Cima Ezendola (2174 m)


Publiziert von Sky , 10. April 2018 um 22:04.

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum: 7 April 2018
Wandern Schwierigkeit: T4 - Alpinwandern
Schneeshuhtouren Schwierigkeit: WT4 - Schneeschuhtour
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 

La Cima Ezendola era una di quelle montagne che vedevo fin da quando ero bambino. Particolare per quella sua forma a panettone, ma con una parete rocciosa a picco sulla val di Scalve. E per il fatto che il sentiero che sale da Schilpario è denominato “il tremendo”. Oggi, ovviamente, scelgo per la salita il versante opposto, molto più tranquillo, dalla Val di Lozio. Un po’ perché in invernale è meglio scegliere la via più facile (e, per come vedo io la montagna, anche d’estate) e un po’ perché dopo fallimenti vari ho bisogno di arrivare in vetta!

Settimana scorsa sono partito da casa troppo tardi, sottovalutando la mia meta, e rimasi punito dalla neve diventata primaverile. Stavolta non voglio sbagliare e arrivo alla partenza che non è ancora sorto il sole. Aspetto qualche minuto e parto.

Non sono mai stato in Val di Lozio, anche ne ho sempre sentito parlare. Se settimana scorsa a Colore, più a meno alla stessa altezza, c’era neve fin da subito, qui ho dovuto tenere a lungo le ciaspole sullo zaino. Superato l’abitato di Villa, percorro un primo tratto di sterrato, poi qualche traccia di sentiero che supera un bosco con qualche resto di antica valanga da oltrepassare e sbuco in corrispondenza del vallone che porta al Passo di Ezendola. Seguo un altro sentiero che, muovendosi in orizzontale, si porta in corrispondenza dell’attacco della dorsale che ho intenzione di percorrere. Lì indosso le ciaspole. La neve è all’inizio crostosa, ma dopo poche decine di metri diventa perfetta, compatta, ideale per salire con le ciaspole che non affondano che per qualche millimetro, giusto il minimo per fare presa. La salita diventa così bella e veloce, nonostante la pendenza aumenti sempre più, ma io tiro sempre dritto. Non ho ben chiaro dove sia la vetta e seguo l’indicazione del mio GPS, che oggi ho settato sulla mia meta. Quando segna una trentina di metri dall’arrivo, la neve si fa d’improvviso farinosa e si sprofonda e mi rendo conto di essere arrivato quasi in cresta, ma la croce di vetta è più a destra. Davanti a me, un accenno di cornice e lo strapiombo verso la Val di Scalve. Mi scavo uno spiazzo nel pendio, per poter calzare i ramponi, che ora si sono resi necessari, visto che devo affrontare un traverso un poco delicato. Così, picca alla mano, sono in vetta, avvolto dalla nube. Firmo e leggo il libro di vetta, poi incomincio la discesa. Ho paura che la neve non tenga, anche se oggi non fa caldo come settimana scorsa, ma vabbè. Il pendio mi fa un po’ paura da fare con le ciaspole, così decido di tenere i ramponi finché ce la faccio. Ovviamente ogni 5 o 6 passi in cui la neve sembra tenere, eccomi sprofondare inesorabilmente. Le provo tutte, fino a quando la pendenza mi sembra più accettabile e ricalzo le ciaspole. Ora posso scendere tranquillo. Nel frattempo, come vuole la tradizione, ora che sono sceso, le nubi si alzano. Ma non importa, sarà per un’altra volta.

Allungo un po’ la discesa, tanto per far passare il tempo. Oggi tutto è andato alla perfezione. Ne avevo bisogno!


Tourengänger: Sky
Communities: Hikr in italiano


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