I Denti di Gavala (o Pale dell'Inferno)... il nome è tutto un programma
|
||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Finalmente anche i denti sono caduti…
…e già, ormai da tempo puntavo… con vista e pensiero… questo turrito gruppo di montagne che appariva frontalmente, con un verticale ardito profilo roccioso, tutte le volte che rientravo dalla medio-alta Valsesia… mancava solo trovare la giornata perfetta per il meteo e, ancor più, per la compagnia (David, Andrea, Corrado e Jacopo) per affrontare questa scorbutica e ignota traversata dei Dieci Denti di Gavala… o Pale dell’Inferno!
Su internert già esiste una precedente relazione (grazie Ferruccio) che spiega alla perfezione il susseguirsi delle cime… altrimenti resterebbero nell’innominato… e dei passaggi chiave dove è necessario trovarsi attrezzati… 2 mezze da 30 sono sufficienti… per superare alcuni verticali risalti… in tutto 5 calate (doppia quella dal Piccolo alla Reinauda).
…il caso vuole che proprio Dario, compagno di Ferruccio nella traversata, stia lì, crogiolato al sole, per una buona oretta ad aspettarci alla spalla della Reinauda interessato a conoscere chi stesse percorrendo questa magica linea di incantati monti…
Ore 7 Balmuccia: Con frontale accesa, attraversiamo il Sesia per abbassarci sul fianco opposto sino all’alpeggio Otra di Guaifola oltre il quale il “sentiero”… già qui l’avevamo perso… sale trasversalmente il fianco portandoci ai ruderi di Il Porcile dove ritroviamo distinguibili tracce che seguiamo restando sulla destra del marcato croso arrivando così sino al primo dosso-promontorio della complessa cresta di Gavala..
Ci sono un 4-5 cime più definite, che passiamo senza relativi problemi, prima di raggiungere il gruppo delle maggiori che partono dalla Mongetta Storta (o Dente Storto) (mt 1575) caratteristica guglia rocciosa con parete strapiombante che si risale per il fianco Dx (Valsesia) sfruttando un infido, stretto e ripido canale… molto franoso!
Usciti in cresta… aggrappandosi a tutto il possibile… in breve saliamo anche alla Mongetta, bel balcone panoramico, per ammirare il “già fatto” sotto e il “da fare” sopra…
La cresta prosegue più affilata ed esposta, ma mai difficile, sino al Pizzo Centrale (mt 1676), la cima più elevata del gruppo, dove ci permettiamo una più prolungata e meritata pausa foto-ristoro… ci sta anche la birretta!
Ripresa la linea di cresta ci toccano ora una serie di 4 cime molto simili, l’Ometto (mt 1671), la Cima del Pozzo (mt1667), il Piccolo (Mt 1660 e… per finire… la Reinauda (Mt 1619), che comportano alcuni passaggi impegnativi tra erba, rocce e arbusti con l’utilizzo di tre calate fattibili con due mezze corde da 30.
La discesa dal Piccolo alla sella della Reinauda necessita una doppia calata e, anche se dall’alto non si vedono possibili ancoraggi, con un po’ di rischio… e fortuna… sono andato in avanscoperta ad individuare possibili punti di sosta scovando un grosso masso staccato dalla parete quel tanto che basta per piazzarci un bel cordino…
…e così facendo 30+30 anche il Piccolo ci resterà alle spalle.
Ancora una salita… l’ultima… alla torre maggiore della Reinauda che in realtà non risulta essere la punta quotata, segnalata invece più in basso dalla presenza di un paletto in acciaio e un ometto di rocce.
Finalmente la discesa… ancora una calata… prima di raggiungere e conoscere Dario, un appassionato esploratore di questa selvaggia zona della mezzana Valsesia, che si unisce al gruppo completando il rientro… anche qui nessun sentiero… Via Alpe Sulle Selle- Alpe Pianelle- Ponte Dinelli-Balmuccia.
Balmuccia ore 17,30: Uno sguardo a monte a salutare le belle cime e uno sguardo anche agli zaini che un “tizio”… plus-ultra-ultra patentato… ha deciso di portare sotto la scocca per qualche decina di metri… perché l’abbiamo fermato se no ce li strusciava sino a Varallo…
…e anche questa è andata!!!
Una più dettagliata recensione è fruibile qui (Corrado-Itineralp) oppure qui (Ferruccio-in Montagna.it)

Kommentare (9)