Punta Sbaron sopra Condove
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Oggi siamo in quattro per questa gita sui 2000 metri nella bassa Val di Susa. Dalla chiesetta di Prato del Rio procediamo per qualche centinaio di metri lungo la strada asfaltata per il Colle del Colombardo fino ad una casa e a dei cartelli che indicano a destra il sentiero per Piano Vinassa. Procediamo su un sentierino talvolta poco marcato che presto esce dal bosco per puntare a un edificio grigio su un colletto accanto a un primo grande masso. Forse questo è il Piano Vinassa, che pianeggiante non lo è mica tanto.
Qui ritroviamo la stradina, ne tagliamo un ampio tornante seguendo una traccia su prato e la riprendiamo più avanti quando entra nella valle che scende dalla Punta Sbaron, adesso visibile sullo sfondo. Arriviamo così alle case di Gighé, da cui oggi la neve è continua.
La strada curva a sinistra, poi fa un amplissimo tornante destrorso “tagliabile” in più punti sui prati innevati e contraddistinto dal secondo grande masso di giornata. Scegliamo di seguire la strada, sul versante sinistro (destro orografico) della valle, che dopo il tornante arriva con un lungo traverso a un gruppo di casolari che precedono il Colle degli Astesiani, passando sotto il panettone della Punta Sbaron.
Era possibile salire in cima dall’inizio del traverso che porta ai casolari oppure raggiungere il colle e salire per la cresta che inizia da lì o come abbiamo fatto noi partire dai casolari e salire per pendii fino alla cresta alla nostra sinistra. In questo tratto la neve si indurisce e mettiamo qualcuno i ramponcini e qualcuno i ramponi.
Raggiunta la cresta compaiono le montagne dal Rocciamelone all’Uia Bessanese e troviamo un tratto abbastanza ripido ma breve. Superato questo la pendenza diminuisce e per ampia dorsale si raggiunge la cima.
Si vedono il Gran Paradiso, le montagne delle valli di Susa e Lanzo, i laghi di Avigliana mentre da tempo era visibile più lontana la Barre des Ecrins e fin dall’inizio il Monviso.
Tempo di salita senza le soste circa 3 ore.
Per il ritorno decidiamo di scendere al Colle degli Astesiani tagliando il pendio sulla nostra sinistra, compiendo quindi un piccolo anello. In questo tratto, a parte pochi metri iniziali, la neve sarebbe da racchette ma poiché tiene abbastanza per pigrizia tengo i ramponi.
Arrivati al colle continuiamo con l’anello: seguendo tracce di oggi scendiamo sulla sinistra orografica della valle, con un percorso più ripido e più diretto rispetto alla stradina, fino alle case di Gighé, seguendo grosso modo una linea di pali della luce (o del telefono?), segno umano tangibile in un contesto di alpeggi ormai in abbandono.
Dalle case di Gighé ritorniamo alla casa vicino al primo grande masso da cui un sentiero diverso da quello dell’andata scende sulla sinistra fino alla strada per Prato del Rio, poche centinaia di metri prima del punto di partenza.
Qui ritroviamo la stradina, ne tagliamo un ampio tornante seguendo una traccia su prato e la riprendiamo più avanti quando entra nella valle che scende dalla Punta Sbaron, adesso visibile sullo sfondo. Arriviamo così alle case di Gighé, da cui oggi la neve è continua.
La strada curva a sinistra, poi fa un amplissimo tornante destrorso “tagliabile” in più punti sui prati innevati e contraddistinto dal secondo grande masso di giornata. Scegliamo di seguire la strada, sul versante sinistro (destro orografico) della valle, che dopo il tornante arriva con un lungo traverso a un gruppo di casolari che precedono il Colle degli Astesiani, passando sotto il panettone della Punta Sbaron.
Era possibile salire in cima dall’inizio del traverso che porta ai casolari oppure raggiungere il colle e salire per la cresta che inizia da lì o come abbiamo fatto noi partire dai casolari e salire per pendii fino alla cresta alla nostra sinistra. In questo tratto la neve si indurisce e mettiamo qualcuno i ramponcini e qualcuno i ramponi.
Raggiunta la cresta compaiono le montagne dal Rocciamelone all’Uia Bessanese e troviamo un tratto abbastanza ripido ma breve. Superato questo la pendenza diminuisce e per ampia dorsale si raggiunge la cima.
Si vedono il Gran Paradiso, le montagne delle valli di Susa e Lanzo, i laghi di Avigliana mentre da tempo era visibile più lontana la Barre des Ecrins e fin dall’inizio il Monviso.
Tempo di salita senza le soste circa 3 ore.
Per il ritorno decidiamo di scendere al Colle degli Astesiani tagliando il pendio sulla nostra sinistra, compiendo quindi un piccolo anello. In questo tratto, a parte pochi metri iniziali, la neve sarebbe da racchette ma poiché tiene abbastanza per pigrizia tengo i ramponi.
Arrivati al colle continuiamo con l’anello: seguendo tracce di oggi scendiamo sulla sinistra orografica della valle, con un percorso più ripido e più diretto rispetto alla stradina, fino alle case di Gighé, seguendo grosso modo una linea di pali della luce (o del telefono?), segno umano tangibile in un contesto di alpeggi ormai in abbandono.
Dalle case di Gighé ritorniamo alla casa vicino al primo grande masso da cui un sentiero diverso da quello dell’andata scende sulla sinistra fino alla strada per Prato del Rio, poche centinaia di metri prima del punto di partenza.
Tourengänger:
andrea62

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Kommentare (7)