Monte San Pietro da Nebida.

C’è il cosiddetto «Mal di Val Grande», ma c’è il anche il «Mal di Iglesiente», perché in queste zone ci sono sentieri e panorami davvero unici, che in qualche modo stregano l’escursionista e quindi, avendo l’opportunità di passare qualche giorno nella località di Nebida, ne ho approfittato per fare qualche giro.
Partito ancora con il buio (grazie al fatto che ieri sera ero salito per vedere dove iniziava il sentiero), ho seguito la via Sandro Pertini alla luce dei lampioni, per portarmi sopra le ultime case di Nebida, iniziando a percorre la stradina sterrata che si dirige verso l’alto (ci sono dei segnavia radi e sbiaditi).
Superata una breve galleria, la valle si apre e si passa in mezzo ai detriti delle miniere che qui si trovano ovunque, riprendendo poco più in alto un’altra stradina sterrata che, sempre verso l’alto mi ha portato ad una sella boscosa dove ho trovato dei cartelli segnaletici indicanti la possibilità di raggiungere altre località.
Scendendo nella vallata di fronte a me ho raggiunto i ruderi della chiesa di San Pietro, salendo poi sull’omonima cima da cui si gode davvero un panorama d’eccezione.
Sceso poi per un’altra vallata sono ritornato a Nebida facendo un bel giro ad anello (10 km di sviluppo per 610 m di dislivello camminando per circa 2,5 ore); il percorso è anche descritto nelle didascalie delle foto.
E’ stato davvero un bel giro, che mi ha permesso di conoscere l’entroterra boscoso di Nebida, che però è attraversato da numerose carrarecce, che servono principalmente a collegare gli ovili sparsi sulle montagne.
E’ un vero peccato che queste zone non siano valorizzate dal punto di vista escursionistico, infatti la segnaletica presente (al di là di quella che riguarda il Cammino Minerario di Santa Barbara che passa anche da qui) è piuttosto occasionale e poco organizzata e, che io sappia, non esistono cartine che possano dare una visione d’insieme della rete escursionistica; niente da fare, in molte zone della Sardegna il turismo è solo rivolto verso il mare, ovviamente unico con le sue spiagge e i suoi fondali, ma che limita l’attrattiva turistica solo ai mesi estivi.
Tempo bello e caldo, finalmente senza il vento dei due giorni precedenti.
Al rientro dall’escursione ci siamo diretti ad una spiaggia di Masua: montagna + mare in giornata, cosa volere di più?
Minifilmato della salita su https://www.relive.cc/view/v1vj9ywpjYq