Sentier Vigneron
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Questa settimana siamo in vacanza in Ardeche, la nostra casa per sette giorni sarà a Lablachere. A 200 metri si trova la Cave de Lablachere, la cantina sociale che, dal 1928, riunisce una quarantina di viticoltori locali. Dalla cantina sociale prende il via il "Sentier Vigneron", è un giro ad anello di una decina di chilometri che percorrendo sentieri, strade agricole e qualche tratto di asfalto ci fa immergere nella realtà vinicola locale.
Il terreno di questa zona è formato all'80% da Trias Cévenol, risalente a circa 250 milioni di anni fa e formato da grés siliceo con inclusioni di argilla, un terreno che da, come abbiamo potuto constatare, ottimi vini.
Per evitare il caldo partiamo di buon mattino, pochi metri e siamo già immersi fra i vigneti, le viti sono tenute bassa e e con una scarsa defoliazione, così da proteggere i grappoli dal sole troppo cocente. I vigneti sono divisi in grandi parcelle su tratti pianeggianti e sulle pendici a terrazza, qui chiamate "Faïsses". I vitigni sono diversi, la cantina produce una quindicina di vini differenti, bianchi, rossi e rosati. Non visono indicazioni per cui possiamo solo apprezzare le differenze assaggiando qualche acino qui e là.
Percorriamo stradine e sentieri che salgono fra i vigneti e tratti boscati, fra qurce, pini di Aleppo, ginepri, rose selvatiche ed un sottobosco impenetrabile. Il caldo inizia a farsi sentire ma c'è una leggera brezza che ci rinfresca. Mano a mano che saliamo la vista sulle distese di vigneti e sul paesaggio si allarga. Vi sono quinte di colline che si succedono e terminano con i rilievi montuosi provenzali ed alverniati.
Attraversiamo qualche nucleo abitato, carartterizzato dalle solide case in pietra dell'Ardeche. Intorno a qualche abitazione le vigne sono sostituite dagli olivi. Qua e là qualche gelso centenario ricorda la scomparsa produzione serica dei dintorni.
Il nostro giro prosegue, raggiunta la sommità iniziamo a scendere seguendo i discreti segnavia. Appassionato botanico continuo a fotografare fiori e piante. I muretti a secco e gli spazi fra i filari sono uno scrigno di biodiversità, specie simili alle nostre e molti endemismi locali, per riconoscerli mi sono comprato un'utile e ben fatto vademecum sulla flora dell'Ardeche. Anche tante farfalle ed uccelli ci fanno compagnia.
Dopo due ore e mezza di piacevolissima escursione il nostro giro si conclude tornando alla cantina sociale. È aperta per cui, degna conclusione di questa mattinata, non possiamo esimerci dall'acquisto di qualche bottiglia, fra cui un paio del gioiello vinicolo locale, lo Chatus, da pronunciarsi senza la s finale. È un vitigno tipico, un superstite della filossera, che si vendemmia ai primi di ottobre e viene poi invecchiato per almeno due anni in fusti di castagno dando vita ad un vino strutturato affine ai nostri nebbioli.
Bellissimo giro rilassante ed istruttivo. Il sentiero è ben segnalato ma non va sottovalutato: alcuni tratti di sentiero fra i boschi sono abbastanza impervi e richiedono una calzatura adeguata.
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