capanna Garzonera m.1975


Publiziert von Alberto , 4. Februar 2010 um 10:02.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Bellinzonese
Tour Datum:31 Januar 2010
Schneeshuhtouren Schwierigkeit: WT3 - Anspruchsvolle Schneeschuhwanderung
Zeitbedarf: 2:45
Aufstieg: 570 m
Abstieg: 570 m
Strecke:Nante m.1423-Segna m.1500-acqedotto a quota 1488-ponte di cassinello m.1613-Pian Taioi m.1668 percorso sicuro parallelo alla strada -capanna Garzonera m.1975
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Milano-Chiasso-Bellinzona-uscita Airolo-Nante
Unterkunftmöglichkeiten:capanna Garzonera
Kartennummer:CNS n°266 valle Leventina

 

In settimana avviso Giuseppe che si potrebbe andare alla capanna Poncione di Braga,considerando che il manto nevoso pare stabile e le temperature basse lo rendono ancor più sicuro. Sabato però,mi chiama Adriano (è stato fortunato che ha trovato acceso il cellulare e comunque lo avrei richiamato per sapere cosa avesse bisogno) e mi comunica di voler fare una ciaspolata: aveva già chiamato per ulteriori informazioni i responsabili di alcune capanne,Mognone,Albagno e Prou,ma a quanto pare vi erano dei problemi. Come ultima risorsa e speranza,si è probabilmente rivolto a me (ma non sempre posso esse utile). Dopo aver preso atto e considerato che vi erano partecipanti neofiti a percorrere terreni nevosi,decisi di proporre la Garzonera come miglior alternativa (voleva una capanna da autogestire per cucinare un piatto di pasta). Adriano,senza mettermi nessun tipo di “paletto”,si fida e io me ne compiaccio (non amo fare brutte figure e tanto meno far rischiare una brutta avventura agli amici) perché se c'è una cosa che apprezzo,è l'aver fiducia e inculacarla,nel caso ci ne dovesse averne bisogno,nei partecipanti. Mai e poi mai,considererò “incapaci” coloro che per la prima volta si apprestano a “provare” a percorrere percorsi innevati,per la prima volta. Tra l'altro,senza che io li abbia mai visti in azione anche senza neve,credo in loro e sono fiducioso nei loro confronti e capacità! Ci accordiamo per l'orario (un poco elastico,qualcuno lo avrebbe voluto mooooolto più elastico,ma,chi è abituato come me alle levatacce,sa bene quanti motivi validi ti “obbligano” ad orari da “uauuuu,sbadigli”). Il gruppo è composto da ben 13 partecipanti: alcuni di loro,Anna,Flora,Pia,Laura e Beppe mi conoscono come il “capanat” del rifugio Bolettone,che ho tenuto caldo per il Capodanno,Elena e Luisa è la prima volta che mi vedono e infine alcuni mi anno conosciuto in campo... Quindi,per i “nuovi”da parte loro sicuramente non sanno con chi anno a che fare,le domande che possono essersi porsi,sono legittime: dove ci porterà?,sarà affidabile?,non ci metterà in qualche casino?,ci farà soffrire,penare? Sono più che ragionevoli,ma anch'io posso avere dei pensieri,ben più “responsabili”: staranno bene di salute?,chissà se anno qualche problema fisico che possa influenzare sulla camminata e alla rinuncia della gita da parte di tutto il gruppo? Insomma,i pensieri di chi,consapevole di essere responsabile di un'escursione,ci sono,questo è indubbiamente normale,lo si deve capire. Bene,partiamo tutti dal centro Breggia e stando alla velocità di legge,giunti a qualche chilometro prima dell'uscita di Airolo,Giuseppe nota che le altre 2 auto non ci sono: o cavolo,cosa sarà mai successo? Rallentiamo ma non arrivano,poi all'uscita ci fermiamo con i 4 indicatori d'emergenza accesi,accendo il cellulare e vedo un tentativo di Adriano di chiamarmi. Sto per comporre il numero,e il cellulare squilla e subito si interrompe: ci anno raggiunti,poi dopo scopriremo che Adriano era uscito a Biasca (il virus Dominioni ha colpito anche lui, he he he). Ecco una mia piccola mancanza (anche se ero convinto che non sbagliasse visto che l'aveva già fatta con me),avrei dovuto dire il nome dell'uscita: me ne scuso,purtroppo anche io non arrivo a tutto! Giunti a Nante,ci prepariamo: il freddo è intenso,-9° e le lamentele per piedi,gambe e mani gelate non mancavano. Il consiglio che do per la prossima volta,è di prepararsi con cappello,giacca a vento e guanti indossati,la domanda classica: ma come fai a legarti i lacci degli scarponi? Io riesco! Quando si è costretti a non sopperire,l'inventiva non manca! Partiamo e pochi minuti dopo,giunti alla fattoria,ci ciaspoliamo: alle 9.20 ci incamminiamo,la neve è tantissima,non ai livelli (per ora) dell'anno scorso,ma è un piacere per i nostri occhi e come dissi ad Anna: oggi andremo nel regno delle nevi! Rispetto alla gita scorsa. E quando prometto una cosa,quella è e rimane (perché sò di mantenerla,ovvio). Mentre camminiamo sulla strada in falsopiano,(notare,che nonostante il freddo intenso,che a me bloccava le mascelle,il vociare femminile si sentiva,anzi,superava il cinguettio dei passeri,che si sono svegliati dal sonno, he he he) poco dopo una voce squillante (quella di Marina) mi dice: Alby,non puoi accellerare un po? A me,una richiesta del genere? Io,il bradipo escursionista che accellera? Ma quando mai!!!. La mia risposta é stata: questo é il passo giusto e tale rimane,anche in piano (non avevano la più pallida idea di cosa li aspettava,anche se in piano,mai forzare il passo,perchè giunti alla vera salita...la sofferenza la si sente di più). Così,giunti dopo circa 45 minuti all'acquedotto,si comincia a salire,battendo una vecchia traccia,quasi scomparsa dalla neve fresca: pochi minuti dopo,una voce ci dice di fermarci: Anna non sta bene,il problema al momento sembrava il ginocchio,la mia preoccupazione non era poca,mi trovavo tra “l'incudine e il martello”. In testa Giuseppe,Adriano e Francesco a battere la pista ed ero preoccupato,anche se li avevo avvisati prima,che non salissero troppo in alto per poi scendere al ponte,perché a quota 1600 circa ci si doveva dirigere verso il greto del torrente. Dietro di me,il gruppo voleva camminare per riscaldarsi,il freddo era pungente. Adriano torna indietro e scende da Anna che insieme a Laura erano ultime: prima però,si decide di passare i viveri al gruppo che proseguiva,decisione presa in accordo. Così ripartiamo,a quota 1600 do le indicazioni per spostarci verso il greto del torrente Cassinello,in modo tale di arrivare al ponte di Cassina di Prato m.1613: così fu. Giunti in loco,gli apprezzamenti per tutto ciò che ci circondava,non mancavano,i volti,se pur un pochino stanchi per i primi 100 metri di dislivello “serio” lasciavano posto a sorrisi che a me personalmente mi appagavano. Riprendiamo il percorso,alla nostra sinistra incrociamo la pista battuta proveniente dal percorso “classico”(dal ponte di quota 1464,dove passa la strada per Giof),la pista,quindi ritorna ad essere battuta. Ma il mio pensiero era là ad Anna,speravo in nulla di grave e che potesse anche pur piano,di salire lassù. Poi,un'altro pensiero mi turba: la pista battuta,dove proseguirà? Percorrerà la strada a rischio valanghe (e in quel caso eravamo già consapevoli che avremmo dovuto battere noi la pista in sicurezza) o altri sono a conoscenza del percorso in sicurezza? Saliamo a raggiungere l'alpe Prato,dove,al di là del ponte,vedo la straccia ben visibile del percorso in sicurezza: benissimo,che fortuna! Non tanto perché avremmo fatto fatica,si sa,a cosa andiamo incontro,ma più che altro se non fosse stata battuta,Giuseppe (l'unico) con a seguito Francesco e Italo,che ha fatto quel percorso,se la sarebbe sentita di batterla riuscendo ad individuare il miglior tragitto e la direzione giusta,in modo da riuscire ad arrivare prima per preparare l'accensine della stufa e l'acqua per la pasta,mentre io e il restante gruppo,più lenti saremmo giunti più tardi? Be,la fortuna vuole che il percorso sia già battuto e di fresco (poi scopriamo che un gruppo di svizzeri-tedeschi vi anno pernottato il 30-1) così i nostri amici dal passo voloce,giungono alla capanna prima,preparandola in modo da accoglierci nel meglio dei modi. Nel frattempo,io cerco di capire i componenti del gruppo,mi fermo e osservo: Flora,ha un buon passo,poi Marina e poi...aspetto e guarda un po,anche Laura,Anna e Adriano ci anno raggiunti,sono contento! Non è difficile raggiungere un bradipo! Noto che il tracciato sale dolcemente.ma rimango stupito dal fatto che incrociamo molti segnali: non è che avessero usato il GPS? Se così fosse,la professionalità nel saper scegliere il percorso più consolo nel districarsi tra vallette e alberi,perde il suo fascino. Di tanto in tanto davo delucidazioni in merito,per rincuorare gli animi e dare una sfrezata di adrenalina per motivare la fatica appagata una volta arrivati. Giunti nei pressi della capanna avviso coloro che erano dietro di me,poi,chiedo a Francesco se per favore mi procura il secchiello e una grande pentola per l'acqua. Il termometro fuori della capanna,segnava -12°.Così,appena giunto,adempio al mio lavoro di improvvisato capanat,badile e via a spalare la neve per disseppellire la sorgente. A quanto pare,il cartello che avevo posto all'interno della capanna,vicino alla legnaia,è stato molto utile per la precisa individuazione dell'acqua. Infatti,a destra del palo,il muro di neve si ergeva ben alto,mentre,dove si doveva recuperasre l'acqua,dovetti solo scavare circa 50 cm.di neve (Giuseppe provvide con lo scioglimento della neve,tanto per iniziare). Poi,trovata l'acqua,con la scure spacco il ghiaccio per far posto al secchiello e rendere più comodo l'accesso alla presa. Nel frattempo,molti sci alpinisti del CAO di Como (Club Alpino Operaio) raggiungevano la capanna,con loro anche dei ciaspolatori,per un totale di ben 40 persone: in capanna un andirivieni,chi per scaldarsi,o andare in bagno o mangiare. Alcuni di loro li conoscevamo,perché partecipanti a gite Cai. Poi,chiesi ad Anna cosa aveva avuto: sicuro non era il ginocchio,ma una sorta di piccola congestione (fare attenzione a coprirsi in fretta alla partenza,molto importante). In tavola,cera il salame,la mia focaccia con cipolle,olive e mozzarella (pensavo che non piacesse a nessuno...si sa,che la cipolla è un poco pesantina,ma è stata più che gradita,mi fa piacere,provvederò per la prossima volta e magari se la facciamo in due giorni,la faccio in diretta) pane dolci di vario genere,mentre la pasta cuoceva,gli amici,seduti chiaccheravano,i cuochi ai fornelli e io...alle stufe che se non le controlli...a se smorzan! Sempre in piedi e vigile a chi chiedeva informazioni di coloro che necessitavano del bagno rispondevo in modo plausibile,poi,finalmente la pasta. Distribuita in piccole dosi,anche per gli amici del Cao (per chi la voleva ed era dentro in capanna,ovviamente),é stata molto apprezzata. Qualcuno diloro ho sentito che diceva: dovremmo sapere quando loro vanno in questi posti,così ci aggreghiamo a questo gruppo che accoglie tutti ben volentieri,offrendo della pasta! Be,se qualcuno vuole,siamo anche disponibili ad offrirvi di lavare i piatti e pentole,assai tante,he he he! Poi,piano piano la capanna si svuota,ci salutano e noi rimaniamo per i lavori di riordino ma...manca di mangiare la mia torta: pere e cioccolato. Non ho avuto il piacere di assaggiare la torta di Marina (ero indaffarato,sarà per un'altra volta),comunque,qualcuno è riuscito a mandar giù la mia nonostante era pieno e l'ha gradita. Poi arrivano le 15.00,ci incamminiamo sulla via del ritorno,uscendo dalla pista battuta,ci divertiamo ad affondare le ciaspole: le cadute e le urla femminili non mancano,gioia per i nostri occhi e spavento per gli uccellini che stavano nei dintorni,he he he. Ritornati alle auto nel tempo previsto,la temperatura alle 17.00 era di -8° e qui a farci festa cera il bellissimo labrado tutto nero: il mitico Zeus,che a me e Giuseppe ci ha riconosciuti. Cominciai con la mano ad alzarla agitandola per vedere cosa facesse: caspita che salti,dovevo stare attento a non farmelo venire addosso o mi buttava a terra. Ringrazio Giuseppe R.e Francesco per la collaborazione fotografica. Bene,la giornata si è conclusa,il racconto si è protratto ben più di altri,ma...c'è qualcos'altro che mi sento di dire agli amici,presenti alla gita è voi tutti,amici,che leggerete questa relazione,se non vi siete già annoiati,proseguite,altrimenti,passate oltre. Voglio ringraziare tutti voi,partecipanti alla gita,per la ben riuscita escursione e per la vostra collaborazione che ha reso piacevole e possibile questa giornata. Vi ringrazio anche per aver creduto e aver avuto fiducia in me: spero di aver fatto una buona impressione dal punto di vista professionale ai nuovi neofiti ciaspolatori/trici. Mi scuso,se durante il tragitto non ho più del necessario,scambiato quattro chiacchere con tutti (di norma parlo lo stretto necessario,consigli vari ed eventuali domande) e anche in capanna: mi sarebbe piaciuto,ma dovevo tenere sotto controllo tutta la movimentazione e l'andirivieni che vi era. Spero di poter rimediare in seguito e comunque,chi da anni mi conosce,vi saprà dare sincere risposte a mio riguardo. Spero inoltre che abbiate compreso che ciò che vi ho detto sulla gita al momento di partire,è stato ampliamente dimostrato con i fatti,ne più e ne meno,per me,quello che conta,è essere sincero e leale nei confronti di chi mi da fiducia. Ciao a tutti e...alla prossima


Tourengänger: Alberto, beppe
Communities: Hikr in italiano


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