sabato 17 e domenica 18 febbraio 2024: la rinuncia prima e il ritentare dopo...


Publiziert von Alberto , 21. Februar 2024 um 20:16.

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:17 Februar 2024

Per il fine settimana pensavo ad una 2 giorni più soft, ideale per chi non è allenato ma, chi avrebbe partecipato ha deciso di rinunciare, quindi mi organizzo per trascorrere 2 giorni in quota, riprovando a vedere se riesco ancora a raggiungere la meta e vedere com’è la situazione.

Giunto sul posto noto che la neve scarseggia, in compenso vi è molto ghiaccio, allora prendo a salire per i prati, dove vi sono alcune zone sgombre dalla neve e dal ghiaccio, purtroppo vi sono tratti che mi costringono a mettere le ciaspole, le quali sostituiscono i ramponi ottimamente bene e per un buon tratto è un togliere e metterle, fino a quota 1700.

Da qui si potrebbe procedere anche senza ma, per non aver problemi di presa le tengo e procedo: capisco di non essere informa, sono dentro le tempistiche ma, la neve comincia ad avere un certo spessore e alla quota 1900 circa rifletto un poco.

Prendo la decisione di rinunciare, in questo stato è improbabile che raggiunga la struttura, anche se dovessi farcela so che potrei trovare qualche problema tecnico lassù, quindi ripiego raggiungendo la quota 1700 dove mi preparo il pranzo.

Anche se è difficile il rinunciare , più che il proseguire fino alla meta (che resta sempre la metà del percorso), a volte è saggio capire cosa è meglio fare, questo vale per tutti, giovani e meno giovani.

Il sole scalda più del normale per la stagione che siamo poi, ecco che spunta un’escursionista che mi chiede dove vado, la stessa cosa che vuole fare lui solo che io ho rinunciato e gli altri suoi 3 amici che pian piano arrivano: sono 4 giovani (di cui non ricordo i nomi) compreso una ragazza, sono attrezzati ma è la prima volta che vengono qua.

A parte uno di Milano gli altri si sono fatti un bel viaggetto per ritrovasi insieme e affrontare questa lunga escursione: complimenti!

Li avviso che è possibile che non vi sia legna lassù ma, solo tronchi da segare...oltre al fatto che la traccia l’ho fatta solo fino a quota 1900 circa: mi pare che il mio fisico si sia ripreso, allora gli dico che se riesco, risalgo con loro e alle ore 12 ci incamminiamo.

Arrivato alla fine della stradetta, la neve abbonda sempre più e l’unica traccia esistente è di uno sci alpinista che probabilmente è salito in settimana, il quale è giunto fino all’inizio della pista di discesa: da qui in poi nessuno è passato.

Nel fine settimana precedente ha nevicato bene in quota oltre i 1700/1800 metri, mentre al di sotto è stata solo pioggia ma nel contempo ha anche sciolto un po di neve.

I giovani si danno un po il cambio, mi cimento pure io, inoltre li indirizzo dato che mi accorgo che in certi tratti siamo fuori dal percorso e conoscendo abbastanza bene il tracciato, passare sopra una ganda non è proprio sicuro anche in presenza di tanta neve (e l’orario pomeridiano l’ha resa poco portante), quindi è meglio, nel limite del possibile, cercare di stare sul percorso più “sicuro”.

Dalla quota 2150 circa, si deve prendere una diagonale: qui si passa nel primo tratto dove si staccano pezzi di neve che formano rotoloni di palle di neve che è meglio evitare di prenderle addosso, superato il tratto ostico, vi è un breve pianoro su ganda dal quale si vede bene il tracciato a monte che dobbiamo prendere. Nel deviare per il successivo traverso ma opposto al precedente, troviamo un po di resistenza nel superare il pendio innevato e dopo circa mezzora eccoci sull’ultimo tratto che ci fa pervenire al punto di osservazione, dal quale si vede il bivacco.

Scendiamo e come presumevo, niente legna...neppure i tronchi che sono scomparsi sotto la coltre nevosa, come pure la zona dove ho imboscato i pezzi che avevo tagliato qualche mese prima: però, vediamo un tronco, l’unico al riparo della neve, questo se lo tagliamo e lo spacchiamo, siamo a posto...ma la scure non è più presente (segnalato anche dai precedenti fruitori) come le tendine che sono sparite oltre ad altre cose.

Vi sono un po di piccoli rami secchi, quando uno dei tre pezzi di cui sarà tagliato il tronco sarà pronto, accendo la stufa: così faccio e quando sta scaldando bene, dall’alto vi calo il grosso ciocco (dallo sportello non sarebbe passato) che con il tempo ha cominciato a prendere e la stufa a rendere bene scaldando l’ambiente fino alle 20,30 quando si è spento, poco male.

Nel frattempo abbiamo potuto sciogliere neve in abbondanza, nel caso che si abbia sete, per cucinare e lavare, mentre verso le 21,30, belli stanchi andiamo a dormire.

Il giorno seguente, passato la notte senza riuscire a dormire (nonostante il silenzio, nessuno russava, incredibile) preparo lo zaino per il rientro e do un consiglio a loro, oltre a ringraziarli per il grande contributo nel battere la neve e nel segare il tronco: quando si vuole fare un uscita invernale in particolare una 2 giorni, quindi con zaini belli carichi e non si conosce il posto e il percorso, è meglio andarci prima in estate per la propria sicurezza, tutto ciò serve a ridurre al minimo le problematiche che possono rendere pericoloso il procedere, specialmente con tanta neve e se la meteo dovesse peggiorare.

Vi sono strutture che si possono raggiungere anche nel caso che nevichi durante il percorso, altre non è possibile.

Li avviso che cercherò di battere al rientro il tracciato più sicuro, percorrendo il percorso che conosco, evitando il tratto sopra la ganda, cosa che ho fatto poi, appena raggiunta la pista mi metto a tagliare alla grande, prendo a deviare su strada ghiacciata per poi prendere un altro tracciato che non conoscevo e fare rientro all’auto, soddisfatto anche questa volta, nonostante una gran fatica.

 

 

“il bradipo delle alpi”


Tourengänger: Alberto


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