Monte Berlinghera
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Descrizione: La cima del Monte Berlinghera (m 1930) è uno dei balconi più panoramici dell’alto Lario, dove lo sguardo spazia tra ValChiavenna, la Valtellina e il lago di Como.
Monte Berlinghera significherebbe monte della luce (la biling(h)iéra) e diversi elementi concorrono a ritenere appropriata questa definizione, un’ipotesi di etimo preromano che significherebbe “divinità splendente”.
Commenti: per l’escursione di fine anno di “saluto alle montagne” (per tutto quello che ci hanno dato durante il periodo trascorso) questa volta ho rispolverato il più che collaudato Berlinghera, sul quale sono salito diverse volte, ma dove la mia ultima invernale (fatta con Mario) risaliva al gennaio 2011.
Questa volta il gruppo è stato abbastanza nutrito, con il più che gradito ritorno di Paolo, a cui si è unito anche il figlio Federico.
Percorsa la SS 36 e raggiunta Gera Lario, abbiamo risalito la lunga stradina asfaltata che ci ha portati prima a Bugiallo e che termina poi a San Bartolomeo, dove c’è una bella chiesetta.
Appena arrivati abbiamo capito che non c’era molta neve in giro e quindi abbiamo lasciato in auto le ciaspole, portando invece con noi i ramponi, che poi si sono rivelati molto utili.
Raggiunto velocemente il bel nucleo dell’Alpe di Mezzo, abbiamo depositato parte delle cibarie e le bottiglie nei pressi di una baita chiusa, dove poi al ritorno abbiamo consumato al sole il nostro pranzo.
Dall’Alpe di Mezzo abbiamo poi seguito il classico itinerario di salita che prevede il raggiungimento della Bocchetta di Chiaro per proseguire seguendo la cresta ovest fino alla panoramica cima, da dove poi siamo scesi dal lato opposto, passando per il bosco di larici sopra le baite di Pescedo.
Molto bella e con qualche momento di fatica su alcuni ripidi strappi la risalita della cresta ovest, dove abbiamo camminato agevolmente su una neve perfetta (bella dura) grazie all’uso dei ramponi (qui una volta, durante un’escursione in solitaria, avevo dovuto rinunciare alla cima perché la neve era troppo alta e farinosa e la salita mi aveva “sfiancato”, ma ogni tanto in montagna bisogna saper anche rinunciare: la volta successiva sarà più bella…), utili anche nella veloce discesa.
Che dire, le montagne oggi hanno ricambiato il nostro saluto con una giornata a dir poco spettacolare, complice anche il fenomeno dell’inversione termica*, che per tutta la mattinata ha tenuto schiacciate le nuvole, lasciando emergere le cime sopra gli 800 metri di quota.
*In questi casi viene a crearsi uno strato prossimo al suolo dove la temperatura è inferiore a quella dello strato superiore; questo strato è stabile rispetto al classico moto di convezione verso l’alto e non permette il rimescolamento verticale.
Alla fine il dislivello superato è stato di 730 m per circa 4,5 ore di cammino effettivo, effettuato con ritmi non esagerati, cosa che ci ha permesso di assaporare tutti i lati positivi della bella giornata trascorsa in ottima compagnia.
Monte Berlinghera significherebbe monte della luce (la biling(h)iéra) e diversi elementi concorrono a ritenere appropriata questa definizione, un’ipotesi di etimo preromano che significherebbe “divinità splendente”.
Commenti: per l’escursione di fine anno di “saluto alle montagne” (per tutto quello che ci hanno dato durante il periodo trascorso) questa volta ho rispolverato il più che collaudato Berlinghera, sul quale sono salito diverse volte, ma dove la mia ultima invernale (fatta con Mario) risaliva al gennaio 2011.
Questa volta il gruppo è stato abbastanza nutrito, con il più che gradito ritorno di Paolo, a cui si è unito anche il figlio Federico.
Percorsa la SS 36 e raggiunta Gera Lario, abbiamo risalito la lunga stradina asfaltata che ci ha portati prima a Bugiallo e che termina poi a San Bartolomeo, dove c’è una bella chiesetta.
Appena arrivati abbiamo capito che non c’era molta neve in giro e quindi abbiamo lasciato in auto le ciaspole, portando invece con noi i ramponi, che poi si sono rivelati molto utili.
Raggiunto velocemente il bel nucleo dell’Alpe di Mezzo, abbiamo depositato parte delle cibarie e le bottiglie nei pressi di una baita chiusa, dove poi al ritorno abbiamo consumato al sole il nostro pranzo.
Dall’Alpe di Mezzo abbiamo poi seguito il classico itinerario di salita che prevede il raggiungimento della Bocchetta di Chiaro per proseguire seguendo la cresta ovest fino alla panoramica cima, da dove poi siamo scesi dal lato opposto, passando per il bosco di larici sopra le baite di Pescedo.
Molto bella e con qualche momento di fatica su alcuni ripidi strappi la risalita della cresta ovest, dove abbiamo camminato agevolmente su una neve perfetta (bella dura) grazie all’uso dei ramponi (qui una volta, durante un’escursione in solitaria, avevo dovuto rinunciare alla cima perché la neve era troppo alta e farinosa e la salita mi aveva “sfiancato”, ma ogni tanto in montagna bisogna saper anche rinunciare: la volta successiva sarà più bella…), utili anche nella veloce discesa.
Che dire, le montagne oggi hanno ricambiato il nostro saluto con una giornata a dir poco spettacolare, complice anche il fenomeno dell’inversione termica*, che per tutta la mattinata ha tenuto schiacciate le nuvole, lasciando emergere le cime sopra gli 800 metri di quota.
*In questi casi viene a crearsi uno strato prossimo al suolo dove la temperatura è inferiore a quella dello strato superiore; questo strato è stabile rispetto al classico moto di convezione verso l’alto e non permette il rimescolamento verticale.
Alla fine il dislivello superato è stato di 730 m per circa 4,5 ore di cammino effettivo, effettuato con ritmi non esagerati, cosa che ci ha permesso di assaporare tutti i lati positivi della bella giornata trascorsa in ottima compagnia.
Tourengänger:
imerio
Communities: Hikr in italiano
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