Gazzirola, canale nord “Carpe diem”


Publiziert von vajo80 , 7. März 2023 um 21:46.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Sottoceneri
Tour Datum:11 Februar 2023
Wandern Schwierigkeit: T3 - anspruchsvolles Bergwandern
Hochtouren Schwierigkeit: WS+
Klettern Schwierigkeit: II (UIAA-Skala)
Zeitbedarf: 6:00
Aufstieg: 1300 m
Abstieg: 1100 m
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Colla
Unterkunftmöglichkeiten:Rifugio San Lucio (Italia), Capanna San Lucio (Svizzera)

Sono anni difficili, anche per la montagna. L’innevamento, di nuovo, è scarso.
Ci sono percorsi dell'escursionismo invernale che in stagioni normali si percorrerebbero a primavera, dopo una corretta trasformazione e consolidamento del manto nevoso. Ultimamente questi stessi percorsi si possono affrontare, con un po' di fortuna, nel cuore della stagione “fredda”, tale è la penuria di neve.
 

L’inizio d’anno alpinistico è stato positivo, con una bella salita in Piccole Dolomiti assieme all’amico Roberto. Mi sento determinato e così riprovo ad avvicinarmi al versante nord del Gazzirola. Due anni fa, ad aprile, avevo percorso con soddisfazione il canale centrale che arriva dritto in vetta. Lo scorso anno, a febbraio, sono stato respinto a tre quarti del secondo canale che incide la parete e che si sviluppa a sinistra di quello centrale. La neve era davvero troppo poca e non me la sono sentita, da solo, di superare il tratto chiave completamente secco: un salto di un paio di metri (che valuterei di III) su roccia solida, ma che “butta in fuori” e dove non era concesso sbagliare.

Ci riprovo. È ancora febbraio, la neve è sempre poca, ma comunque qualcosina di più rispetto a un anno fa. Le ultime nevicate sono lontane e in settimana ha fatto parecchio freddo, le condizioni dovrebbero essere decenti. Decido per il sabato, perché da domenica arriverà l’ennesima bolla di aria calda che riporterà lo zero termico oltre i 3000 metri andando a rovinare ulteriormente le già precarie condizioni. Prendere o lasciare, forse è l’ultimo (e unico?) momento buono della stagione. Carpe diem!
 

Alle 6:40 sono alla chiesetta di Colla, è buio e inaspettatamente non sono solo. Un tedesco ha appena lasciato l’auto e si è incamminato con le racchette fissate allo zaino. Chissà perché parte a quest’ora… di neve sui versanti a sud non ce n’è, mah! Mi preparo con calma e parto. In poco tempo raggiungo il tedesco in zona Barchi di Colla, solo un cenno di saluto ma non ci diciamo nulla (e anche volendo, non avrei saputo come). Lo vedo indeciso sul percorso da seguire, ma non mi pongo troppe domande e vado oltre veloce. Dopo poco mi accorgo che mi sta seguendo… chissà dove va.

In un’oretta sono all’Alpe Pietrarossa, senza fermarmi prendo il sentiero che si stacca alto e che voltando a sinistra mi porta in breve sulla cresta soprastante. Ho fatto questo percorso innumerevoli volte, mi muovo quasi in automatico. Sul crinale che si affaccia sulla Val di Serdena mi aspetto di trovare la neve, e così è. Mi sembra discreta, non ghiacciata, ma è portante. Bene! Calzo i ramponi, che non toglierò più fino in cima. Mi fiondo giù verso l’Alpe Matro e poi a destra fino a prendere la strada che conduce in pochi minuti all’Alpe di Serdena. La neve è pochissima in questo tratto, 1 cm sulla strada. Sento il cigolio dei ramponi sull’asfalto, ma non li tolgo. Dall’alpe riprendo il sentiero che porta verso Corte Lagoni. Cerco di stare più possibile sulle lingue di neve per sfruttare i ramponi, esattamente come un pilota di F1 che monta le gomme da pioggia cerca le zone bagnate in pista! Man mano che salgo lo spessore della neve aumenta. Bene!

Arrivo a Corte Lagoni… e chi trovo? Il tedesco! Ci incrociamo, io con i miei ramponi e lui con le sue racchette e ci guardiamo, senza proferire parola, un po’ stupiti. Lui si sarà chiesto da dove sbucavo e dove mi stavo dirigendo… io ragionavo sul fatto che doveva aver percorso il traverso dal Passo di Pozzaiolo, che io avevo volutamente evitato perché in inverno lo ritengo pericoloso. Però sono contento della mia scelta, il mio percorso è stato molto più lungo del suo e ho dovuto perdere parecchio dislivello: se siamo arrivati in quel punto nello stesso momento vuol dire che per lui sul traverso non deve essere stato proprio uno scherzo. Comunque sia lo osservo allontanarsi, la sua metà ora è ovvia: il Camoghè.


Di fronte a me, la parete nord del Gazzirola, di nuovo. Di neve ce n’è, ma gli arbusti che sbucano dal manto bianco un po’ dappertutto fanno capire che mancano almeno 60/80 cm rispetto alla norma in questo periodo. Il canale centrale, salito due anni fa, è evidente di fronte a me. Lo scivolo di neve è continuo quasi fino in cima, l’uscita è secca. Ma non è quello il mio obiettivo di giornata. Un secondo canale più a sinistra si infila e si nasconde tra le pieghe della parete, non se ne vede interamente lo sviluppo. Le rocce scure, che dalla mia prospettiva sembrano avere il sopravvento, mi gettano un po’ nello sconforto. Troppa poca neve anche quest’anno? Sarà una ritirata forzata come la stagione scorsa? Avvilito, sto già pensando ad un piano B quando mi rendo conto che la mia visuale non è la migliore possibile e che magari indietreggiando di un centinaio di metri la vista sulla parete sarà più aperta e chiara. E così è! Faccio qualche passo indietro, il canale quasi magicamente si fa continuo, individuo in alto il passaggio chiave, sicuramente è più coperto dell’anno scorso. Forse stavolta si passa. L’unico modo per saperlo è tentare. Carpe diem!

Rinvigorito nello spirito e pieno di insperata fiducia mando giù un pezzo di cioccolato, poi velocemente cambio assetto: via i bastoncini, indosso il caschetto e agguanto le due piccozze. Si parte! Sono deciso, ma il pendio si fa subito ripido e faticoso, so di non essere nella mia forma migliore. Alla base del canale vedo grossi blocchi di slavina. Buon segno, per due motivi: c’è meno roba sopra la mia testa che può cadere e poi le valanghe aiutano a compattare la neve rendendo la progressione più agevole.

Avanzo ed entro nel canale vero e proprio, le pendenze aumentano per fortuna, così riesco ad utilizzare i due attrezzi nel modo migliore. Il mio sguardo è fisso verso l’alto: come sarà il tratto impegnativo? Mi sembra quasi totalmente coperto, di sicuro lo sbarramento roccioso incontrato lo scorso anno ora è sepolto. Mi avvicino alla strozzatura. Solo uno spuntone di roccia emerge dalla neve, ma non sarà banale passare. È stretto, la neve buona ma non durissima, ci sarà da fare attenzione. So che da qui, se riuscirò a passare, non potrò più tornare indietro. Carpe diem!

Mi porto più in alto possibile con i piedi, pianto le piccozze oltre il masso sporgente, faccio un respiro profondo, mi alzo facendo forza sulle palette delle piccozze e puntando i ramponi sulle rocce laterali. È fatta, sono oltre! Riprendo a respirare e mi allontano velocemente da quel punto un po’ esposto. Nelle condizioni attuali e con questo tipo di neve lo valuterei un passo di II+. Non difficile, ma non si può sbagliare, se si perde l’appiglio si cade all’indietro e si rotola giù fino alla base, 200 metri più sotto.

Subito dopo questo passaggio (chiave) ne arriva un altro, più facile, ma che richiede prudenza perché sotto la neve avverto la presenza di materiale mobile. Quindi attenzione a usare le rocce come appiglio, potrebbero essere instabili e creare pericolo anche per eventuali persone sotto.

Superato anche questo tratto il canale si allarga, sono già nell’imbuto finale. Qui la neve è poca, affiorano diverse rocce, ma è facile. Ancora pochi metri e sono fuori. Esco sfruttando uno spesso cumulo di neve indurita dal vento. Nessuna cornice oggi per fortuna.

È andata, sono riuscito a salire anche questo secondo e per me stupendo canale della parete nord. Mi trovo sullo spallone che separa il Segor dal Gazzirola, 100 m lineari a sinistra di quest’ultimo. Pochi minuti e sono in cima, al sole. Che soddisfazione!
 

Non sono ancora le 10:30, faccio pranzo, che in realtà è una merenda, cercando riparo dal vento e osservando gli escursionisti che intanto salgono dallo spallone ovest. La discesa non ha storia, percorro velocemente lo spallone quasi privo di neve fino all’Alpe Pietrarossa e poi giù fino all’auto.


Bellissima salita, per chi ama il genere. Non è difficile, le pendenze medie nel canale sono sui 45° con tratti probabilmente a 50° nei pressi della strozzatura a tre quarti. Il passaggio chiave così come trovato da me lo valuto II+, in condizioni secche tenere conto un paio di metri di III. Globalmente valuto la via PD+. In annate con innevamento normale lo scivolo si ricopre del tutto. Attenzione, in quel caso, che abbia già scaricato (valutare i coni di slavina alla base) e al timing (la parte alta prende sole presto in primavera e le pareti laterali potrebbero scaricare, anche sassi). Non credo sia sciabile visto che in alcuni punti la larghezza del canale non supera i 2 metri.

A differenza del canale centrale, che sale lineare fino in cima senza grosse difficoltà, questo è tecnicamente più divertente. Ovviamente va affrontato in condizioni adeguate. Per me non è stato facile trovarle, ci sono voluti due tentativi e nei giorni subito dopo la mia salita credo le condizioni siano peggiorate rapidamente a causa delle temperature elevate.

Questa volta è andata bene e sono stato fortunato a cogliere l’attimo. È inevitabile quindi che questo per me rimarrà sempre il Canale nord “Carpe diem” del Gazzirola!


Tourengänger: vajo80


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Kommentare (3)


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Michea82 hat gesagt:
Gesendet am 8. März 2023 um 14:49
I miei super complimenti. A parte per l'impresa coraggiosa e solitaria in una delle mie montagne più care soprattutto per averla descritta così bene. Sembra di vivere le nostre avventure con le incognite, i dubbi, le speranze e le soddisfazioni che presentano. Grazie !

vajo80 hat gesagt: RE:
Gesendet am 8. März 2023 um 17:47
Grazie a te per il bellissimo commento! Diciamo che per quanto riguarda imprese coraggiose e solitarie ho solo da imparare... leggo spesso i tuoi resoconti, sono di ispirazione. Soprattutto, come dici tu, più che le vie e le cime in sé, è bello quando vengono fuori le emozioni! Chissà che non ci si incontri su qualche montagna! Grazie ancora!

Michea82 hat gesagt: RE:
Gesendet am 8. März 2023 um 22:18
Con piacere!
Sì per me conta poter immedesimarsi e tu l'hai saputo fare bene. Per i dettagli tecnici esistono anche le guide. Sebbene costano e se li trovo su hikr non me ne dispiacio:)


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