La Ferrera di Mandello
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Breve gita che permette di effettuare una facile e interessante esperienza speleologica in una grotta molto nota che si apre lungo il frequentatissimo sentiero che sale da Mandello al Rifugio Elisa, alla base della Grigna Settentrionale.
"La Ferrera, formata da un unico ambiente molto vasto (175m x 35-40m x 20m) è dovuta a fenomeni di carsismo ed è percorsa da un ruscello che si disperde nelle fratture del pavimento. Il pavimento stesso è costituito da massi franati dalla volta che possono raggiungere dimensioni notevoli (10m di lato, 3-4 di spessore). La parete destra (orientale) è costituita da un'unica frattura quasi verticale mentre verso sinistra il soffitto degrada sino a congiungersi col pavimento. La luce dell'ingresso penetra debolmente sino al termine del primo sotto-ambiente. Un terzo sotto-ambiente, più piccolo, è delimitato dal resto della grotta da un arco di grosse proporzioni. Quest'ultimo ha il pavimento ingombro di detriti minuti, invece che grossi massi, ricoperti in più punti da un crostone calcareo. Le pareti (specie quella di sinistra) presentano numerosi cunicoli talora molto stretti, in alcuni dei quali scorrono piccoli torrenti. La Ferrera si apre nel Calcare di Esino ed è una cavità di crollo; ma perché una volta possa crollare è necessario un vuoto (cioè un'altra cavità) sottostante. L'ingresso attuale si sarebbe aperto in tempi molto recenti cioè sicuramente dopo l'ultima glaciazione, come è testimoniato dall'assenza di ciottoli morenici nella grotta. La presenza di corsi d'acqua nei cunicoli laterali e, sotto la grotta, di alcune grosse sorgenti (Sorgente dell'Acqua Bianca) testimoniano una circolazione sotterranea, per ora inesplorabile, sottostante il livello di gallerie fossili che, crollate, hanno dato origine alla Ferrera." (tratto da: P.Casati e A.Bini: "Grigne itinerari geologici" - parzialmente modificato).
Dalla piazzetta di Rongio si imbocca sulla sinistra - segnalazioni - la carrareccia che si addentra a mezzacosta in Val Meria: sullo sfondo l'imponente bastionata del Sasso Cavallo e del Sasso dei Carbonari. Si prosegue oltrepassando sulla sinistra l'arrivo di teleferiche per il trasporto del legname ("filobalzo") e un'abitazione privata (Casa Sassino); si varca tramite un ponte ad arcata in pietra il "Fiüm d'Oa" e, in breve, si raggiunge un secondo ponte (Ponte di ferro) che permette di varcare il torrente Meria presso un tratto di rocce incassate con belle cascate. Sull'altra riva la mulattiera affronta una serie di ripidi tornanti acciottolati che porta al bivio con il sentiero per la Gardata: a fianco dello svincolo di sentieri si apre l'enorme antro della Ferrera. Per la visita è essenziale disporre di un buona sorgente di luce (meglio una lampada frontale, per avere le mani libere) e di copri-abiti adeguati: si procede facilmente lungo una sorta di sentiero tracciato dai multipli passaggi, ma la presenza di argilla bagnata e qualche tratto scalinato rendono la progressione delicata. Non esiste comunque alcun pericolo di smarrimento, ma, ai cambi di direzione, sono presenti marcature di vernice gialla.
Ritorno per la via di andata.
"La Ferrera, formata da un unico ambiente molto vasto (175m x 35-40m x 20m) è dovuta a fenomeni di carsismo ed è percorsa da un ruscello che si disperde nelle fratture del pavimento. Il pavimento stesso è costituito da massi franati dalla volta che possono raggiungere dimensioni notevoli (10m di lato, 3-4 di spessore). La parete destra (orientale) è costituita da un'unica frattura quasi verticale mentre verso sinistra il soffitto degrada sino a congiungersi col pavimento. La luce dell'ingresso penetra debolmente sino al termine del primo sotto-ambiente. Un terzo sotto-ambiente, più piccolo, è delimitato dal resto della grotta da un arco di grosse proporzioni. Quest'ultimo ha il pavimento ingombro di detriti minuti, invece che grossi massi, ricoperti in più punti da un crostone calcareo. Le pareti (specie quella di sinistra) presentano numerosi cunicoli talora molto stretti, in alcuni dei quali scorrono piccoli torrenti. La Ferrera si apre nel Calcare di Esino ed è una cavità di crollo; ma perché una volta possa crollare è necessario un vuoto (cioè un'altra cavità) sottostante. L'ingresso attuale si sarebbe aperto in tempi molto recenti cioè sicuramente dopo l'ultima glaciazione, come è testimoniato dall'assenza di ciottoli morenici nella grotta. La presenza di corsi d'acqua nei cunicoli laterali e, sotto la grotta, di alcune grosse sorgenti (Sorgente dell'Acqua Bianca) testimoniano una circolazione sotterranea, per ora inesplorabile, sottostante il livello di gallerie fossili che, crollate, hanno dato origine alla Ferrera." (tratto da: P.Casati e A.Bini: "Grigne itinerari geologici" - parzialmente modificato).
Dalla piazzetta di Rongio si imbocca sulla sinistra - segnalazioni - la carrareccia che si addentra a mezzacosta in Val Meria: sullo sfondo l'imponente bastionata del Sasso Cavallo e del Sasso dei Carbonari. Si prosegue oltrepassando sulla sinistra l'arrivo di teleferiche per il trasporto del legname ("filobalzo") e un'abitazione privata (Casa Sassino); si varca tramite un ponte ad arcata in pietra il "Fiüm d'Oa" e, in breve, si raggiunge un secondo ponte (Ponte di ferro) che permette di varcare il torrente Meria presso un tratto di rocce incassate con belle cascate. Sull'altra riva la mulattiera affronta una serie di ripidi tornanti acciottolati che porta al bivio con il sentiero per la Gardata: a fianco dello svincolo di sentieri si apre l'enorme antro della Ferrera. Per la visita è essenziale disporre di un buona sorgente di luce (meglio una lampada frontale, per avere le mani libere) e di copri-abiti adeguati: si procede facilmente lungo una sorta di sentiero tracciato dai multipli passaggi, ma la presenza di argilla bagnata e qualche tratto scalinato rendono la progressione delicata. Non esiste comunque alcun pericolo di smarrimento, ma, ai cambi di direzione, sono presenti marcature di vernice gialla.
Ritorno per la via di andata.
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