è un lungo e tortuoso traverso in blanda discesa che raggiunge la via di salita in corrispondenza del bivio per Campi Vecchio, da cui si ripercorre la medesima via di andata fino a Gorreto. 

Tourengänger: cai56, chiaraa
Communities: Hikr in italiano


Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden

Galerie


In einem neuen Fenster öffnen · Im gleichen Fenster öffnen


Kommentar hinzufügen»