Monte San Primo

Quando siamo partiti in auto da casa, ho  lasciato ai miei amici la scelta della meta, proponendo loro tre possibilità, e la scelta è caduta sul San Primo, la meta più tranquilla, anche per fare ritorno a casa per il pranzo.
Arrivati ai Piani Rancio, abbiamo effettuato la classica salita raggiungendo il crinale che porta al Monte Ponciv (dove c’è una stazione meteorologica), che però questa volta abbiamo raggiunto per un sentiero che non avevo mai percorso, e che taglia quasi in piano i boschi che danno sul Lago di Como, per poi sbucare poco sopra l’Alpe Spessola.
Da lì abbiamo proseguito percorrendo la cresta erbosa fino ad arrivare sulla cima (dove sono in corso i lavori per sostituire il prefabbricato che sorge vicino ad alcune antenne), da cui si gode uno splendido panorama visto che è la più alta del triangolo lariano.
Dopo una breve sosta abbiamo iniziato la discesa per il ripido bosco che ci ha portati nuovamente a Piani Rancio passando davanti al Rifugio Martina.
L’escursione l’abbiamo effettuata a ritmi tranquilli, camminando per circa 4 ore e superando un dislivello di 600 metri.
E’ mancato l’incontro con l’animale ma, in contrapposizione, i panorami e i giochi di nuvole ci hanno regalato una bella mattinata e, anche se sono stato molte volte su questa montagna (in ogni stagione e salendola da ogni lato) ci torno sempre volentieri, soprattutto se sono con amici ma anche se voglio trascorrere una mattinata in solitudine e serenità, in particolare in inverno e con la neve .
Al ritorno breve sosta alla chiesetta del Ghisallo (la Mecca dei ciclisti) dove, tra le persone scomparse e ricordate, ci sono anche le immagini di alcuni nervianesi.