Ferrata "Gianni Succetti" alle Placche di Mese
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Nel corso dell'anno 2015 nell'area attorno a Chiavenna sono stati allestiti due nuovi percorsi attrezzati, approfittando della presenza di adeguate pareti rocciose. Le lisce placche dominanti il campo sportivo di Mese vantavano già una "antica" frequentazione alpinistica, peraltro non molto fortunata, favorita da un paio di revisioni delle chiodature a carico delle amministrazioni comunali. L'attuale allestimento "alla francese" di questa brevissima ferrata (con addirittura un eccesso di infissi di progressione) ha lo scopo di proporsi come percorso propedeutico per chi, incuriosito da questo genere di attività, voglia provare la verticalità: certamente non dà idea della progressione su roccia, che praticamente non si tocca dalla base alla cima. D'altra parte, in questa escursione, la vera avventura è il sentiero di rientro: praticamente priva di segnali a vernice, la labilissima traccia risulta individuabile solo grazie a segmenti di fettuccia appesi agli alberi. A dire il vero, anche il brevissimo avvicinamento - privo di qualunque segnale a parte il tabellone iniziale fortunatamente individuabile dal parcheggio - si affida per l'orientamento alla visibile carpenteria metallica in parete.
Dal parcheggio ci si dirige verso monte lungo un sentiero compreso fra il campo sportivo e l'area ecologica comunale: presso i primi cespugli si individua una tabella descrittiva della ferrata. Si prosegue entrando nel bosco verso sinistra (la discesa di un muretto fornisce un primo assaggio di attrezzatura) e poi verso l'alto su terreno a tratti smosso e instabile; scavalcata una inspiegabile fune a sé stante, si sale verso una valletta dove si individua un cartello di raccomandazioni tecniche sulla progressione in ferrata. La salita alterna ripetutamente brevi traversi su staffe a lunghe verticali di appigli/appoggi artificiali sulle placche di bellissima roccia serpentinosa erosa dal passaggio dei ghiacciai quaternari. Verso la cima risulta attrezzato - molto fastidiosamente - anche un lungo tratto facilmente camminabile in aderenza; inoltre l'ultima teoria di infissi di progressione è talmente fitta da costringere ad usarli parzialmente a rischio di inciampo.
Dal ripiano sommitale ci si porta verso destra lungo un sentierino di discreta qualità supportato da qualche - poche - pennellata di vernice bianco/rossa sulle cortecce rugose e deperibili dei pochi tronchi di dimensioni utili. La direzione poi tende a sinistra, mentre ai segnali b/r si sostituiscono vecchie grosse frecce rosse o arancione: in corrispondenza di una valletta in vista di un traliccio dell'alta tensione, fare attenzione ad abbandonare a sinistra queste ultime frecce e seguire le neo-comparse fettucce sulle ceppaie di castagno.
Il tragitto non è facilmente descrivibile: continua nel suo traverso a sinistra momentaneamente intervallato da un breve "caminetto" compreso fra rocce smosse, terriccio e radici. Finalmente si raggiunge un canalone percorso da un piccolo torrente e una bella mulattiera gradinata e acciottolata: si scende verso sinistra fino a confluire in un nuovo e più ampio acciottolato affiancato da una viacrucis; di nuovo a sinistra fino a tornare al piano nei pressi della centrale idroelettrica. Si gira attorno alle mura della centrale medesima e alla chiesa parrocchiale, tornando al parcheggio.
Dal parcheggio ci si dirige verso monte lungo un sentiero compreso fra il campo sportivo e l'area ecologica comunale: presso i primi cespugli si individua una tabella descrittiva della ferrata. Si prosegue entrando nel bosco verso sinistra (la discesa di un muretto fornisce un primo assaggio di attrezzatura) e poi verso l'alto su terreno a tratti smosso e instabile; scavalcata una inspiegabile fune a sé stante, si sale verso una valletta dove si individua un cartello di raccomandazioni tecniche sulla progressione in ferrata. La salita alterna ripetutamente brevi traversi su staffe a lunghe verticali di appigli/appoggi artificiali sulle placche di bellissima roccia serpentinosa erosa dal passaggio dei ghiacciai quaternari. Verso la cima risulta attrezzato - molto fastidiosamente - anche un lungo tratto facilmente camminabile in aderenza; inoltre l'ultima teoria di infissi di progressione è talmente fitta da costringere ad usarli parzialmente a rischio di inciampo.
Dal ripiano sommitale ci si porta verso destra lungo un sentierino di discreta qualità supportato da qualche - poche - pennellata di vernice bianco/rossa sulle cortecce rugose e deperibili dei pochi tronchi di dimensioni utili. La direzione poi tende a sinistra, mentre ai segnali b/r si sostituiscono vecchie grosse frecce rosse o arancione: in corrispondenza di una valletta in vista di un traliccio dell'alta tensione, fare attenzione ad abbandonare a sinistra queste ultime frecce e seguire le neo-comparse fettucce sulle ceppaie di castagno.
Il tragitto non è facilmente descrivibile: continua nel suo traverso a sinistra momentaneamente intervallato da un breve "caminetto" compreso fra rocce smosse, terriccio e radici. Finalmente si raggiunge un canalone percorso da un piccolo torrente e una bella mulattiera gradinata e acciottolata: si scende verso sinistra fino a confluire in un nuovo e più ampio acciottolato affiancato da una viacrucis; di nuovo a sinistra fino a tornare al piano nei pressi della centrale idroelettrica. Si gira attorno alle mura della centrale medesima e alla chiesa parrocchiale, tornando al parcheggio.
Communities: Hikr in italiano
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