Marchorn 2962 m - dal canale NW
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Il Canale NW
Tra i due canali c'è un contrafforte di roccia.
Esiste un terzo ulteriore canale, ancora più a destra e non visibile dalla nostra prospettiva, usato da
Laura. il giorno dopo, che pare essere stato in migliori condizioni per la discesa (vedi traccia disegno ultima foto galleria). Esso verte nei pressi della cresta vicino alla vetta.
Il canale NNW visto dall'uscita

Avvicinamento
Da All'Acqua, attraversato il ponte sul Ticino, risaliamo, seguendo prevalentemente la traccia estiva, i pendii della Val D'Olgia. Procediamo in direzione SW su pendenze moderate, ci sono svariate tracce di sci che tagliano il sentiero cercando scorciatoie (queste tracce la sera ci disorienteranno), attraversiamo il Riale di Val d'Olgia e saliamo fino all'Alpe Formazzora. Da qui proseguiamo sempre in salita fino a San Giacomo che si tratta di una cascina più altri 3 edifici in una vasta piana che corrisponde all'omonima Alpe.
Dinnanzi a noi si staglia il Pizzo San Giacomo. La nostra meta si trova appena più avanti lungo il crinale che si sviluppa verso la Val Formazza.
Proseguiamo seguendo le tracce scialpinistiche che ci conducono verso il Passo San Giacomo (2313 m). Poco prima del passo vero e proprio pieghiamo decisamente a sinistra per portarci ai piedi del Marchorn e del suo canale NW.
Il canale NW del Marchorn: quello più a destra (a sin della vetta che nasconde il sole)

Dal Passo San Giacomo risaliamo i pendii un po' a sentimento, cercando la pendenza minore sul terreno migliore, evitando possibilmente depositi sfondosi ma allo stesso tempo placchette scivolose. Ci vuole una certa creatività e forse è proprio questo il bello dell'andare in montagna.
Sara vuole mettere i ramponi sul tratto ripido ma è presto: infatti poco sopra (intorno ai 2400 metri) la pendenza sarà decisamente minore e sprofonderemo di brutto talvolta in buche terrificanti. È meglio tenere sci o racchette (noi abbiamo queste) fino alla quota 2500 m.
Proseguiamo rallentati oltre che dal peso dei nostri zaini inguardabili anche dalle buche. Quindi puntiamo al canale ora più evidente e iniziamo a risalirlo. La neve diventa portante e per un lungo tratto sarà piacevole da risalire. Almeno per 150 metri le punte dei ramponi e delle piccozze si attaccheranno ad uno strato compatto e duro senza dover scavare per avere la presa. La pendenza non è superiore ai 40 gradi.
Tuttavia la mia amica è troppo lenta ed è già stanca. Si ferma nei pressi della grande roccia a quota 2600 circa per mangiare. La avverto di fare attenzione a non fare cadere giù nulla. Ebbene le parte lo zaino intero fino alla conca a 2400 metri.
La aspetterò per molto tempo. Ma a causa del freddo piano piano salgo e guadagno qualche metro. Ogni volta che mi giro è ferma. La sprono con dei messaggi. Infine mi approssimo all'uscita del canale e le scrivo di scendere ad aspettarmi al Passo di San Giacomo. È troppo tardi per pensare di fare assieme la cima.
L'ultima parte del canale è più ripida e presenta alcune rocce affioranti, scarsi appigli (qualcuno nei punti strategici è presente), neve inconsistente.
Raggiungo l'uscita e il panorama è eccezionale.
Marchorn visto dall'uscita del canale

Marchorn e ritorno
La vetta è alla mia destra. Posso seguire la cresta, che presenta un paio di gobbe, oppure abbassarmi sul traverso e puntare alla cima. All'andata seguo la cresta, sul finale c'è un piccolo salto che aggiro a sinistra per poi salire in cima.
Vista spaziale sulla Val Formazza, il Basodino, la Val Bedretto e un po' su tutto. Mi fermo poco perchè è tardissimo. Inoltre non sono sicuro che Sara abbia capito che si torna a casa dalla stessa strada.
Difatti la troverò all'uscita del canale ad aspettarmi: ha ignorato il mio invito a scendere ed è salita con orgoglio fino in cima al canale. Soddisfatta anche lei.
Per scendere dalla cima mi abbasso sul traverso e aiutandomi con la piccozza in punti più scivolosi raggiungo abbastanza presto l'uscita del canale.
Assieme a Sara affronto la discesa, delicata nel primo tratto di canale, poi migliore sulla parte centrale e finale. Siamo lenti anche in discesa per la prudenza che ci imponiamo. I primi 100 metri vanno fatti con cura, tenendosi bene con le piccozze e i ramponi al terriccio e alla neve dove presente.
Raggiungiamo il Passo San Giacomo dove indossiamo ciaspole e frontali e su traccia evidente torniamo ad All'Acqua. Durante la discesa dall'Alpe Formazzora capiterà che perderemo il sentiero ingannati dalle tracce sciistiche. La traccia sul mio telefono mi aiuterà a ritrovare velocemente il sentiero.
Bel tramonto dal fondo del canale

Un programma modificato
Il Basòdino può attendere...si torna a casa.
Doveva essere una gita di due giorni dalla Val Bedretto al Basòdino passando dal Marchorn e dormendo a Robiei. Studiata perfettamente da me a tavolino, ci siamo portati tutto il necessario in due zaini belli carichi. Avevo fatto la riservazione per la Capanna Basòdino.
Ma il tempo impiegato a salire al Marchorn è stato decisamente troppo. La priorità è stata quella di scendere al sicuro su terreni conosciuti prima che scendesse la notte.
Per la mia compagna di uscita non sarebbe comunque stato possibile svolgere un'ulteriore gita invernale all'indomani. Pur essendo molto motivata ha poca esperienza, scarsa resistenza, ha la testa troppo tra le nuvole, commette errori e dimenticanze per me anche gravi. L'alpinismo invernale è pericoloso e duro. Ma nonostante questo Sara si è tenacemente fatta il canale NW del Marchorn dietro di me e ha riportato la pellaccia a casa.
Video
/www.instagram.com/reel/CoxCCE-qlbh/?igshid=YmMyMTA2M2Y=
- Ha un dislivello di circa 350 m se consideriamo l'inizio alla quota 2500 m.
- Non è difficile ma attualmente ha un'uscita che richiede prudenza.
- Ha pendenze progressivamente maggiori: da un 35 gradi iniziale a un massimo di 45 gradi sul finale.
- La sua condizione attuale è di neve sfondosa nella prima parte, neve portante nella parte centrale, neve priva di coesione misto roccette sul finale (delicato).
Tra i due canali c'è un contrafforte di roccia.
Esiste un terzo ulteriore canale, ancora più a destra e non visibile dalla nostra prospettiva, usato da

Il canale NNW visto dall'uscita

Avvicinamento
Da All'Acqua, attraversato il ponte sul Ticino, risaliamo, seguendo prevalentemente la traccia estiva, i pendii della Val D'Olgia. Procediamo in direzione SW su pendenze moderate, ci sono svariate tracce di sci che tagliano il sentiero cercando scorciatoie (queste tracce la sera ci disorienteranno), attraversiamo il Riale di Val d'Olgia e saliamo fino all'Alpe Formazzora. Da qui proseguiamo sempre in salita fino a San Giacomo che si tratta di una cascina più altri 3 edifici in una vasta piana che corrisponde all'omonima Alpe.
Dinnanzi a noi si staglia il Pizzo San Giacomo. La nostra meta si trova appena più avanti lungo il crinale che si sviluppa verso la Val Formazza.
Proseguiamo seguendo le tracce scialpinistiche che ci conducono verso il Passo San Giacomo (2313 m). Poco prima del passo vero e proprio pieghiamo decisamente a sinistra per portarci ai piedi del Marchorn e del suo canale NW.
Il canale NW del Marchorn: quello più a destra (a sin della vetta che nasconde il sole)

Dal Passo San Giacomo risaliamo i pendii un po' a sentimento, cercando la pendenza minore sul terreno migliore, evitando possibilmente depositi sfondosi ma allo stesso tempo placchette scivolose. Ci vuole una certa creatività e forse è proprio questo il bello dell'andare in montagna.
Sara vuole mettere i ramponi sul tratto ripido ma è presto: infatti poco sopra (intorno ai 2400 metri) la pendenza sarà decisamente minore e sprofonderemo di brutto talvolta in buche terrificanti. È meglio tenere sci o racchette (noi abbiamo queste) fino alla quota 2500 m.
Proseguiamo rallentati oltre che dal peso dei nostri zaini inguardabili anche dalle buche. Quindi puntiamo al canale ora più evidente e iniziamo a risalirlo. La neve diventa portante e per un lungo tratto sarà piacevole da risalire. Almeno per 150 metri le punte dei ramponi e delle piccozze si attaccheranno ad uno strato compatto e duro senza dover scavare per avere la presa. La pendenza non è superiore ai 40 gradi.
Tuttavia la mia amica è troppo lenta ed è già stanca. Si ferma nei pressi della grande roccia a quota 2600 circa per mangiare. La avverto di fare attenzione a non fare cadere giù nulla. Ebbene le parte lo zaino intero fino alla conca a 2400 metri.
La aspetterò per molto tempo. Ma a causa del freddo piano piano salgo e guadagno qualche metro. Ogni volta che mi giro è ferma. La sprono con dei messaggi. Infine mi approssimo all'uscita del canale e le scrivo di scendere ad aspettarmi al Passo di San Giacomo. È troppo tardi per pensare di fare assieme la cima.
L'ultima parte del canale è più ripida e presenta alcune rocce affioranti, scarsi appigli (qualcuno nei punti strategici è presente), neve inconsistente.
Raggiungo l'uscita e il panorama è eccezionale.
Marchorn visto dall'uscita del canale

Marchorn e ritorno
La vetta è alla mia destra. Posso seguire la cresta, che presenta un paio di gobbe, oppure abbassarmi sul traverso e puntare alla cima. All'andata seguo la cresta, sul finale c'è un piccolo salto che aggiro a sinistra per poi salire in cima.
Vista spaziale sulla Val Formazza, il Basodino, la Val Bedretto e un po' su tutto. Mi fermo poco perchè è tardissimo. Inoltre non sono sicuro che Sara abbia capito che si torna a casa dalla stessa strada.
Difatti la troverò all'uscita del canale ad aspettarmi: ha ignorato il mio invito a scendere ed è salita con orgoglio fino in cima al canale. Soddisfatta anche lei.
Per scendere dalla cima mi abbasso sul traverso e aiutandomi con la piccozza in punti più scivolosi raggiungo abbastanza presto l'uscita del canale.
Assieme a Sara affronto la discesa, delicata nel primo tratto di canale, poi migliore sulla parte centrale e finale. Siamo lenti anche in discesa per la prudenza che ci imponiamo. I primi 100 metri vanno fatti con cura, tenendosi bene con le piccozze e i ramponi al terriccio e alla neve dove presente.
Raggiungiamo il Passo San Giacomo dove indossiamo ciaspole e frontali e su traccia evidente torniamo ad All'Acqua. Durante la discesa dall'Alpe Formazzora capiterà che perderemo il sentiero ingannati dalle tracce sciistiche. La traccia sul mio telefono mi aiuterà a ritrovare velocemente il sentiero.
Bel tramonto dal fondo del canale

Un programma modificato
Il Basòdino può attendere...si torna a casa.
Doveva essere una gita di due giorni dalla Val Bedretto al Basòdino passando dal Marchorn e dormendo a Robiei. Studiata perfettamente da me a tavolino, ci siamo portati tutto il necessario in due zaini belli carichi. Avevo fatto la riservazione per la Capanna Basòdino.
Ma il tempo impiegato a salire al Marchorn è stato decisamente troppo. La priorità è stata quella di scendere al sicuro su terreni conosciuti prima che scendesse la notte.
Per la mia compagna di uscita non sarebbe comunque stato possibile svolgere un'ulteriore gita invernale all'indomani. Pur essendo molto motivata ha poca esperienza, scarsa resistenza, ha la testa troppo tra le nuvole, commette errori e dimenticanze per me anche gravi. L'alpinismo invernale è pericoloso e duro. Ma nonostante questo Sara si è tenacemente fatta il canale NW del Marchorn dietro di me e ha riportato la pellaccia a casa.
Video
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Tourengänger:
Michea82

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