Croce del Cavallo (1906 m)


Publiziert von stefi , 13. Mai 2012 um 10:18.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:12 Mai 2012
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Zeitbedarf: 3:15
Aufstieg: 1048 m
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Si percorre la A-26 Genova-Gravellona Toce e, giunti al suo termine di Gravellona, si prosegue sulla superstrada uscendo allo svincolo per la Valle Anzasca-Macugnaga. Imboccata la strada della valle si giunge al comune di Calasca-Castiglione; superate alcune frazioni si svolta a destra seguendo l’indicazione per Antrogna dove, poco prima dell’abitato, si stacca sulla destra la strada per Boretta che si raggiunge e si supera di poco sino alla sbarra che chiude il transito e qui, nei piccoli slarghi adiacenti, si può lasciare l’auto.

 
La Croce del Cavallo è una cima poco pronunciata della bassa valle ossolana situata sullo spartiacque che separa la Valle Anzasca, a sud, dalla Valle Antrona, a nord e la sua salita è consigliata, proprio per le quote su cui si svolge, nei periodi di inizio o fine stagione escursionistica. Dalla vetta, dove si trova appunto una grossa croce metallica, il panorama è comunque aperto a nord verso le prealpi della valle Antrona dove svetta il Pizzo d’Andolla, ad est sulle cime del comprensorio di Macugnaga, mentre verso sud si trovano le cime che separano la Valle Anzasca dalla Valle Strona e Sesia. Il tracciato si sviluppa su sentieri un po’ dimenticati che rimontano una lunga e ripida costola boschiva dove i bolli di vernice sono spesso sbiaditi e la traccia, evidente nelle faggete, si perde spesso nei pressi dei pochi alpeggi e dei piccoli pianori erbosi. Nel ripido tratto finale, in caso di disgelo o recenti piogge, bisogna inoltre prestare attenzione alla scivolosa erba olina che ricopre la dorsale.

Descrizione

Dalla sbarra si prosegue sulla strada che risale il basso versante boschivo con alcuni tornanti tagliandone eventualmente qualcuno sulle tracce di sentiero che da essi si dipartono. Si giunge così all’Alpe Quaggiui (968 m) dove si trova una palina che ci indica di proseguire alla destra; si attraversa il prato dirigendosi verso le baite di sinistra che si attraversano andando a riprendere poco sopra la strada. Questa si attraversa in direzione di un grosso masso al quale è fissato il cavo metallico di una teleferica e si prosegue su esigue tracce di sentiero in direzione di due baite ben visibili più in alto, passando prima davanti ad una cappelletta. Raggiuntele (1058 m) si passa tra di esse e si prosegue verso altre due baite soprastanti (1088 m) dove si passa in mezzo alle costruzioni arrivando ad un  piccolo slargo brullo che si taglia a sinistra, senza rientrare nel bosco, per risalire un breve tratto ripido che conduce all’Alpe Camurè (1146 m). Oltre le baite il sentiero si perde e, per ritrovarlo, si risale un corto pendio di erba e terra puntando verso un grande faggio, situato al limitare del bosco superiore, dove sul tronco si trova un bollo segnavia. Ora il percorso, risalendo i ripidi versanti con numerosi tornanti, si snoda per un lungo tratto in una splendida faggeta all’interno della quale si passa da una cappelletta arrivando ad un bivio con una traccia proveniente da sinistra, che si ignora; giunti fuori dal bosco si supera una seconda cappelletta dalla quale si raggiungono le visibili baite superiori dell’Alpe Cimalbosco (1436 m). Attraversate verso destra le ormai diroccate costruzioni si raggiunge la più alta di esse e, poco dopo, si arriva in no spiazzo dove si trova una palina metallica che ci indica di proseguire a sinistra per rientrare di nuovo brevemente nel bosco. Risalito dunque un breve tratto tra la vegetazione il sentiero si perde un po’ e, cercando di individuarne la labile traccia, si supera direttamente un ripido risalto erboso che ci porta, fuori dalla vegetazione, sulla dorsale erbosa. Ora la traccia scompare ma il percorso è ormai evidente e quindi si risale il largo crinale che via via si fa più ripido sino ad arrivare proprio sotto la vetta dove la pendenza diviene eccessiva; da qui ci si sposta verso sinistra dove spiana un po’ compiendo subito dopo, sempre su pendenza sostenuta, un ampio tornante a destra che ci porta alla croce di vetta.
Read more

Tourengänger: stefi


Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden

Galerie


In einem neuen Fenster öffnen · Im gleichen Fenster öffnen


Kommentare (3)


Kommentar hinzufügen

peter86 hat gesagt:
Gesendet am 13. Mai 2012 um 22:45
incredibile lo stato di quasi totale abbandono in cui versano molti sentieri della Valle Anzasca.
e dire che ci sarebbero tanti bellissimi percorsi

stefi hat gesagt: RE:
Gesendet am 14. Mai 2012 um 17:48
Quanto è vero!! Ma non solo della Valle Anzasca, infatti abbiamo notato che nel VCO sono ben segnati e col fondo ben tenuto solo i pochi più gettonati e per il resto.....tracce che si perdono e bolli di vernice sbiaditi. Bisogna capire che per aumentare il numero degli escursionisti, e quindi dei turisti, bisogna impegnarsi a far trovare percorsi ben visibili e segnati anche con i numeri dei sentieri (vedi catasto sentieri VCO) non solo sulle poche paline del percorso ma anche sui bolli di vernice e soprattutto negli incroci di sentieri.
Noi, da come puoi vedere dal nostro sito, giriamo molto anche in Valle d'Aosta e lì la situazione è nettamente diversa, anche se c'è sempre da migliorare, con i bolli gialli su cui vi è anche il numero del sentiero e con un ufficio regionale della sentieristica che ogni anno "ristruttura" un bel numero di itinerari. Certo, è un impegno finanziario notevole ma alla lunga il ritorno economico si vede.
Ci sarebbe da discuterne per tanto tempo ma per ora non ci resta altro da fare se non tenere vivi i sentieri frequentandoli e condividendoli, anche tramite internet, con più escursionisti possibile e, a furia di calpestarli, rendere le tracce ben visibili.

peter86 hat gesagt: RE:
Gesendet am 14. Mai 2012 um 19:50
Sì, sarebbe un discorso davvero lungo. Io la penso come te, che il vantaggio anche economico supererebbe di gran lunga gli investimenti fatti, ma forse non è così.
Certo che fa davvero rabbia che in luoghi così belli i sentieri siano spesso in stato di abbandono.
Anche in valli stra famose e frequentate come Bognanco e Formazza appena si esce dai percorsi principali i segnavia spariscono e i sentieri spesso diventano invisibili


Kommentar hinzufügen»