Parto con Tilde e Giuseppe dal parcheggio del parco a quota 1550: i cartelli segnaletici non mi convincono,i tempi mi sembrano piuttosto ridotti,comunque vedremo. Su sentiero con moderata pendenza,giungiamo al bivio di quota 1836,lasciamo le indicazioni per il lago della Casera e seguiamo per il rifugio Caprari. In piano,seguendo la decauville (la condotta dell'acqua alla centrale) giungiamo alla baita Calchera: la baita era chiusa,mentre deve sempre essere aperta. Guardando attraverso la finestra,vediamo la tavola ben imbandita di viveri,ecco spiegato il motivo: prebabilmente o cercatori di funghi,partiti al mattino presto,anno giustamente chiuso oppure volontari che per qualsiasi motivo valido anno preferito chiudere. Al ritorno,infatti era aperta. Proseguiamo sempre in piano,la valle è lunga,dall'alto vediamo il fondovalle ancora all'ombra e mentre camminiamo,si comincia a vedere parte della testata della valle e dopo 3 corte gallerie,perveniamo alla baita Casciadu,all'alpe Grasselli m.1860,sempre aperta. Da qui,poco dopo,si perviene alla lunga e buia galleria (torcia al seguito),poi una seconda,dopo la quale si abbandona la decauville,prendendo il sentiero che sale a sinistra,erto,fra mirtilli e rododendri sfioriti. Il sentiero sale,poi ad un certo punto scende e così per un bel tratto,attestandosi a circa quota 2000,passando vicino ad una baita prima e a una seconda poi,per vedere finalmente il rifugio Caprari,ancora ben lontano. Mi fermo e agli amici,confermo la mia scelta di fermarmi al rifugio,visto che eravamo con i tempi da cartello ben fuori (infatti,i tempi sono errati come pure per il ritorno) dall'orario: Giuseppe,non è il tipo da rassegnazione,sentire parlare di fermarsi,rinunciare alla vetta,non è da lui,ma,a conti fatti,cartina alla mano e parlando con una coppia di escursionisti provenienti dalla bergamasca,ciò conferma quello che deciso di fare,fermarmi. Giungiamo al rifugio Caprari e mancando 500 metri di dislivello,equivalenti a circa ore 1 e 30 minuti/2,30 visto la lunghezza del percorso,ho proposto al ritorno,di andare a vedere gli altri 2 laghi e rifugi,quindi,dopo una sosta,riprendiamo a far ritorno. Giunti al bivio di quota 1836,saliamo al lago della Casera e poco sopra all'agriturismo “Stella alpina”m.1966,vicino la struttura dove fanno la ricotta e il formaggio (si posso acquistare),poco in la la casetta per la stagionatura epoi il rifugio Casera degli alpini (chiuso,basta chiedere le chiavi che le danno con piacere). Da qui,si sale per strada sterrata fino alla baita delle Zocche m.2061,dove poco sotto vi è situato il lago omonimo: da questo punto si vede la croce del pizzo Meriggio. Conoscendo la zona (non vi sono segnali di alcun genere) conduco gli amici alla baita dei Sciuc,sempre aperta,dove per sentiero,raggiungiamo la strada forestale,per poi pervenire all'auto.
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