Ferrata Roccabianca di Caprie
|
||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Quest'anno per gli incontri di avvicinamento alla montagna abbiamo scelto di percorrere una nuova ferrata: giovedì scorso, approfittando della festività in Svizzera dove lavorano, Gianni, Roberta, Fabiano ed Alberto sono andati a provare la ferrata Roccabianca, in Val di Susa, trovandola idonea per gli allievi.
Ritrovo alle 6,30 a Varese e alle 9 circa siamo a Caprie. Dal parcheggio la parete di serpentino è ben visibile ed in pochi minuti siamo alla sua base. Come sempre ci alterniamo fra accompagnatori ed allievi in modo da poterli seguire ed assistere in caso di necessità.
Il pannello informativo spiega come il percorso si divida in due tratte collegate da un sentiero: la prima più semplice, la seconda più tecnica con passaggi verticali ed alcuni leggermente strapiombanti e, quasi alla fine, ormai sono inevitabili, un ponte tibetano.
Partiamo, siamo a bassa quota ed il caldo si fa già sentire, la zona poi deve godere di un microclima decisamente favorevole perchè fatti pochi metri ci imbattiamo in quella che sarà una presenza costante di questa salita: dei fichi d'India!
Questo primo tratto è caratterizzato dalla quasi totale assenza di infissi come gradini, maniglie ed appoggi: si arrampica su un ottimo serpentino compatto ma ricco di fessure, appoggi e maniglie che permettono di salire agevolmente con la "sicurezza" del cavo metallico che accompagna costantemente la salita.
Giunti alla sommità di uno spuntone ci imbattiamo in quella che, con tutta probabilità, è una coppella preistorica: la regolarità dello scavo e, soprattutto la posizione dominante e panoramica del luogo e la sua raggiungibilità anche per il bosco, ce lo fanno pensare.
Proseguiamo passiamo accanto ad una scheggia inclinata ed eccoci giungere alla fine della prima sezione.
Da qui un sentiero riporta alla base quanti non desiderino proseguire.
Noi risaliamo nel bosco per un bel sentiero ed in breve eccoci al proseguio della ferrata.
Questa seconda parte è più verticale e caratterizzata dalle usuali "scalette" a C che però sono posizionate con parsimonia: dove non servono e la progressione è possibile sono assenti.
Ci sono un paio di tratti strapiombanti che non sono comunque tali da richiedere sforzi sovraumani per il loro superamento.
Il ponte tibetano, evitabile per una variante su sentiero, è divertente anche se un po' difficoltoso per le persone non molto alte visto il posizionamento del cavo superiore.
Passato il ponte vi è un ultimo risalto verticale ed in breve si giunge al termine della ferrata, qui in una cassetta si trova il libro di "vetta".
Conviene comunque risalire la ventina di metri che portano alla sommità vera e propria della Roccabianca da cui si gode un bel panorama.
Mangiamo qualcosa e ridiscendiamo alla fine della ferrata da cui ha inizio un bel sentiero che in una mezz'oretta ci riconduce alla base.
Bella ferrata, non difficile ed adatta a neofiti ma estremamente divertente anche per chi ha già percorso diversi altri percorsi attrezzati. I manufatti sono generalmente ben posizionati ed in numero non eccessivo, il cavo metallico di sicurezza è sempre presente. Vista la bassa quota sconsigliabile nei periodi più caldi dell'anno: la presenza di agavi e fichi d'India la dice lunga sulle temperature che la zona può raggiungere.
Ritrovo alle 6,30 a Varese e alle 9 circa siamo a Caprie. Dal parcheggio la parete di serpentino è ben visibile ed in pochi minuti siamo alla sua base. Come sempre ci alterniamo fra accompagnatori ed allievi in modo da poterli seguire ed assistere in caso di necessità.
Il pannello informativo spiega come il percorso si divida in due tratte collegate da un sentiero: la prima più semplice, la seconda più tecnica con passaggi verticali ed alcuni leggermente strapiombanti e, quasi alla fine, ormai sono inevitabili, un ponte tibetano.
Partiamo, siamo a bassa quota ed il caldo si fa già sentire, la zona poi deve godere di un microclima decisamente favorevole perchè fatti pochi metri ci imbattiamo in quella che sarà una presenza costante di questa salita: dei fichi d'India!
Questo primo tratto è caratterizzato dalla quasi totale assenza di infissi come gradini, maniglie ed appoggi: si arrampica su un ottimo serpentino compatto ma ricco di fessure, appoggi e maniglie che permettono di salire agevolmente con la "sicurezza" del cavo metallico che accompagna costantemente la salita.
Giunti alla sommità di uno spuntone ci imbattiamo in quella che, con tutta probabilità, è una coppella preistorica: la regolarità dello scavo e, soprattutto la posizione dominante e panoramica del luogo e la sua raggiungibilità anche per il bosco, ce lo fanno pensare.
Proseguiamo passiamo accanto ad una scheggia inclinata ed eccoci giungere alla fine della prima sezione.
Da qui un sentiero riporta alla base quanti non desiderino proseguire.
Noi risaliamo nel bosco per un bel sentiero ed in breve eccoci al proseguio della ferrata.
Questa seconda parte è più verticale e caratterizzata dalle usuali "scalette" a C che però sono posizionate con parsimonia: dove non servono e la progressione è possibile sono assenti.
Ci sono un paio di tratti strapiombanti che non sono comunque tali da richiedere sforzi sovraumani per il loro superamento.
Il ponte tibetano, evitabile per una variante su sentiero, è divertente anche se un po' difficoltoso per le persone non molto alte visto il posizionamento del cavo superiore.
Passato il ponte vi è un ultimo risalto verticale ed in breve si giunge al termine della ferrata, qui in una cassetta si trova il libro di "vetta".
Conviene comunque risalire la ventina di metri che portano alla sommità vera e propria della Roccabianca da cui si gode un bel panorama.
Mangiamo qualcosa e ridiscendiamo alla fine della ferrata da cui ha inizio un bel sentiero che in una mezz'oretta ci riconduce alla base.
Bella ferrata, non difficile ed adatta a neofiti ma estremamente divertente anche per chi ha già percorso diversi altri percorsi attrezzati. I manufatti sono generalmente ben posizionati ed in numero non eccessivo, il cavo metallico di sicurezza è sempre presente. Vista la bassa quota sconsigliabile nei periodi più caldi dell'anno: la presenza di agavi e fichi d'India la dice lunga sulle temperature che la zona può raggiungere.
Tourengänger:
paoloski

Communities: Hikr in italiano
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare (3)