sab 11 e dom 12 gennaio 2025: alla Foisc con la neve fresca, ciapolata perfetta!...ma che fatica!
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Anche questa volta la scelta inerente all'escursione/ciaspolata da poter effettuare, si è basata con la visualizzazione della zona, tramite le web cam per capire se vi è neve: in effetti dalle immagini la neve è presente, tra le altre cose ha nevicato per l'ultima volta il giorno precedente.
A pochi km.dal punto di partenza noto la strada principale con la neve fresca, resta da capire quanta ve ne sarà sul luiogo di partenza...giunto sul luogo di partenza mi rendo conto che la neve c'è e parto insieme ad uno sci alpinista, siamo i primi due.
Lo sci alpinista mi dice che gli piace parlare e per un po stiamo insieme, io fatico a parlare mentre percorro le salite: dopo un po di percorso fatto insieme, si scusa perché mi deve lasciare dato che dopo deve tornare a casa dalle sue bimbe e ci salutiamo e addirittura mi ringrazia per la chiaccherata, cosa reciproca.
Torno ad essere in compagnia della natura e del silenzio e dopo un po sento un rumore...ma è Luigi con la moglie e il suo Quod che scendono a valle, ci salutiamo e procedo più agevolmente fino alla sua baita dove risiede permanentemente, quindi sono agevolato dalla sua battuta.
Arrivato alla sua baita...ora sono dolori: individuare il percorso, non facile considerando che la neve ventata modifica i tracciati ma, lo conosco bene e vado tranquillo, con fatica raggiungo la zona del pascolo.
Qui devo decidere se puntare sulla cresta o avvicinarmi lentamente seguendo i dolci prati innevati per poi prendere una delle rampe per raggiungere la parte terminale della cresta dalla quale si vede il rifugio: scelgo quest'ultima.
Solitamente la faccio in discesa ma questa volta la percorro in salita, con calma, senza fretta perché in molti punti si affonda non poco e si avanza di poco però, arrivo alla parte terminale senza prendere il forte vento perché riparato.
Vedo la struttura e sembra non totalmente sepolta dalla neve magari, considerando che vari sci alpinisti erano presenti, pensavo: chissà se qualcuno ha scavato e liberato l'entrata?...col pippo!!! Sono arrivato dopo 3 ore e 15 e mo mi tocca pure a scavare.
Fortuna vuole (si fa per dire) la neve non è pesante, riesco a spalare agevolmente la mezza porta ed entrare...ma dov'è lo sgabello? Non c'è quindi, nella speranza di non incastrarmi mezzo fuori e mezzo dentro con il rischio abbastanza elevato di lasciarci gli zebedei, riesco a scavalcare la parte inferiore della mezza porta.
Vedo che vi han messo una sedia, va bene ugualmente, solo che nel frattempo molti altri sci alpinisti stanno arrivando, prima salgono in vetta per poi farsi subito la sciatina e altri, se vi è la possibilità, di entrare in capanna, per cambiarsi o per mangiare un boccone evitando le folate del vento che imperversava, se poi vi è qualcuno che vi ha acceso la stufa, aleeeee meglio ancora.
Infatti vi han transitato ben 15 persone: gli ultimi ad entrarvi una coppia di Bellinzona, simpatici e anche un po sofferenti nonostante abbiano seguito la mia traccia...perché non avevano i bastoncini.
Ma non si fa! E' come essere dei kamikaze, già è una sofferenza se poi ci aggiungiamo del nostro...non va bene: tra l'altro avevano anche il cane (preciso che è di lei) preoccupata perché era fuori con la bufera: gli abbiamo spiegato che il cane (una razza che non soffre a stare fuori) è più intelligente di certi umani, sicuramente si ripara tra le due sponde laterali inerente allo scavo. Infatti era lì, sapendo che la sua padrona era dentro la struttura, anche il suo compagno acconsentiva a ciò che dicevo: dopo tutto, il rifugio è per gli umani, non è un canile...poi lei vede la ciotola con tanto di disegno inerente all'osso, allora ha detto che il rifugio fa parte di quelle strutture che accolgono i cani...non è proprio così, la ciotola è presente, se il cane ha sete o ha fame la si depone all'esterno e il problema è risolto.
Come sempre gli amorevoli padroncini cercano scuse per ottenere un permesso che agevoli alle comodità il proprio cane...ma non è arrivato.
Però, un'altra cosa mi ha stupito: dallo zaino lui ha estratto 2 bottiglie di vino bianco e non ho pensato di chiedergli il perché 2 bottiglie...loro erano in 2 ma non credo che se le bevevano solo loro, forse pensava di trovare un po di gente e offrirne un po come ha fatto con me (sicuramente la prova dell'alcool test con me fallirebbe).
Gli ho consigliato di travasare il vino in quelle di plastica, più leggere: con me avevo le praline di cioccolato fondente che gli ho offerto volentieri e nel mentre ecco arrivare un altro sci alpinista che si è aggregato alla compagnia di cui ci si vede in foto.
Il tempo passa, la compagnia è bella ma, per loro vi è il rientro, tra l'altro...pure senza frontale: una frontale è sempre opportuno avere con se non si sa mai, la fortuna è che la luna oramai quasi piena, avrebbe illuminato il percorso più di quanto se non fosse presente sicuramente, una volta arrivati alla baita di Luigi, il tracciato è decisamente facile e senza ostacoli compreso la neve bella battuta che rende il passo sicuro.
Ci salutiamo e attendo che la luna compaia perché vorrei fare delle foto...purtroppo la bufera imperversava e non era possibile stare fuori ed usare il treppiede perché oscillerebbe e le foto verrebbero mosse, quindi rinuncio, non sempre ci viene concesso di ottenere ciò che si ha piacere.
Inoltre decido di chiudere le imposte qui altro problema: la neve ghiacciata mi impediva di far scorrere il chiavistello, lasciarle aperte no perché se la neve aumenta dopo si è costretti in ogni caso a toglierla, quindi con l'accendino scaldo tutta la piastrina scorrevole e...il chiavistello si chiude.
Il giorno dopo mi alzo presto ed esco per spalare via la neve dalla mezza porta dove stava per occludersi il passaggio, poi levo anche quella davanti la finestra della cucina: pensavo di aprirla ma, talmente ghiacciato il chiavistello che non si riusciva, quindi lascio perdere e, non finisce qui.
La mezza porta non riesce a chiudersi, pulisco bene dalla neve e riprovo, nulla: allora guardo il beccuccio...è rimasto all'interno, probabilmente ghiacciato,...prendo l'accendino e scaldo il metallo e...ritorna all'esterno, l'acqua che si è formata dallo scioglimento della neve è entrata nelle fessure ed è ghiacciata bloccandolo, dopo la scaldatina, è ritornato scorrevole.
Ci vorrebbe un poco di olio in modo da evitare questi piccoli inconvenienti che i neofiti non sarebbero capaci di risolvere.
Comunque risolto tutto, mi preparo per il rientro e nel mentre ecco che alle 10,00 salivano già degli sci alpinisti e poco sotto un folto gruppo di ciaspolatori a cui dico che la capanna è accessibile e calda: già, è una gran fortuna riuscire ad entrare e ripararsi dal vento e potersi cambiare senza sentire freddo.
La neve durante la discesa, si vedeva bene che era parecchio smossa dalle discese fatte dai sci alpinisti e da quelli con la tavola che l'hanno trovata ideale, bella farinosa per una sciata fantastica.
A pochi km.dal punto di partenza noto la strada principale con la neve fresca, resta da capire quanta ve ne sarà sul luiogo di partenza...giunto sul luogo di partenza mi rendo conto che la neve c'è e parto insieme ad uno sci alpinista, siamo i primi due.
Lo sci alpinista mi dice che gli piace parlare e per un po stiamo insieme, io fatico a parlare mentre percorro le salite: dopo un po di percorso fatto insieme, si scusa perché mi deve lasciare dato che dopo deve tornare a casa dalle sue bimbe e ci salutiamo e addirittura mi ringrazia per la chiaccherata, cosa reciproca.
Torno ad essere in compagnia della natura e del silenzio e dopo un po sento un rumore...ma è Luigi con la moglie e il suo Quod che scendono a valle, ci salutiamo e procedo più agevolmente fino alla sua baita dove risiede permanentemente, quindi sono agevolato dalla sua battuta.
Arrivato alla sua baita...ora sono dolori: individuare il percorso, non facile considerando che la neve ventata modifica i tracciati ma, lo conosco bene e vado tranquillo, con fatica raggiungo la zona del pascolo.
Qui devo decidere se puntare sulla cresta o avvicinarmi lentamente seguendo i dolci prati innevati per poi prendere una delle rampe per raggiungere la parte terminale della cresta dalla quale si vede il rifugio: scelgo quest'ultima.
Solitamente la faccio in discesa ma questa volta la percorro in salita, con calma, senza fretta perché in molti punti si affonda non poco e si avanza di poco però, arrivo alla parte terminale senza prendere il forte vento perché riparato.
Vedo la struttura e sembra non totalmente sepolta dalla neve magari, considerando che vari sci alpinisti erano presenti, pensavo: chissà se qualcuno ha scavato e liberato l'entrata?...col pippo!!! Sono arrivato dopo 3 ore e 15 e mo mi tocca pure a scavare.
Fortuna vuole (si fa per dire) la neve non è pesante, riesco a spalare agevolmente la mezza porta ed entrare...ma dov'è lo sgabello? Non c'è quindi, nella speranza di non incastrarmi mezzo fuori e mezzo dentro con il rischio abbastanza elevato di lasciarci gli zebedei, riesco a scavalcare la parte inferiore della mezza porta.
Vedo che vi han messo una sedia, va bene ugualmente, solo che nel frattempo molti altri sci alpinisti stanno arrivando, prima salgono in vetta per poi farsi subito la sciatina e altri, se vi è la possibilità, di entrare in capanna, per cambiarsi o per mangiare un boccone evitando le folate del vento che imperversava, se poi vi è qualcuno che vi ha acceso la stufa, aleeeee meglio ancora.
Infatti vi han transitato ben 15 persone: gli ultimi ad entrarvi una coppia di Bellinzona, simpatici e anche un po sofferenti nonostante abbiano seguito la mia traccia...perché non avevano i bastoncini.
Ma non si fa! E' come essere dei kamikaze, già è una sofferenza se poi ci aggiungiamo del nostro...non va bene: tra l'altro avevano anche il cane (preciso che è di lei) preoccupata perché era fuori con la bufera: gli abbiamo spiegato che il cane (una razza che non soffre a stare fuori) è più intelligente di certi umani, sicuramente si ripara tra le due sponde laterali inerente allo scavo. Infatti era lì, sapendo che la sua padrona era dentro la struttura, anche il suo compagno acconsentiva a ciò che dicevo: dopo tutto, il rifugio è per gli umani, non è un canile...poi lei vede la ciotola con tanto di disegno inerente all'osso, allora ha detto che il rifugio fa parte di quelle strutture che accolgono i cani...non è proprio così, la ciotola è presente, se il cane ha sete o ha fame la si depone all'esterno e il problema è risolto.
Come sempre gli amorevoli padroncini cercano scuse per ottenere un permesso che agevoli alle comodità il proprio cane...ma non è arrivato.
Però, un'altra cosa mi ha stupito: dallo zaino lui ha estratto 2 bottiglie di vino bianco e non ho pensato di chiedergli il perché 2 bottiglie...loro erano in 2 ma non credo che se le bevevano solo loro, forse pensava di trovare un po di gente e offrirne un po come ha fatto con me (sicuramente la prova dell'alcool test con me fallirebbe).
Gli ho consigliato di travasare il vino in quelle di plastica, più leggere: con me avevo le praline di cioccolato fondente che gli ho offerto volentieri e nel mentre ecco arrivare un altro sci alpinista che si è aggregato alla compagnia di cui ci si vede in foto.
Il tempo passa, la compagnia è bella ma, per loro vi è il rientro, tra l'altro...pure senza frontale: una frontale è sempre opportuno avere con se non si sa mai, la fortuna è che la luna oramai quasi piena, avrebbe illuminato il percorso più di quanto se non fosse presente sicuramente, una volta arrivati alla baita di Luigi, il tracciato è decisamente facile e senza ostacoli compreso la neve bella battuta che rende il passo sicuro.
Ci salutiamo e attendo che la luna compaia perché vorrei fare delle foto...purtroppo la bufera imperversava e non era possibile stare fuori ed usare il treppiede perché oscillerebbe e le foto verrebbero mosse, quindi rinuncio, non sempre ci viene concesso di ottenere ciò che si ha piacere.
Inoltre decido di chiudere le imposte qui altro problema: la neve ghiacciata mi impediva di far scorrere il chiavistello, lasciarle aperte no perché se la neve aumenta dopo si è costretti in ogni caso a toglierla, quindi con l'accendino scaldo tutta la piastrina scorrevole e...il chiavistello si chiude.
Il giorno dopo mi alzo presto ed esco per spalare via la neve dalla mezza porta dove stava per occludersi il passaggio, poi levo anche quella davanti la finestra della cucina: pensavo di aprirla ma, talmente ghiacciato il chiavistello che non si riusciva, quindi lascio perdere e, non finisce qui.
La mezza porta non riesce a chiudersi, pulisco bene dalla neve e riprovo, nulla: allora guardo il beccuccio...è rimasto all'interno, probabilmente ghiacciato,...prendo l'accendino e scaldo il metallo e...ritorna all'esterno, l'acqua che si è formata dallo scioglimento della neve è entrata nelle fessure ed è ghiacciata bloccandolo, dopo la scaldatina, è ritornato scorrevole.
Ci vorrebbe un poco di olio in modo da evitare questi piccoli inconvenienti che i neofiti non sarebbero capaci di risolvere.
Comunque risolto tutto, mi preparo per il rientro e nel mentre ecco che alle 10,00 salivano già degli sci alpinisti e poco sotto un folto gruppo di ciaspolatori a cui dico che la capanna è accessibile e calda: già, è una gran fortuna riuscire ad entrare e ripararsi dal vento e potersi cambiare senza sentire freddo.
La neve durante la discesa, si vedeva bene che era parecchio smossa dalle discese fatte dai sci alpinisti e da quelli con la tavola che l'hanno trovata ideale, bella farinosa per una sciata fantastica.
Tourengänger:
Alberto

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