Bosco Nono e Casera di Presio
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A cavallo degli anni 2004 e 2005 il comune di Colorina ha iniziato un programma di riapertura e segnalamento dei sentieri tradizionali di pertinenza propria e del Parco delle Orobie Valtellinesi per rendere appetibile la zona agli escursionisti. A distanza di più di quindici anni la situazione - almeno per quanto si è potuto constatare in questa gita - non è affatto rosea: è vero che si possono trovare paline indicatrici - poste piuttosto a caso (non solo ai bivii) e con tempistica di fantasia - ma i relativi sentieri non sono bollati ufficialmente e almeno in paio di situazioni si è potuto constatare che nemmeno esistono. In questa specifica escursione, ad esempio, abbiamo individuato il percorso solo decidendo di seguire dei rari segnali blu che si sono rivelati essere di guida ad una sequenza di prese dell'acquedotto comunale. Per il resto: cinque bolli CAI in circa 10 km di terreno problematico...
Ottimamente segnalato in arancione il "Sentiero tematico del legno" /www.hikr.org/tour/post87543.html che parzialmente andremo a percorrere, ma solo perchè coincide con il tracciato di una gara di corsa in montagna.
IL Bosco Nono è una stupenda abetaia ben governata dal punto di vista forestale e se anche gli alberi non sono certamente secolari, lo sfruttamento non appare mai eccessivo e la copertura non appare mai interrotta: raro caso di saggia conduzione del territorio in Valtellina.
La CTR, insolitamente precisa per quanto riguarda i sentieri di questo comune, riporta fedelmente anche ciò che non è più riconoscibile sul terreno e la più recente SeteMap "Orobie Valtellinesi" copia in toto CTR. La vecchia Carta Escursionistica e Toponomastica "Val Tartano" del CAI Morbegno riporta solo quello che noi siamo riusciti a riconoscere sul terreno.
Molto bello, selvaggio ed insolitamente roccioso il minuscolo anfiteatro terminale della piccola valle di Colorina (invisibile dal basso e formalmente esistente solo a partire da quota 1800 circa), dominato dalle impressionanti placconate del Pizzo di Presio.
Dal parcheggio presso il cimitero si sale a curve lungo la strada principale del paese (contrada Bocchetti) fino ad incontrare sulla sinistra le indicazioni turistiche per Soalzo; continuare sull'asfalto fino ad incontrare le copiose indicazioni della gara "Corri tra le Selve" che vanno seguite in salita. E' subito una bella mulattiera costruita in rilievo sui prati circostanti facendo opera di spietramento da un'antica frana che incontreremo poco sopra, a fianco della chiesa "La Madonnina". Si prosegue nel castagneto in continua salita incrociando alcune volte la carrozzabile che unisce al fondovalle i numerosi nuclei sparsi fra le selve, ormai quasi tutti ben rimodernati a case di vacanza; in corrispondenza del primo tratto di carrozzabile sterrato che si incontra, si abbandonano a sinistra i segnali della corsa e si inizia una lunga e monotona risalita della pista, dove le scorciatoie indicate sulla mappa sono inesistenti. Al tornante di Q1100m troviamo un'incoraggiante palina che riporta le nostre previste mete indicando una larga mulattiera che si stacca sulla destra: la traccia è larga - si capirà poi - perchè è il risultato dell'interramento di un acquedotto: al primo serbatoio scompare tutto. Da qui, e fino ai ruderi della Casera di Prigiolo, non rimane che seguire la suddetta bollatura blu lungo uno sperone boscoso, di rara pendenza, compreso fra i solchi dei torrenti Prigiolo (ovest) e Scifo (est). All'uscita dal bosco più fitto la vegetazione erbacea aumenta di molto ed il rinvenimento del passaggio è sempre più indaginoso; a fianco della Casera Prigiolo i bolli blu terminano definitivamente in corrispondenza della sorgente dell'acquedotto. La traccia di sentiero, che gradualmente ed inaspettatamente si fa più marcata, prosegue nella sua salita con una serie di tornanti ravvicinati finchè sbuca sui pascoli abbandonati delle Foppe, delle cui baite rimangono solo i perimetri basali e i muri a secco dei recinti per il bestiame ("barek"). In lontananza - più in alto e verso ovest - si nota il profilo della Casera di Presio: all'inizio non si nota passaggio nell'erba, ma, procedendo verso un taglio fra gli ontani, si reperisce una buona traccia che sale fino ai tre ruderi di Presio. Qui la gita finisce, anche se noi, invogliati da un vecchio bollo CAI, abbiamo proseguito nella ricerca della chiusura dell'anello progettato: il proseguimento del sentiero - comunque inizialmente di difficile reperibilità - conduce fino ad una palina posta nel bosco, alle cui indicazioni non corrisponde alcun sentiero.
Ritorno per la via di andata.
Ottimamente segnalato in arancione il "Sentiero tematico del legno" /www.hikr.org/tour/post87543.html che parzialmente andremo a percorrere, ma solo perchè coincide con il tracciato di una gara di corsa in montagna.
IL Bosco Nono è una stupenda abetaia ben governata dal punto di vista forestale e se anche gli alberi non sono certamente secolari, lo sfruttamento non appare mai eccessivo e la copertura non appare mai interrotta: raro caso di saggia conduzione del territorio in Valtellina.
La CTR, insolitamente precisa per quanto riguarda i sentieri di questo comune, riporta fedelmente anche ciò che non è più riconoscibile sul terreno e la più recente SeteMap "Orobie Valtellinesi" copia in toto CTR. La vecchia Carta Escursionistica e Toponomastica "Val Tartano" del CAI Morbegno riporta solo quello che noi siamo riusciti a riconoscere sul terreno.
Molto bello, selvaggio ed insolitamente roccioso il minuscolo anfiteatro terminale della piccola valle di Colorina (invisibile dal basso e formalmente esistente solo a partire da quota 1800 circa), dominato dalle impressionanti placconate del Pizzo di Presio.
Dal parcheggio presso il cimitero si sale a curve lungo la strada principale del paese (contrada Bocchetti) fino ad incontrare sulla sinistra le indicazioni turistiche per Soalzo; continuare sull'asfalto fino ad incontrare le copiose indicazioni della gara "Corri tra le Selve" che vanno seguite in salita. E' subito una bella mulattiera costruita in rilievo sui prati circostanti facendo opera di spietramento da un'antica frana che incontreremo poco sopra, a fianco della chiesa "La Madonnina". Si prosegue nel castagneto in continua salita incrociando alcune volte la carrozzabile che unisce al fondovalle i numerosi nuclei sparsi fra le selve, ormai quasi tutti ben rimodernati a case di vacanza; in corrispondenza del primo tratto di carrozzabile sterrato che si incontra, si abbandonano a sinistra i segnali della corsa e si inizia una lunga e monotona risalita della pista, dove le scorciatoie indicate sulla mappa sono inesistenti. Al tornante di Q1100m troviamo un'incoraggiante palina che riporta le nostre previste mete indicando una larga mulattiera che si stacca sulla destra: la traccia è larga - si capirà poi - perchè è il risultato dell'interramento di un acquedotto: al primo serbatoio scompare tutto. Da qui, e fino ai ruderi della Casera di Prigiolo, non rimane che seguire la suddetta bollatura blu lungo uno sperone boscoso, di rara pendenza, compreso fra i solchi dei torrenti Prigiolo (ovest) e Scifo (est). All'uscita dal bosco più fitto la vegetazione erbacea aumenta di molto ed il rinvenimento del passaggio è sempre più indaginoso; a fianco della Casera Prigiolo i bolli blu terminano definitivamente in corrispondenza della sorgente dell'acquedotto. La traccia di sentiero, che gradualmente ed inaspettatamente si fa più marcata, prosegue nella sua salita con una serie di tornanti ravvicinati finchè sbuca sui pascoli abbandonati delle Foppe, delle cui baite rimangono solo i perimetri basali e i muri a secco dei recinti per il bestiame ("barek"). In lontananza - più in alto e verso ovest - si nota il profilo della Casera di Presio: all'inizio non si nota passaggio nell'erba, ma, procedendo verso un taglio fra gli ontani, si reperisce una buona traccia che sale fino ai tre ruderi di Presio. Qui la gita finisce, anche se noi, invogliati da un vecchio bollo CAI, abbiamo proseguito nella ricerca della chiusura dell'anello progettato: il proseguimento del sentiero - comunque inizialmente di difficile reperibilità - conduce fino ad una palina posta nel bosco, alle cui indicazioni non corrisponde alcun sentiero.
Ritorno per la via di andata.
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