Monte Civrari - Punta Imperatoria Mt. 2302
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Oggi giorno di ferie, strameritato dopo tante chiusure e restrizioni… e via … organizziamo un’escursione insieme al nostro amico Roberto di Torino.
La meta è il Monte Civrari, una splendida montagna formata da tre distinte cime.
La meta dell’escursione per noi sarà la Punta Imperatoria, la più elevata, posta in posizione centrale rispetto alle altre due: Torretta del Prete e Punta della Croce.
La posizione del Civrari ne fa un punto panoramico veramente notevole, nuvole permettendo…..
Secondo una leggenda, che ho trovato curiosando un po’.., da questo monte precipitò il gigante Gargantua, perdendovi la vita nel vano tentativo di salvare il suo gregge di pecore e capre, impazzito perché tormentato da sciami di moscerini…..Civrari nel dialetto locale significa capra.
Partiamo dal bel borgo di Niquidetto, che è raggiungibile sia dalla Valle di Viù, strada per il Col del Lys da Fucine, sia dalla Val di Susa, strada per il Col del Lys da Almese, si può parcheggiare nella piccola piazzetta sulla strada.
Dallo spiazzo sulla strada di Niquidetto si sale alla Chiesetta e passati davanti alla sua facciata si imbocca un sentierino sulla destra.
Dopo un breve tratto piuttosto ripido si costeggia una mulattiera, sulla quale, poco dopo ci si immette e che va seguita per entrare in un bellissimo bosco di faggi.
Superate alcune costruzioni ormai cadenti si sbuca su ampi pascoli, poi si aggira, in leggera salita un costone e si entra così nel vallone del Civrari.
Occorre attraversare un tratto di pietraia di medie dimensioni, e poi salire per roccette fino ad attraversare il torrente per guadagnare un piccolo promontorio, dove poi il vallone si allarga.
Salendo per bei prati si giunge nel piccolo altopiano racchiuso tra le tre punte che formano il piccolo massiccio del Civrari , quando la marcia diviene pianeggiante, piegando lievemente a sinistra, si arriva in breve alle sponde del Laghetto del Civrari.
Il minuscolo specchio d'acqua, poco profondo, giace ai piedi di un'alta scarpata di ghiaioni e la neve lo ricopre ancora parzialmente.
Dal lago si continua a destra, tralasciando il vallone principale verso il colletto del Civrari.
Si prosegue in salita ora un po’ più ripida, raggiungendo rapidamente una spalla erbosa posta sotto la cima, è già visibile il grosso ometto di pietre.
Quindi il sentiero continua a salire per terriccio e detriti e piega a mezza costa verso destra, dove con un ultimo strappo si giunge in vetta.
Tira un po’ di vento che ci costringerà a fermarsi più sotto per la pausa.
Il Monviso è ben visibile, mentre le altre cime sono parzialmente coperte dalle nuvole, mi riferisco alle Uje di Lanzo e anche al Monte Rosa.
Una giornata così ci voleva proprio… il Civrari offre ambienti davvero diversi tra loro… mulattiere, prati, bei boschi di faggi, pietraie e terriccio detritico.
Arrivati alla macchina assistiamo ad una lotta tra capre, strane capre, molto simili agli stambecchi.. si alzano in piedi e lottano…. che rumore di corna…!!!!
Nadia e Graziano
La meta è il Monte Civrari, una splendida montagna formata da tre distinte cime.
La meta dell’escursione per noi sarà la Punta Imperatoria, la più elevata, posta in posizione centrale rispetto alle altre due: Torretta del Prete e Punta della Croce.
La posizione del Civrari ne fa un punto panoramico veramente notevole, nuvole permettendo…..
Secondo una leggenda, che ho trovato curiosando un po’.., da questo monte precipitò il gigante Gargantua, perdendovi la vita nel vano tentativo di salvare il suo gregge di pecore e capre, impazzito perché tormentato da sciami di moscerini…..Civrari nel dialetto locale significa capra.
Partiamo dal bel borgo di Niquidetto, che è raggiungibile sia dalla Valle di Viù, strada per il Col del Lys da Fucine, sia dalla Val di Susa, strada per il Col del Lys da Almese, si può parcheggiare nella piccola piazzetta sulla strada.
Dallo spiazzo sulla strada di Niquidetto si sale alla Chiesetta e passati davanti alla sua facciata si imbocca un sentierino sulla destra.
Dopo un breve tratto piuttosto ripido si costeggia una mulattiera, sulla quale, poco dopo ci si immette e che va seguita per entrare in un bellissimo bosco di faggi.
Superate alcune costruzioni ormai cadenti si sbuca su ampi pascoli, poi si aggira, in leggera salita un costone e si entra così nel vallone del Civrari.
Occorre attraversare un tratto di pietraia di medie dimensioni, e poi salire per roccette fino ad attraversare il torrente per guadagnare un piccolo promontorio, dove poi il vallone si allarga.
Salendo per bei prati si giunge nel piccolo altopiano racchiuso tra le tre punte che formano il piccolo massiccio del Civrari , quando la marcia diviene pianeggiante, piegando lievemente a sinistra, si arriva in breve alle sponde del Laghetto del Civrari.
Il minuscolo specchio d'acqua, poco profondo, giace ai piedi di un'alta scarpata di ghiaioni e la neve lo ricopre ancora parzialmente.
Dal lago si continua a destra, tralasciando il vallone principale verso il colletto del Civrari.
Si prosegue in salita ora un po’ più ripida, raggiungendo rapidamente una spalla erbosa posta sotto la cima, è già visibile il grosso ometto di pietre.
Quindi il sentiero continua a salire per terriccio e detriti e piega a mezza costa verso destra, dove con un ultimo strappo si giunge in vetta.
Tira un po’ di vento che ci costringerà a fermarsi più sotto per la pausa.
Il Monviso è ben visibile, mentre le altre cime sono parzialmente coperte dalle nuvole, mi riferisco alle Uje di Lanzo e anche al Monte Rosa.
Una giornata così ci voleva proprio… il Civrari offre ambienti davvero diversi tra loro… mulattiere, prati, bei boschi di faggi, pietraie e terriccio detritico.
Arrivati alla macchina assistiamo ad una lotta tra capre, strane capre, molto simili agli stambecchi.. si alzano in piedi e lottano…. che rumore di corna…!!!!
Nadia e Graziano
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