Cima delle Fasce (2854 m)


Publiziert von Sky , 12. Februar 2023 um 19:33.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum: 5 Februar 2023
Schneeshuhtouren Schwierigkeit: WT4 - Schneeschuhtour
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 

Conosco poco le montagne del Piemonte, per nulla quelle della provincia di Torino, così oggi vado a farne una nella Valle dell’Orco, la Cima delle Fasce (2854 m). Un nome strano, non riesco a ricordarmene per tutto il percorso, continuo a riguardare la cartina che ho sullo smartphone per farmelo tornare in mente!

Neve fin dalla partenza, c’è uno skilift minuscolo che a quest’ora (son poco dopo le 7) è chiuso e senza anima viva in giro, ma la pista è ben battuta, così deduco che sia in funzione durante il giorno. Salgo a lato della pista fino all’arrivo dello skilift, dove vedo l’attacco di un sentierino, che è quello ce mi porterà al Rifugio Jervis, da cui devo passare. Un nome buffo, che mi ricorda quello di Jarvis Cocker, il cantante dei Pulp. La neve sul sentierino è poca, ma ghiacciata, così decido di calzare subito le ciaspole, che così evito rischi e comunque non rallento la progressione. E poi le prime curve di questo sentierino sono un succedersi di tornantini ripidissimi che fanno guadagnare quota rapidamente e dopo i quali il sentiero prosegue più placidamente nel bosco. Una volta uscito da quest’ultimo, passo a fianco del suddetto rifugio e costeggio quello che immagino essere un lago, che sulla mia cartina è però segnato per la maggior parte come una palude. Anyway. La vallata è buia e fredda, essendo completamente esposta a Nord, ed io, in realtà, non sono pronto a queste temperature, mi aspettavo stupidamente di trovare più caldo. Davanti a me ho il gruppo delle Levanne, che ricordo di aver visto da qualche vetta valdostana. D’altronde, la Valsavarenche è appena dietro la catena che ho alle mie spalle. A questo punto svolto bruscamente a sinistra, puntando al Col di Nel. La salita, tutta ovviamente in neve fresca, è abbastanza ripida. La neve, a tratti compatta, a tratti farinosa. Arrivato al colle, finalmente vedo il sole, ma ben presto torno all’ombra, seguendo la dorsale che porta in vetta, quasi del tutto spelata. La neve è inizialmente trasformata, tanto che posso procedere con i ramponi senza sprofondare, tranne negli ultimi 100 metri, dove cambia completamente, diventando del tutto inconsistente: ad ogni passo finisco nella neve fino alla cinta, per procedere mi faccio largo con la pala e, dopo un tempo esagerato, arrivo sotto l’edificio sommitale. Provo ad attaccarlo da più di una parte, ma sembra inaccessibile, poi quando sto per desistere, riesco a forzare il passaggio ed arrivo all’ometto. Peccato che la vetta vera e propria sia a non più di 10 metri di distanza in linea d’aria. Un po’ è già tardi, un po’ non voglio rischiare: il brevissimo tratto di cresta, parzialmente innevato, è esposto e già arrivare qui non era scontato, così scatto la foto di vetta e torno indietro. La discesa fino al lago è un po’ delicata, ma niente di impossibile. A quel punto spengo il cervello e arrivo alla macchina. Il sentiero è tritato, segno che un po’ di gente è arrivata fino al rifugio. Più su di lì, però, c’ero solo io.

Bel panorama, tempo fotonico – tranne poco prima di arrivare alla macchina, quando incomincia a guastarsi un po’. Contento di avere scoperto un altro pezzetto di Alpi che non conoscevo. Prossimamente, mi riprometto di esplorare altre valli piemontesi!


Tourengänger: Sky
Communities: Hikr in italiano


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