Monte Vaccarezza e Cima dell'Angiolino
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Seguendo il tornante, con cartello di divieto di transito, comincia l’escursione. Dritto si va invece alle vicine case di Letisetto, sulla fiducia perché vediamo solo un bosco. La prima parte consiste in una pista sterrata che con molti tornanti nel bosco conduce sulla cresta, a una quota di circa 1500 metri, vicino a una malga (Alpe Cialma, dal nome del dosso vicino). Poco più avanti la stradina finisce e la cresta, erbosa e sassosa e senza un albero, è percorsa da un sentierino segnato con rare bande bianco-rosse e qualche ometto. Ai lati, valli boscose che sembrano disabitate, mi domando se i fondovalle siano percorsi ancora da qualcuno (cacciatori e cercatori di funghi?). Lasciati a destra l’Alpe Vaccarezza e il sentiero di ritorno, la pendenza aumenta fino ad arrivare sul M.Vaccarezza. Il panorama è compromesso dal tempo nuvoloso, l’atteso miglioramento non c’è stato, abbiamo comunque fatto in tempo a vedere alcune delle montagne alla testata delle Valli di Lanzo.
Dal Vaccarezza per erba e tracce di sentiero raggiungiamo verso est la gemella Cima dell’Angiolino, dalla quale scendiamo verso sud-est fino al primo colle. A destra si intuisce un sentierino, che aggirato un roccione diventa più evidente e taglia il versante sud della cresta tra le due cime appena salite. In questo tratto segnalazioni nessuna anche se siamo sull’Alta Via Canavesana. Siamo ora immersi in una nuvola, così vediamo l’Alpe Vaccarezza solo all’ultimo momento. Le case sembrano in rovina ma tutto attorno ci sono i segni del … passaggio del bestiame. Da qui in avanti l’itinerario coincide con quello dell’andata. Persone incontrate: nessuna, cani: uno, quello della malga.
Dopo il Monte Bianco rischio uno stop di mesi causa crollo di motivazioni, per fortuna ci ha pensato l’amico Nevermind a invitarmi. Però durante il viaggio ho pensato che potevamo andare al Colle d’Arnas, sempre in ambito “E” ma per restare sui “3000”. Avrà messo neve stanotte, ho detto, e infatti le montagne superiori ai "3500" come la Bessanese ne erano ... completamente prive. Comunque visto il meteo è andata bene così.
Dal Vaccarezza per erba e tracce di sentiero raggiungiamo verso est la gemella Cima dell’Angiolino, dalla quale scendiamo verso sud-est fino al primo colle. A destra si intuisce un sentierino, che aggirato un roccione diventa più evidente e taglia il versante sud della cresta tra le due cime appena salite. In questo tratto segnalazioni nessuna anche se siamo sull’Alta Via Canavesana. Siamo ora immersi in una nuvola, così vediamo l’Alpe Vaccarezza solo all’ultimo momento. Le case sembrano in rovina ma tutto attorno ci sono i segni del … passaggio del bestiame. Da qui in avanti l’itinerario coincide con quello dell’andata. Persone incontrate: nessuna, cani: uno, quello della malga.
Dopo il Monte Bianco rischio uno stop di mesi causa crollo di motivazioni, per fortuna ci ha pensato l’amico Nevermind a invitarmi. Però durante il viaggio ho pensato che potevamo andare al Colle d’Arnas, sempre in ambito “E” ma per restare sui “3000”. Avrà messo neve stanotte, ho detto, e infatti le montagne superiori ai "3500" come la Bessanese ne erano ... completamente prive. Comunque visto il meteo è andata bene così.
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