Il Monte Limbara e il castigo degli dei
|
||||||||||||||
![]() |
![]() |
Al terzo giorno di Sardegna, non troppo soddisfatto del dislivello offerto da Capo Figari www.hikr.org/tour/post124951.html faccio l'asinata: alle dodici e trentacinque, (per esser sicuro di "abbronzarmi" a dovere), saluto e parto per il Limbara.
So che devo andare a Tempio Pausania, (e so che non è vicino) e so che da lì, c'è una strada che porta su.
Un po' poco; un po' azzardato.
Quos vult Iupiter perdere, dementiat prius.
Si dice che gli dei usino "confondere" colui che vogliono perdere.
Ma gli dei, magnanimi, decidono di punire blandamente tanta presunzione: non con una banale insolazione, (il cielo è parecchio sereno) non con un classico fulmine al secondo chilometro, (il cielo è davvero troppo sereno), ma confondendo, al posto della mia mente, che deve apparir loro già sufficientemente confusa, una cosa altrettanto importante: "La Traccia"!
Magnanimi, mica tanto: quando scopro che il telefonino, solitamente impeccabile, ha disegnato sulla mappa un paio di righe stilizzate, saltando completamente la parte iniziale e, sopratutto l'erta finale, vengo colpito da dolori lancinanti in tutto il corpo, (che altri, malevoli, fanno risalire a chiazze di scottature variamente distribuite).
Ma come? Maledetto IdiotPhone! Ieri su una salitella di mezz'ora che posso rifare quando voglio, mi hai ricalcato ogni ciotolo del percorso e oggi che mi sono mezzo ammazzato in una stronzata che non rifarò mai più...
Beh, questo è l'incipit. Il resto è richiesta di indicazioni e ciclismo di scoperta.
Scopro che Olbia è grande e complicata da attraversare e che, da quando è diventata capoluogo in fratellanza con Tempo Pausania, ha tolto tutti i cartelli che potessero aiutare a capire da che parte Tempio Pausania sia.
Scopro che dopo ogni discesa, c'è sempre una salita o un falsopiano assassino.
Scopro che, in Sardegna ... non esistono i bar e che, con 37 gradi, 75 centilitri d'acqua, sono un po' pochi anche se sei abituato.
Scopro che Tempio Pausania sa dov'è Olbia, ma non ha le idee chiarissime sulla propria ubicazione: 3 km dopo un cartello che dice "Tempio 2" ecco che al centesimo bivio compare un cartello "Tempio 6" cui faranno seguito altri cartelli a lento scalare.

Ma, alla fine, arrivo a Tempio. E scopro che era inutile arrampicarsi fino in centro: l'inizio della strada per il Limbara era molto prima.
Beh, almeno, in centro, ci sono i bar.
E' tardino e sono un po' in dubbio, ma, dopo birra e acqua a volontà, organizzo telefonicamente un "salvataggio" con mezzo scopa e decido di andare, almeno, a vedere la salita al Limbara com'è .
E' ... che, alle mie gambe, sembra almeno il doppio dei 12 km annunciati una volta trovato il punto di partenza fuori città.
La cima si fa riconoscere abbastanza presto, tramite una selva di antenne, individuabili da molto lontano; mentre valuto se continuare o sdraiarmi in mezzo alla strada ad aspettare la "Rega", un tafano che sembra uno Zeppelin, si mette a tavola .... mmmh sangue di biker...! Alla prima manata, stordito, resta, pervicace, attaccato alla preda; alla seconda esplode letteralmente, lasciandomi su mano e polpaccio abbondanti tracce di un sostanzioso pasto. Stare fermi seminudi non è consigliabile.
Sempre su asfalto (e, mentre ci son sopra, dico "per fortuna!), raggiungo dapprima un vasto piazzale boschivo, dove fino al giorno prima c'era una ricca "Festa della Montagna" e dove, adesso, stanno smontando e non c'è una goccia d'acqua; poi un fantasmagorico piazzale, dove sarebbe vietato entrare, con gigantesche parabole dall'aria dismessa;

poi una piccola chiesa dedicata alla Madonna della Neve.
Do uno sguardo alla chiesetta e a lato vedo un viottolo sterrato con indicazione per Punta Bandiera. "E' ora di dare un senso alla mountain bike! Ci vorrà un po' di più, ma ormai è quasi fatta!"
Abbandonata la strada asfaltata, che, è evidente, mi porterebbe in un attimo fino al tecnologico piazzale, parto baldanzoso sull'ottimo viottolo che, dopo duecento metri diventa dapprima sassoso, poi impraticabile.
Poi si impenna per massi e cespugli: ho lasciato la Madonna della Neve da meno di cinque minuti e la mbk è già sulle spalle!
Devo dire, però, che qui l'ambiente è splendido, a dispetto delle sommità delle antenne che, spuntando dietro le grandi rocce, scandiscono l'avvicinarsi del traguardo.
E, alla fine, ci sono: sbuco sulla grande spianata. Gli dei sono lì, decine di guglie metalliche che svettano a parlare con il cielo; celebranti dell'unica religione che davvero comanda il mondo.

Non capisco neanche bene dove sia questa Punta Bandiera, ma, a questo punto, sono soddisfatto: mi arrampico sul magnifico granito di quello che sembra il grugnolo più alto e da lì vedo spuntare la Strega del Limbara, alla guida del mezzo scopa.

Km? Mah.... Con l'ausilio di Google Maps propenderei per un numero tra gli 85 e i 90.
Dislivello? Boh .... Il Limbara è alto 1.359 metri e son partito dal mare; ho fatto tante discese, ma quando sei sotto sforzo, le cose possono sembrarti più grandi di quanto non siano in realtà...
Purtroppo, gli dei hanno segato la traccia, per cui non saprò mai come è veramente fatta questa storia.
So che devo andare a Tempio Pausania, (e so che non è vicino) e so che da lì, c'è una strada che porta su.
Un po' poco; un po' azzardato.
Quos vult Iupiter perdere, dementiat prius.
Si dice che gli dei usino "confondere" colui che vogliono perdere.
Ma gli dei, magnanimi, decidono di punire blandamente tanta presunzione: non con una banale insolazione, (il cielo è parecchio sereno) non con un classico fulmine al secondo chilometro, (il cielo è davvero troppo sereno), ma confondendo, al posto della mia mente, che deve apparir loro già sufficientemente confusa, una cosa altrettanto importante: "La Traccia"!
Magnanimi, mica tanto: quando scopro che il telefonino, solitamente impeccabile, ha disegnato sulla mappa un paio di righe stilizzate, saltando completamente la parte iniziale e, sopratutto l'erta finale, vengo colpito da dolori lancinanti in tutto il corpo, (che altri, malevoli, fanno risalire a chiazze di scottature variamente distribuite).
Ma come? Maledetto IdiotPhone! Ieri su una salitella di mezz'ora che posso rifare quando voglio, mi hai ricalcato ogni ciotolo del percorso e oggi che mi sono mezzo ammazzato in una stronzata che non rifarò mai più...
Beh, questo è l'incipit. Il resto è richiesta di indicazioni e ciclismo di scoperta.
Scopro che Olbia è grande e complicata da attraversare e che, da quando è diventata capoluogo in fratellanza con Tempo Pausania, ha tolto tutti i cartelli che potessero aiutare a capire da che parte Tempio Pausania sia.
Scopro che dopo ogni discesa, c'è sempre una salita o un falsopiano assassino.
Scopro che, in Sardegna ... non esistono i bar e che, con 37 gradi, 75 centilitri d'acqua, sono un po' pochi anche se sei abituato.
Scopro che Tempio Pausania sa dov'è Olbia, ma non ha le idee chiarissime sulla propria ubicazione: 3 km dopo un cartello che dice "Tempio 2" ecco che al centesimo bivio compare un cartello "Tempio 6" cui faranno seguito altri cartelli a lento scalare.

Ma, alla fine, arrivo a Tempio. E scopro che era inutile arrampicarsi fino in centro: l'inizio della strada per il Limbara era molto prima.
Beh, almeno, in centro, ci sono i bar.
E' tardino e sono un po' in dubbio, ma, dopo birra e acqua a volontà, organizzo telefonicamente un "salvataggio" con mezzo scopa e decido di andare, almeno, a vedere la salita al Limbara com'è .
E' ... che, alle mie gambe, sembra almeno il doppio dei 12 km annunciati una volta trovato il punto di partenza fuori città.
La cima si fa riconoscere abbastanza presto, tramite una selva di antenne, individuabili da molto lontano; mentre valuto se continuare o sdraiarmi in mezzo alla strada ad aspettare la "Rega", un tafano che sembra uno Zeppelin, si mette a tavola .... mmmh sangue di biker...! Alla prima manata, stordito, resta, pervicace, attaccato alla preda; alla seconda esplode letteralmente, lasciandomi su mano e polpaccio abbondanti tracce di un sostanzioso pasto. Stare fermi seminudi non è consigliabile.
Sempre su asfalto (e, mentre ci son sopra, dico "per fortuna!), raggiungo dapprima un vasto piazzale boschivo, dove fino al giorno prima c'era una ricca "Festa della Montagna" e dove, adesso, stanno smontando e non c'è una goccia d'acqua; poi un fantasmagorico piazzale, dove sarebbe vietato entrare, con gigantesche parabole dall'aria dismessa;

poi una piccola chiesa dedicata alla Madonna della Neve.
Do uno sguardo alla chiesetta e a lato vedo un viottolo sterrato con indicazione per Punta Bandiera. "E' ora di dare un senso alla mountain bike! Ci vorrà un po' di più, ma ormai è quasi fatta!"
Abbandonata la strada asfaltata, che, è evidente, mi porterebbe in un attimo fino al tecnologico piazzale, parto baldanzoso sull'ottimo viottolo che, dopo duecento metri diventa dapprima sassoso, poi impraticabile.
Poi si impenna per massi e cespugli: ho lasciato la Madonna della Neve da meno di cinque minuti e la mbk è già sulle spalle!
Devo dire, però, che qui l'ambiente è splendido, a dispetto delle sommità delle antenne che, spuntando dietro le grandi rocce, scandiscono l'avvicinarsi del traguardo.
E, alla fine, ci sono: sbuco sulla grande spianata. Gli dei sono lì, decine di guglie metalliche che svettano a parlare con il cielo; celebranti dell'unica religione che davvero comanda il mondo.

Non capisco neanche bene dove sia questa Punta Bandiera, ma, a questo punto, sono soddisfatto: mi arrampico sul magnifico granito di quello che sembra il grugnolo più alto e da lì vedo spuntare la Strega del Limbara, alla guida del mezzo scopa.

Km? Mah.... Con l'ausilio di Google Maps propenderei per un numero tra gli 85 e i 90.
Dislivello? Boh .... Il Limbara è alto 1.359 metri e son partito dal mare; ho fatto tante discese, ma quando sei sotto sforzo, le cose possono sembrarti più grandi di quanto non siano in realtà...
Purtroppo, gli dei hanno segato la traccia, per cui non saprò mai come è veramente fatta questa storia.
Tourengänger:
Nevi Kibo

Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare (1)