Tentativo al Pizzo del Diavolo di Tenda, 2914 m.

Oggi provo a salire il Pizzo del Diavolo.
All'alba le cime sono nascoste dalle nubi, mi incammino lo stesso sperando in un miglioramento del tempo; infatti dopo un po' le nubi si sono dileguate, ma cominciano ad arrivarne delle altre dalla Val Seriana, nascondendo in modo intermittente la cima.
Sono il primo a partire dal rifugio, ma poco dopo sono raggiunto da una famiglia con due ragazzini che hanno dormito al rifugio; sono equipaggiati con caschi e danno l'impressione di essere sufficientemente esperti.
Procedendo verso il Passo di Valsecca si trova il primo bivio per il Rifugio longo, lo si trascura e procedendo ancora, arrivati presso le sorgenti del Brembo, si trova il secondo bivio per il Longo, 1 ora 30 minuti dal rifugio. A questo punto si attraversa il torrente e si vede un grosso ometto con l'indicazione per il Pizzo del Diavolo.
Risaliamo il ripido ma facile sentiero, passando dove dieci anni fà attraversai un piccolo nevaio perenne ora scomparso.
Salendo ancora, arribo alla Bocchetta di Podavit, uno stretto intaglio oltre il quale c'è il vuoto, dove mi fermai la volta precedente; la famiglia è rimasta un po' indietro, io scendo di qualche metro e seguo i segnali sulle rocce verso destra; qui i segnali sono in quantità eccessiva, e non indicano un percorso univoco, passando su rocce non difficili ma faticose per la loro conformazione.
Arrivato all'attacco della cresta finale, dove trovo un numeroso gruppo di stambecchi, mi fermo per aspettare gli altri, 1 ora e 5 minuti dal bivio.
C'è vento e l'aria è fredda, essendo fermo mi infilo pile e guanti, ma la famiglia non arriva; sento le loro voci e ogni tanto vedo una testa che spunta dalle rocce, allora scendo per vedere se hanno bisogno di aiuto.
Mi dicono che hanno deciso di tornare indietro; allora visto il tempo e le mani gelate, decido di scendere anch'io, non me la sento di salire da solo nella nebbia.
Scendendo scopriamo che c'è un sentiero comodo che evita le rocce sotto la cresta, salendo bisogna stare sulla destra.
Adesso le mie ginocchia cominciano a farsi sentire un po', rallento il passo e perdo il contatto con la famiglia che in breve sparisce; scendendo incontro diversi gruppi che salgono, ma decido di conservare ginocchia ed energie per domani.
Arrivato in fondo al sentiero, faccio una lunga sosta per mangiare, poi ritorno con calma al rifugio facendo varie altre soste per osservare i fiiori, le rocce e la morfologia della zona.
Una caratteristica di questa zona è che si trovano piante calciofile, che dovrebbero crescere sul calcare, su queste rocce che dovrebbero essere composte da argilliti e arenarie; alcuni anni fà, dei geologi incontrati al Rifugio Longo mi dissero che le carte geologiche della zona non sono corrette; per cui presumo che tra i sedimenti originari ci sia anche calcare.
La giornata non è stata negativa, nonostante la rinuncia; sono arrivato un po' più in alto rispetto a dieci anni fà.
Alla prossima
Ciao
Stefano