Pizzo dell’Uomo – anticima N (2585 m) - Skitour


Publiziert von siso , 23. Mai 2010 um 12:30.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Bellinzonese
Tour Datum:22 Mai 2010
Ski Schwierigkeit: WS
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-TI   Gruppo Pizzo del Sole 
Zeitbedarf: 3:45
Aufstieg: 661 m
Strecke:Baracca di legno (1924 m) – Antenna con pannello solare (2240 m) – Costa del Scai (2285 m) – Pizzo dell’Uomo, anticima N (2585 m).
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Autostrada A2, uscita Biasca – Valle di Blenio – Passo del Lucomagno – Strada sterrata sul lato sinistro dell’Ospizio – Baracca di legno a quota 1924 m, con tavolino e panchine di pietra.
Unterkunftmöglichkeiten:Hospezi Sontga Maria; Albergo Acquacalda; Campeggio ai Cembri, Acquacalda.
Kartennummer:C.N.S. No. 1232 – Oberalppass - 1:25000; C.N.S. No. 1252 – Ambrì-Piotta - 1:25000; C.N.S. No. 266 S – Valle Leventina - 1:50000

Finalmente una giornata ideale per le escursioni sulla neve: cielo terso, neve assestata (SLF: 2 al mattino, fino alle dieci), temperatura gradevole.

Dopo la prolungata chiusura del Passo del Lucomagno, per pericolo di slavine, si è resa possibile l’agognata riapertura per questo lungo fine settimana di Pentecoste.

 

Inizio dell’escursione: ore 7:06

Fine dell’escursione: ore 10:40

Temperatura alla partenza: 3°C

Temperatura al rientro: 9,5°C

 

Per la verità, all’arrivo al Passo del Lucomagno (1915 m), poco prima delle 7, un bancone di nebbia copriva la zona e un gelido venticello spirava dalla Surselva. Nulla di preoccupante, perché pochi chilometri a sud il clima era tipicamente da “Sonnenstube”.

Scarico dall’auto gli sci con le pelli già montate e parto con la giacca a vento chiusa, cappellino e guanti pesanti. La neve è portante già da questa quota. La nebbia non mi preoccupa più di tanto: conosco il tracciato, per averlo percorso più volte con le racchette, l’ultima esattamente un anno fa.

Pochi metri dopo la baracca mi allontano dalla sterrata salendo alla sinistra, in direzione di un’antenna, munita di pannello fotovoltaico.

Piano piano, la nebbia si dirada e dopo un’ora di cammino scompare del tutto, lasciando spazio al “bianco-blu”. Raggiunto l’altopiano mi si presenta il solito incantevole scenario: in fondo al pianoro si erge, come un enorme badile, la cima N del Pizzo dell’Uomo.

A sinistra, cinquecento metri più in basso, si sviluppa la Valle di Santa Maria, a destra la Val Termine, detta anche Valle dell’Uomo.

Alcuni tremila fanno da corona sia alle spalle sia ai lati: Piz Ravetsch, Piz Rondadura,  Piz Gannaretsch, Piz Vallatscha, Piz Miez, Piz Scopì, Pizzo del Corvo.

 

La benevolenza della meteorologia si traduce in temperature molto superiori a quelle di un’ora fa: un’escursione termica giornaliera che rende problematico l’adattamento degli organismi a tali situazioni estreme.

 

Incrocio i primi sciatori che scendono a valle. La visione dell’ultima erta del Pizzo dell’Uomo è incantevole.



Si tratta di un ripido pendio, esposto a nord, con una sagoma inconfondibile. In questo periodo si presenta ancora perfettamente innevato, con pochissimi affioramenti di roccia.

Prima di affrontarlo installo i rampanti sugli sci, affinché siano pronti in caso di necessità. Le lamine incidono solo per pochi millimetri la neve gelata. Provo comunque a tenere gli sci piatti, così da avere maggior aderenza. Procedo con estrema attenzione, cercando di non perdere l’equilibrio e di non scivolare sul fianco assai ripido. Procedo come se camminassi sulle uova. Una caduta non mi permetterebbe di fermarmi, se non alla base della parete!

 

In pochi minuti raggiungo la cima, senza problemi particolari. Per la prima volta ho raggiunto il Pizzo dell’Uomo (2585 m) con le pelli di foca. Mi godo lo splendido panorama, scatto diverse foto in tutte le direzioni e preparo gli sci per la discesa. Nel frattempo arrivano in vetta anche due simpatici svittesi, che hanno sfidato l’intenso traffico del fine settimana di Pentecoste per conoscere questa cima.

Mi affretto a scendere, con un po’ di preoccupazione, più che per il ripido pendio (sono abituato ad affrontare i canaloni delle piste nere) per il pesantissimo zaino che potrebbe sbilanciarmi.

La neve gelata mi permette di curvare senza problemi: peccato che la goduria duri poco tempo! Raggiungo velocemente l’altopiano, dove la neve comincia a cedere. Alla base della parete aspetto qualche minuto: vorrei filmare la discesa dei due alpinisti che sono ancora in vetta. Attesa inutile, perché i due decidono di crogiolarsi ancora al sole ticinese.

 

In basso, la neve ormai pesantissima, rende la sciata molto faticosa. Poco male: è stata comunque un’escursione fantastica!

 

Al Passo del Lucomagno mi prendo il tempo per osservare da vicino un’opera d’arte che ho sempre visto frettolosamente passando sulla strada del valico. Si tratta della monumentale statua in granito dello scultore Giovanni Genucchi raffigurante la Madonna col Bambino, opera del 1956.

 

Tempo di salita: 2 h 20 min (comprese le pause)

Tempo totale: 3 h 40 min

Dislivello teorico: 661 m

Sviluppo complessivo: 6,1 km

Difficoltà: PD

Buona copertura della rete cellulare su tutto il percorso

SLF: 2 (moderato) fino alle 10:00 circa, poi pericolo marcato di slavine di neve bagnata.


Tourengänger: siso


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