La forra del lupo (Wolfsschlucht)
|
||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Un altopiano dalle curve sinuose, ricoperto di un'erba di un verde così bello da fare invidia agli dei è senza dubbio la migliore aula magna per assistere a una lezione di storia. Trentaquattro montanari di pianura, me compreso, ascoltano un loro compagno appassionato della nobile materia narrare gli scenari che hanno movimentato le alture trentine un centinaio di anni fa.
La storia ha lasciato una traccia indelebile su queste montagne, dove nel primo conflitto mondiale gli eserciti italiano e austro ungarico si sono contesi confini e territori a suon di cannonate.
La forra del lupo è un camminamento militare fortificato di costruzione austriaca, destinato a respingere gli attacchi dei nostri soldati verso il confine. Questo nome dotato di un oscuro tocco gotico sembra il titolo di un racconto di Edgar Allan Poe. Pare abbia origine dai suoni simili agli ululati dei lupi, che il vento produce insinuandosi in queste gole di roccia.
Il percorso è costellato da numerose postazioni di avvistamento dotate di strette feritoie, adatte a sparare senza essere individuabili.
La forra vera e propria è un percorso scavato tra strette pareti di pietra, ora completamente ricoperte di muschio e permeate da un'umidità micidiale. Qualcuno, respirando l'acquosità diffusa nell'aria, la paragona addirittura a quella della giungla cambogiana.
Proprio su una di queste tappezzerie vegetali stese come morbide pellicce piene di rugiada nascono fiori delicati e rari. Difficili da trovare quanto un elegante cigno nero. La meraviglia vive là, aggrappata alla parete, appena sopra la linea del nostro sguardo; viene notata dall'entusiasmo e dell'occhio botanico di qualcuno. E' la Clematis Alpina.
Ad avvistarla è sempre lui, il mio compagno di cammino dell'inizio di questa relazione, il cantastorie gentile che insegna il passato a noi che ne abbiamo solo un vago sentore. Il nostro amico, ad esempio, ci ha spiegato la netta differenza tra Landesschützen e Standschützen che per me potevano essere benissimo due piatti tipici ladini.
Oltre alla preparazione da storico itinerante, quest'uomo ha anche una spiccata rabdomanzia per le cose interessanti.
E' proprio vero, la montagna forgia persone incredibili.
Percorrendo queste trincee incise nella roccia sembra ancora di sentire lo struggimento dei soldati condannati a una guerra di posizione, i lunghi turni di sentinella in attesa di un minimo cenno del nemico, il terrore paralizzante di un attacco improvviso.
Crea un grande contrasto pensare che la montagna, ambiente naturale dove la vita trionfa, sia stata culla di morte per un numero impressionante di persone. La follia della guerra sa portare a galla il peggio dell'uomo da sempre. Ovunque. Queste foglie che reggono la delicatezza delle gocce di rugiada, hanno visto in passato l'orrore di gocce di sangue.
Alla sommità del cammino sorgono i resti di quello che era il forte Dosso del Sommo, una struttura fortificata dotata un tempo di cannoni, obici e mitragliatrici. Un senso di devastazione lo ricopre, una luce abbacinante riflette sul calcestruzzo sbiancato dal tempo
Da una parte si domina la Val Terragnolo, si intravede il Pasubio, mentre dall'altra ha una visuale sull'altopiano di Lavarone e di Asiago, teatro del famoso libro di Emilio Lussu.
Soffia un vento fresco quassù. Sarebbe bello capire le parole che porta con sé.
Il rientro, per un altro sentiero che corre nel bosco, è sempre momento di riflessione,
Non è sempre necessario compiere grandi imprese fisiche per aver in cambio una buona dose di soddisfazione. A volte costeggiare o corteggiare la montagna è sufficiente a risvegliare tutta una serie di emozioni impareggiabili.
Il momento più bello è quando si ha la sensazione di essere tutt'uno con l'ambiente, non più un occasionale visitatore ma parte di esso.
Solo allora si compie quel sostanziale salto di qualità.
Si rompono i legacci ostativi della mente e ci si libra nell'aria leggeri. Dopo tanto tempo passato a vedere si inizia a guardare e osservare. Penetrare nella profondità del mondo con un senso di consapevolezza diverso.
E allora le sfumature della roccia rivelano mille tonalità intermedie non classificabili, l'acqua dei torrenti ha una purezza cristallina che non ha eguali, l'aria profuma di vita come solo nel ventre della natura può succedere.
E noi diventiamo erba, sasso, aquila, corteccia in un solo istante.
Allora vagare per un pendio senza meta o percorrere un altopiano sconfinato senza un rifugio da raggiungere, un passo da varcare, senza una croce da fotografare, diventa un'esperienza quasi mistica.
Il lupo citato nel titolo, o perlomeno il suo spirito, entra in noi e ci guida.
Non serve più nulla, oltre a noi e la montagna.
La storia ha lasciato una traccia indelebile su queste montagne, dove nel primo conflitto mondiale gli eserciti italiano e austro ungarico si sono contesi confini e territori a suon di cannonate.
La forra del lupo è un camminamento militare fortificato di costruzione austriaca, destinato a respingere gli attacchi dei nostri soldati verso il confine. Questo nome dotato di un oscuro tocco gotico sembra il titolo di un racconto di Edgar Allan Poe. Pare abbia origine dai suoni simili agli ululati dei lupi, che il vento produce insinuandosi in queste gole di roccia.
Il percorso è costellato da numerose postazioni di avvistamento dotate di strette feritoie, adatte a sparare senza essere individuabili.
La forra vera e propria è un percorso scavato tra strette pareti di pietra, ora completamente ricoperte di muschio e permeate da un'umidità micidiale. Qualcuno, respirando l'acquosità diffusa nell'aria, la paragona addirittura a quella della giungla cambogiana.
Proprio su una di queste tappezzerie vegetali stese come morbide pellicce piene di rugiada nascono fiori delicati e rari. Difficili da trovare quanto un elegante cigno nero. La meraviglia vive là, aggrappata alla parete, appena sopra la linea del nostro sguardo; viene notata dall'entusiasmo e dell'occhio botanico di qualcuno. E' la Clematis Alpina.
Ad avvistarla è sempre lui, il mio compagno di cammino dell'inizio di questa relazione, il cantastorie gentile che insegna il passato a noi che ne abbiamo solo un vago sentore. Il nostro amico, ad esempio, ci ha spiegato la netta differenza tra Landesschützen e Standschützen che per me potevano essere benissimo due piatti tipici ladini.
Oltre alla preparazione da storico itinerante, quest'uomo ha anche una spiccata rabdomanzia per le cose interessanti.
E' proprio vero, la montagna forgia persone incredibili.
Percorrendo queste trincee incise nella roccia sembra ancora di sentire lo struggimento dei soldati condannati a una guerra di posizione, i lunghi turni di sentinella in attesa di un minimo cenno del nemico, il terrore paralizzante di un attacco improvviso.
Crea un grande contrasto pensare che la montagna, ambiente naturale dove la vita trionfa, sia stata culla di morte per un numero impressionante di persone. La follia della guerra sa portare a galla il peggio dell'uomo da sempre. Ovunque. Queste foglie che reggono la delicatezza delle gocce di rugiada, hanno visto in passato l'orrore di gocce di sangue.
Alla sommità del cammino sorgono i resti di quello che era il forte Dosso del Sommo, una struttura fortificata dotata un tempo di cannoni, obici e mitragliatrici. Un senso di devastazione lo ricopre, una luce abbacinante riflette sul calcestruzzo sbiancato dal tempo
Da una parte si domina la Val Terragnolo, si intravede il Pasubio, mentre dall'altra ha una visuale sull'altopiano di Lavarone e di Asiago, teatro del famoso libro di Emilio Lussu.
Soffia un vento fresco quassù. Sarebbe bello capire le parole che porta con sé.
Il rientro, per un altro sentiero che corre nel bosco, è sempre momento di riflessione,
Non è sempre necessario compiere grandi imprese fisiche per aver in cambio una buona dose di soddisfazione. A volte costeggiare o corteggiare la montagna è sufficiente a risvegliare tutta una serie di emozioni impareggiabili.
Il momento più bello è quando si ha la sensazione di essere tutt'uno con l'ambiente, non più un occasionale visitatore ma parte di esso.
Solo allora si compie quel sostanziale salto di qualità.
Si rompono i legacci ostativi della mente e ci si libra nell'aria leggeri. Dopo tanto tempo passato a vedere si inizia a guardare e osservare. Penetrare nella profondità del mondo con un senso di consapevolezza diverso.
E allora le sfumature della roccia rivelano mille tonalità intermedie non classificabili, l'acqua dei torrenti ha una purezza cristallina che non ha eguali, l'aria profuma di vita come solo nel ventre della natura può succedere.
E noi diventiamo erba, sasso, aquila, corteccia in un solo istante.
Allora vagare per un pendio senza meta o percorrere un altopiano sconfinato senza un rifugio da raggiungere, un passo da varcare, senza una croce da fotografare, diventa un'esperienza quasi mistica.
Il lupo citato nel titolo, o perlomeno il suo spirito, entra in noi e ci guida.
Non serve più nulla, oltre a noi e la montagna.
soundtrack: Luglio,Agosto,Settembre nero - Area
https://www.youtube.com/watch?v=92qMyLdxOZg&index=45&list=PLwsK94bL2UdKMidxPxD2g-nsS9nnK0D8B&t=0s
Tourengänger:
lebowski

Communities: Hikr in italiano, Ticino Selvaggio
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare (9)